La sua sembrava solo una storia un po’ squallida: uno che parte da Verona direzione Trieste per andare con una escort, ma si porta dietro compagna e figlio. Invece quella di Mirko Altimari, 32 anni, veronese, era una storia criminale che lo ha portato in carcere due mesi fa e che ora racconta di un violentatore seriale, per giunta con la complicità della convivente, Giulia Buccaro, 28 anni. La squadra mobile di Verona, su coordinamento del pm Valeria Ardito, contesta tre diversi episodi con il solito copione: contattavano ragazze con annunci per baby sitter, ma le giovani finivano vittime degli abusi di Altimari, spesso in posti degradati fuori città. Altimari, nell’ultimo caso, era arrivato a filmare la vittima per ricattarla. “Se mi denunci, pubblico tutto su internet”. Ma lei non ha ceduto al ricatto e ha parlato alla polizia. E’ stato il caso che ha fatto partire le indagini della questura e hanno permesso di ricostruire anche gli altri due episodi di violenza.

Il 32enne veronese era già finito sotto inchiesta per la vicenda dello scorso aprile, quando era andato a escort, facendosi accompagnare da moglie e figlio, ma era stato interrotto dall’irruzione del fidanzato della donna armato di “katana”. Altimari era finito davanti al gup perché aveva con sé un coltello affilato. Quell’episodio però era solo la punta dell’iceberg, svelato invece dal coraggio della studentessa di 20 anni che ha raccontato l’abuso subito. Secondo la squadra mobile, la giovane era stata contattata con un annuncio. Era stata la Buccaro, sostiene la polizia, ad andare a prendere la ragazza in auto, ma poi l’aveva “consegnata” al compagno, Altimari, in un campo di Poiano, fuori Verona. Qui la giovane ha passato due ore da incubo.

Dai telefoni sequestrati è spuntato un filmato che documentava la violenza :la baby sitter sarebbe stata obbligata da Altimari a “praticargli un rapporto orale” minacciandola con un taglierino. “Se non stai zitta e non fai quello che ti dico, ti rigo la faccia…Ti massacro di botte…Ti rovino”. Centocinquanta minuti di paura in cui ricostruiti nell’ordinanza: la ragazza è stata “costretta a compiere atti sessuali, a subire baci, palpeggiamenti al seno e al sedere” e a praticare ad Altimari “un rapporto orale”.

È stata la denuncia della ventenne, come detto, a far scoprire alla polizia le altre violenze. In un secondo caso, oltre a violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata, viene contestata anche la tortura: la ragazza abusata è peraltro una conoscente della coppia. Ancora prima, il 28 dicembre, una terza giovane era stata contattata online, era stata caricata in auto dallo stesso Altimari, accompagnata nel campo di Poiano e costretta con un coltello a spogliarsi e mettersi in posizioni compromettenti, ad esempio in verticale contro un tronco, per poi abusarne sessualmente: queste le accuse. Il tutto è stato filmato, come già successo negli altri casi, tra botte, insulti e scene di sesso orale al fine di ricattare le vittime.

In questo terzo caso la Buccaro non è mai citata sulla scena del crimine. Ed è per questo che la terza ordinanza ha riguardato solo Altimari, attualmente in carcere a Trento. “Non vi sono altri video sul cellulare dell’indagato – ha spiegato il dirigente della Mobile, Roberto Di Benedetto – ma riteniamo che vi possano comunque essere state ancora altre vittime. Si tratta di una coppia con un profilo di serialità nel modus operandi e invitiamo ogni potenziale vittima a presentarsi in questura e a denunciare”.

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