È valido il capo d’accusa preparato dalla Procura di Torino contro la sindaca Chiara Appendino, l’ex questore Angelo Sanna e altri 13 imputati per i fatti di Piazza San Carlo. Lo ha stabilito il gup Maria Francesca Abenavoli, che ha respinto una istanza di nullità presentata dalle difese. Le accuse sono disastro, lesioni e omicidio colposo per le presunte carenze nell’organizzazione e nella gestione della serata in piazza del 3 giugno 2017, quando una serie di ondate di panico tra la folla provocarono 1500 feriti davanti al maxischermo dove era proiettata la finale di Champions League Juventus-Real Madrid. Per le gravissime ferite riportate nella calca sono morte due donne: Erika Pioletti dopo 12 giorni in ospedale e Marisa Amato, due mesi fa, dopo oltre un anno e mezzo di cure.
L’udienza preliminare continua dunque nell’aula bunker delle Vallette ed è stata aggiornata al 27 giugno prossimo. Il rinvio è stato disposto anche per permettere il perfezionamento delle trattative per gli indennizzi alle parti civili. Il gup ha respinto anche la richiesta di incidente probatorio avanzata dai legali degli imputati sulle cause che hanno provocato la tetraplegia e la morte di Marisa Amato. I legali volevano accertare se la causa della paralisi sia stata una conseguenza di quanto accaduto quella sera, quando la donna venne travolta dalla folla in fuga in preda al panico, o se riconducibile ad altre cause, come un’eventuale colpa medica. A questo proposito nei mesi scorsi la procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta a carico di una quindicina di medici di due ospedali torinesi dove la donna venne ricoverata dopo l’accaduto e che secondo l’accusa non si sarebbero subito accorti di una lesione alla colonna vertebrale. Il giudice Abenavoli ha respinto la richiesta in quanto la perizia non avrebbe richiesto più di 60 giorni e quindi non vi è urgenza di eseguirla in udienza preliminare. L’incidente probatorio quindi potrà essere comunque richiesto dai legali degli imputati durante il dibattimento.
Banda dello spray propone patteggiamento – I 10 giovani marocchini accusati di aver fatto parte della ‘banda dello spray al peperoncino‘ che ha commesso rapine durante i concerti ed eventi di piazza a Torino e in altre città italiane ed europee presenteranno le loro proposte di patteggiamento: condanne che, a seconda delle singole posizioni, spaziano dai 4 anni e 8 mesi ai 2 anni e 6 mesi di reclusione. Lo si è appreso a margine dell’udienza preliminare che è ripresa stamattina al palazzo di giustizia del capoluogo piemontese. Quattro componenti del gruppo sono accusati anche di avere agito in Piazza San Carlo la sera del 3 giugno 2017 durante la proiezione della finale di Champions League, ma per quel singolo episodio sono giudicati in un processo separato dove si contesta anche l’omicidio preterintenzionale.