Si è preso una legislatura sabbatica, sta collezionando condanne pesanti in primo e secondo grado, ma non smette di sedere a tavola con chi comanda. Denis Verdini continua a essere una sorta di attrazione per chi arriva al vertice del potere: lo è stato per Silvio Berlusconi, poi per Matteo Renzi. Ora che è fuori dal Parlamento, ha catturato l’interesse di Matteo Salvini. Il leader della Lega è stato avvistato nei giorni scorsi al ristorante PaStation, in piazza di Campo Marzio a Roma, praticamente a due passi da Montecitorio. Nell’ultima settimana ci è tornato tre volte: l’ultima mercoledì 20 marzo, cioè il giorno in cui al Senato si votava sull’autorizzazione a procedere per il caso Diciotti. Dopo aver parlato – quasi commuovendosi – a Palazzo Madama, il ministro accusato di sequestro di persona ha deciso di andare a mangiare un piatto di pasta, specialità del ristorante in Campo Marzio.

Quello, però, non è solo un posto comodo da raggiungere a piedi perché nel cuore della Capitale. È soprattutto il locale che ha tra i suoi proprietari – tra gli altri –  Tommaso Verdini, figlio di Denis. Molto alla moda, specializzato in primo piatti, il primo esperimento di PaStation Verdini junior lo fa nella sua Firenze in società Aldo Gucci, rampollo della famiglia leader nel mondo della moda. Gli affari devono essere andati bene ed ecco che il ristorante ha aperto una sede anche a Roma. Dove si fa vedere spesso anche il padre del proprietario: Denis Verdini. È con lui che Salvini si è appartato per oltre tre ore nella saletta riservata. A tavola anche Francesca Verdini, figlia dell’inventore del Patto del Nazareno e sorella del padrone del ristorante. Secondo il Corriere della Sera Francesca aveva espresso da tempo al padre il desiderio di conoscere di persona il leader leghista. Per Dagospia, invece, il legame tra la figlia di Verdini e Salvini sarebbe già più stretto: tra i due ci sarebbe una relazione sentimentale. Non è un caso che la ragazza è tra le appena 47 persone seguite su Instagram dal leader del Carroccio.

Gossip a parte, però, una è la domanda che si fanno nella Capitale: di che parlano Salvini e Verdini, inteso come Denis? Di sicuro, a tavola con il massimo esponente delle Larghe Intese l’alleato del M5s ha parlato di politica. Ma non solo. Sul tavolo anche un altro argomento caro a Verdini e Salvini: i giornali. Dopo la fine della sua carriera da tessitore occulto di tele e alleanze politiche a Palazzo Madama, l’ex senatore è stato nominato dall’amico Antonio Angelucci presidente del ramo editoria della finanziaria Tosinvest, l’azienda di famiglia che edita Libero, Il Tempo, il Corriere dell’Umbria, di Siena, di Arezzo, di Viterbo e di Rieti. “Vede a me non piacciono né gioco né donne, mi piace la puzza del giornale e la sera non mi addormento senza leggere la Nazione”, raccontava l’ex senatore al suo avvocato.

Una confidenza che il legale ha ripetuto in un’aula di tribunale durante il processo sul Giornale della Toscana. Un’avventura finita con una condanna in primo grado a 5 anni e mezzo di reclusione per la bancarotta fraudolenta della Società toscana di Edizioni. Solo l’ultima tegola giudiziaria per l’ex leader di Ala che lo scorso luglio è stato condannato in appello a 6 anni e 10 mesi per il crack della banca Credito cooperativo fiorentino. Chissà che a tavola non si sia parlato anche di giustizia. D’altra parte Salvini non ha mai smesso di essere alleato di Silvio Berlusconi. Che di Verdini non ha mai smesso di essere il dominus. O meglio “il Cesare“, come lo chiamavano gli indagati dell’inchiesta sulla P3. Dove Verdini è stato assolto.

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