Curiose coincidenze, da sembrare quasi fortuite. A tutti noi, nel corso della vita, sono sicuramente capitati, in prima persona o a persone a noi vicine, degli accadimenti diciamo insoliti, determinati da una qualche incredibile coincidenza difficile da spiegare. Il grande psicoanalista Carl Gustav Jung tentò nel 1950 di descrivere questi fenomeni con la teoria della sincronicità, ovvero delle coincidenze significative. La trappola mentale in cui cadiamo di fronte a questi eventi è quella, secondo Jung, di volerli collegare con nessi di causa-effetto come siamo abituati a fare normalmente nella vita quotidiana con tutto ciò che ci accade, ma per lo psicologo questo è un errore e dobbiamo vederli piuttosto come due accadimenti che succedono nello stesso istante ma che sono collegati tra loro da altri piani di significato. A ogni modo, che siano o no spiegabili, quando ci ritroviamo di fronte a una coincidenza (piccola o grande che sia), lo stupore che proviamo è sempre molto grande.
Questa settimana i media si sono concentrati sulla notizia della sentenza del tribunale Ue che ha annullato la decisione della Commissione europea, che aveva giudicato come aiuto di Stato l’intervento del Fondo di tutela dei depositi (Fitd) per il salvataggio di banca Tercas nel 2014. Una notizia che mi ha meravigliato, ma non stupito come invece hanno fatto due news che hanno avuto scarso rilievo mediatico (piccoli trafiletti) e che avrebbero dovuto quantomeno far nascere qualche curiosità, per effetto delle coincidenze che hanno manifestato.
1. La prima notizia riguarda la fresca nomina di Roberto Nicastro come vicepresidente di Ubi Banca che avverrà formalmente il prossimo 12 aprile. Roberto Nicastro, ex direttore generale di Unicredit, è stato presidente delle quattro banche fallite (Etruria, Chieti, Ferrara e Marche). All’indomani della nomina, Nicastro fece campagna acquisti tra tutti gli ex top manager di rete proprio della banca di piazza Gae Aulenti (Roberto Bertola sistemato in Etruria e Felice Delle Femine a capo di CariChieti). Giusto il tempo di svendere Etruria, Carichieti e Cassa Marche a Ubi Banca e tutti hanno trovato altra diversa sistemazione. Nicastro, una pura combinazione, è approdato a Ubi Banca!
2. La seconda notizia, di qualche mese fa, riguarda invece Paolo Fiorentino, ex chief operating officer di Unicredit, assunto da Carige come amministratore delegato giusto prima del commissariamento (ora è vicepresidente della Sampdoria Calcio e ad di Banca Progetto) e che, al suo arrivo a Genova, subito cooptò come direttore finanziario Andrea Soro, a sua volta ex Unicredit. Fiorentino è stato rimosso dall’incarico in Carige (c’è una richiesta della Bce di un’azione di responsabilità) e gli è subentrata la coppia Innocenzi-Modiano, anche loro con un passato in Unicredit.
Pochi hanno sottolineato, però, le dure accuse dell’ex presidente della banca, Giuseppe Tesauro, a Fiorentino. Tesauro ha parlato di “compensi fuori controllo”, di procedure di cessione dei crediti non trasparenti, di documentazione non consegnata al consiglio per “ragioni di riservatezza” e di contratti di consulenza stipulati con le banche e i professionisti, le une e gli altri con compensi fuori controllo per garantire l’aumento di capitale del 2017.
Con riferimento alle accuse di Tesauro, sono da notare altre due coincidenze. La prima riguarda il fatto che tra i potenziali acquirenti dei crediti deteriorati di Carige c’è la Sga, la bad bank statale ex Banco di Napoli, il cui amministratore delegato è Marina Natale, ex head of strategy business and M&A di Unicredit. La seconda attiene invece al fatto che Carige, nel periodo di gerenza di Fiorentino, ha realizzato il processo di esternalizzazione dei servizi informativi a Ibm creando, così come aveva fatto precedentemente Unicredit, una newco partecipata all’81% da Ibm e al 19% da Banca Carige. Quante fortuite coincidenze targate (ex) Unicredit. Sono l’unico a stupirsi?
Riceviamo e pubblichiamo la seguente rettifica
Gentile direttore, in merito al blog di Vincenzo Imperatore che ilfattoquotidiano.it ospita, è importante correggere, per quanto riguarda la mia persona, quanto riportato sulla Bce visto che non esiste alcuna richiesta di azione di responsabilità da parte loro, il che rende la notizia destituita da ogni fondamento, così come merita precisare quanto riportato in merito alle dichiarazioni del dottor Tesauro a cui Banca Carige ha, a suo tempo, risposto punto per punto includendo il suo compenso e quello dell’ assistente da lui voluto che era intorno ai 600 mila euro. Per quanto riguarda i servizi esternalizzati a IBM, mi preme sottolineare che l’operazione rientra nei più corretti canoni gestionali.
A proposito poi della curiosità sulle coincidenze, invito a una riflessione sul fatto che nel nostro Paese da oltre 20 anni, esistono solo due banche molto grandi e importanti come numero di dipendenti, una delle quali è proprio Unicredit. È quindi altamente probabile che molti manager del sistema bancario provengano da una delle due, come d’altronde anche Imperatore che scrive, ma che nessuna Banca ha recentemente assunto; una coincidenza?. Confidando di aver appagato la curiosità, invio i miei migliori saluti
Paolo Fiorentino
Ps. Anche Innocenzi e Modiano vengono da Unicredit. Una coincidenza?
Risposta dell’autore
Con riferimento alla nota del Sig. Fiorentino, mi preme ribadire che:
– per l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori di Carige ho fatto riferimento a fonti giornalistiche
– riguardo alle altre frammentarie affermazioni, mi sono limitato a fare ciò che un giornalista deve fare: semplicemente fare factchecking e riportare una serie di coincidenze che mi hanno incuriosito, ben consapevole (sembra non esserlo il Sig. Fiorentino che ci fornisce spiegazioni anche sugli emolumenti del prof. Tesauro e sottolinei, nel ps., la medesima provenienza dei suoi successori), del fatto che spetta poi ad altri organi approfondire e chiedere spiegazioni.
– infine se è vero che UniCredit è una delle due grandi banche da cui attingere i “best manager” a cui il Sig. Fiorentino riconosce di appartenere, è altrettanto lecito chiedersi: ma se questi manager erano stati giudicati anziani e superati dalla prima banca del Paese e rimossi dai loro incarichi operativi con l’arrivo di Mustier in UniCredit, come mai poi vanno a dirigere banche che sono uscite da un fallimento (o prossime al default) e che continuano a essere inefficienti? Mi fermo per non incuriosirmi ulteriormente.