Il Dipartimento dell’Energia statunitense userà il più veloce supercomputer degli Stati Uniti. Una macchina gigantesca, chiamata Aurora, che sarà installata nel 2021 presso l’Argonne National Laboratory dell’Illinois. Sarà il primo supercomputer installato negli Stati Uniti ad essere in grado di svolgere elaborazioni di classe exascale. Una potenza indispensabile per fare calcoli estremamente complessi, come ad esempio le simulazioni cosmologiche su vasta scala, i modelli sul clima, la previsione della risposta ai farmaci, la ricerca sul cancro, e molto altro.
L’exascale computer è da tempo visto come la nuova frontiera dei calcolatori ad alte prestazioni. “Exa” nel nome indica che questo tipo di computer è in grado di svolgere almeno un exaFLOP di calcoli al secondo, ossia un miliardo di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo. Per avere un termine di paragone, l’attuale supercomputer più potente al mondo, Summit installato presso l’Oak Ridge National Laboratory, raggiunge prestazioni di picco di 200 petaflop (un milione di miliardi di operazioni al secondo).
Lo sviluppo di Aurora coinvolge Cray e Intel. Quest’ultima fornirà le CPU Xeon Scalable future, una linea di processori sviluppata appositamente per datacenter e supercomputer. Cray ha la responsabilità di sviluppare Shasta, una piattaforma capace di supportare un’infrastruttura come quella di Aurora.
Fisicamente parlando, Aurora sarà un sistema ripartito in circa 200 “armadietti”, ciascuno delle dimensioni di 1,2 metri di larghezza, 1,5 metri di profondità e oltre 2 metri d’altezza. Questi armadietti devono essere disposti a una certa distanza fra loro per consentire una buona circolazione dell’aria, quindi Aurora occuperà uno spazio molto ampio.
I supercomputer vengono usati in moltissimi ambiti della ricerca. Pensiamo ad esempio ai crash test delle automobili, alle esplosioni nucleari, al funzionamento di turbine eoliche in fase di progettazione, ai cambiamenti climatici. Ecco perché annunciando l’arrivo di Aurora, il segretario all’Energia Rick Perry ha sottolineato che “raggiungere una potenza di calcolo exascale è imperativo non solo per migliorare la comunità scientifica, ma anche per migliorare la vita quotidiana degli americani”.
Gli Stati Uniti non sono l’unico paese a investire nei supercomputer. In questo momento, il terzo supercomputer più potente al mondo è il Sunway TaihuLight cinese, installato presso il National Supercomputing Center di Wuxi, seguito dal Tianhe-2A, sempre cinese. Il primo supercomputer europeo è il Piz Daint dello Swiss National Supercomputing Centre (CSCS) di Lugano.