Ogni giorno milioni di bambini guardano con entusiasmo gli episodi di Peppa Pig, ripetono le battute pronunciate dalla maialina e dalla sua famiglia. Il cartone animato, diventato un vero e proprio fenomeno in pochi anni, è finito nel mirino nel Regno Unito con la precisa accusa di sessismo. A scatenare le polemiche un episodio in cui Mamma Pig è vestita da pompiere mentre la voce narrante la definisce “fireman“, parola che comprende la parola “uomo” e che il cartone non ha declinato al femminile.
L’episodio intitolato “The Fire Engize” ha suscitato la dura reazione dei vigili del fuoco di Londra che hanno attaccato lo show per bambini: “Questo modo di esprimersi usa una formula stereotipata di genere obsoleta, che impedisce alle ragazzine di entrare nel nostro corpo”, hanno twittato con l’account London Fire Brigade.
It’s young girls, like Esme, who think they can’t be firefighters because children’s TV continues to use outdated language https://t.co/xGqNJnZn0T. If you respect our work, then get our name right #FirefightingSexism https://t.co/AsLJBJGtPf
— London Fire Brigade (@LondonFire) 18 marzo 2019
I vigili del fuoco della capitale inglese, che conta solo 354 donne su un totale di 5000 dipendenti, hanno lanciato la campagna “Firefighting Sexism” aggiugenfo al Telegraph: “Dobbiamo sfidare questo linguaggio obsoleto, una ricerca dimostra che scoraggia ragazze e giovani donne dal prendere in considerazione l’idea di entrare nei vigili del fuoco“. C’è anche chi in rete ha ricordato che, seppur non declinando al femminile la parola, la puntata conteneva un messaggio quasi femminista: le maialine pompiere infatti entravano in azione per spegnere gli incendi causati dai mariti con l’uso sbagliato del barbecue.
Non è la prima volta che Peppa Pig finisce al centro delle polemiche, la versione cinese era stata censurata ed eliminata dalle piattaforme televisive e di streaming accusata di essere “sovversiva.” Uno studio inglese aveva invece definito il cartone diseducativo, nel mirino anche il dottor Orso Bruno accusato di “aver creato delle aspettative irrealistiche in merito alle cure mediche di base.”