Indagare Paolo Bellini per la strage di Bologna. È quello che vuole fare la procura generale del capoluogo emiliano. Il pg ha chiesto la revoca del proscioglimento disposto il 28 aprile 1992 nei confronti di Bellini, per iscriverlo nel registro degli indagati con l’accusa di concorso nella strage del 2 agosto. Bellini, ex militante dell’estrema destra, testimoniò al processo sulla trattativa Stato-Mafia. I magistrati chiedono al gip Francesca Zavaglia di disporre nei suoi confronti il proscioglimento decretato all’epoca.
Per il 28 maggio è stata dunque fissata un’udienza in camera di consiglio davanti al Gip. Bellini, 66 anni, originario di Reggio Emilia risulta assistito in questo procedimento dall’avvocato Fausto Bruzzese. Un passato in Avanguardia Nazionale, condito da diversi arresti mancati che gli hanno fatto conquistare sul campo il soprannome di Primula Nera, quella di Bellini è una storia da film: esperto di opere d’arte, fuggito in Brasile, noto per diversi anni come Roberto Da Silva, nel 1999 finisce in manette e decide di collaborare con la magistratura, confessando una decina di omicidi, tra cui quello dell’esponente di Lotta Continua Alceste Campanile.
La richiesta di revocare la sentenza di proscioglimento è un ulteriore passo avanti nell’inchiesta che la procura generale ha avocato a sé sui mandanti e finanziatori dell’attentato. Nel frattempo prosegue davanti al tribunale il processo a Gilberto Cavallini, ex Nar accusato di essere il “quarto uomo”. Di aver dato, cioè, un supporto logistico a Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, i Nar condannati in via definitiva per la strage in cui morirono provoco 85 morti e 200 feriti. Nei giorni scorsi proprio dal dibattimento era emerso che la Procura generale ha indagato per depistaggio l’ex generale Quintino Spella, all’epoca responsabile Sisde a Padova.