L’operazione dei carabinieri “Congiunzione astrale”, che ha portato in carcere fra gli altri, l'ormai ex presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, svela un incontro fra Pierluigi Toti e Giovanni Naccarato, il consulente dall’importante curriculum chiamato dai sopravvissuti della società co-proponente dell’impianto di Tor di Valle come garanzia, davanti alle istituzioni, dell’operazione dopo l'arresto di Luca Parnasi
Le società dei fratelli Toti e la Eurnova di Luca Parnasi. Interessi che si incrociano da sempre, nell’alveo del panorama edile romano. Anche dopo gli arresti del giugno 2018, quando Parnasi viene arrestato e la Procura di Roma svela il giro di corruzione presente dietro l’affare sullo stadio dell’As Roma. L’operazione dei carabinieri “Congiunzione astrale”, che ha portato in carcere fra gli altri, l‘ormai ex presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, svela un incontro fra Pierluigi Toti, indagato, e il nuovo amministratore delegato della Eurnova “deparnasizzata”, Giovanni Naccarato, il consulente dall’importante curriculum chiamato dai sopravvissuti della società co-proponente dell’impianto di Tor di Valle come garanzia, davanti alle istituzioni, dell’operazione.
Naccarato, allo stato, non risulta indagato, come non lo è la Eurnova Spa in qualità persona giudica. Anche perché, in caso contrario, questo potrebbe rappresentare un problema politico in vista della prosecuzione del tormentato iter sullo stadio di Tor di Valle. Va ricordato, infatti, che l’attuale Eurnova ha trovato con il gruppo imprenditoriale guidato da James Pallotta (presidente dell’As Roma) un accordo preliminare di vendita dei terreni dove verrà realizzata l’opera, al prezzo di circa 100 milioni di euro, che si perfezionerà solo nel momento in cui sarà approvata la variante urbanistica in Assemblea Capitolina.
IL PRIMO INCONTRO TOTI-NACCARATO – Sono i primi giorni di gennaio 2019 e Pierluigi Toti è venuto a conoscenza di indagini che riguardano la società “Porta di Roma” che, come rilevano gli inquirenti, “vedeva legati il gruppo Toti e il gruppo Parnasi”. Toti appare piuttosto agitato e l’8 gennaio 2019 fissa un appuntamento con Naccarato presso l’Hotel Meridiem Visconti per il giorno 11. “I fratelli Toti in questo periodo si stanno incontrando in maniera riservata con Naccarato – si legge nell’informativa del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma – Al termine di uno di tali incontri Pierluigi Toti, nel corso di un’altra conversazione tra presenti, parla esplicitamente di notizie riservate inerenti un’indagine che riguarderebbe i gruppi imprenditoriali Toti e Parnasi, acquisite in epoca molto recente”. Gli inquirenti, tuttavia, non riescono a intercettare le conversazione, “perché Pierluigi Toti non ha portato con sé il cellulare ma lo ha lasciato alla reception” fattore, spiegano sempre gli inquirenti, “segno evidente del fatto che, nel corso della riunione con Naccarato avrebbe affrontato argomenti compromettenti e, pertanto, da tenere riservati”.
IL GIALLO DELLE DUE OPERAZIONI – I contatti fra Toti e Naccarato proseguono. L’imprenditore riceve una nuova telefonata dall’ad di Eurnova, il quale gli di che che “avrà modo di definire compiutamente due situazioni nelle quali sono entrambi impegnati – si legge nell’informativa – Naccarato si dilunga sulla prima di tali operazioni, riguardante un fondo con riferimento al quale egli dice di dover interloquire con tale Tamburrini”, che gli inquirenti identificano in Roberto Tamburrini, presidente della società di investimenti Gwm Group e contry manager Italia di Gwm Alternative Investiments. Per quanto concerne la seconda operazione, “che lo stesso Naccarato afferma essere di interesse preminente, non viene esplicitato né l’oggetto né il nome della persona con cui lo stesso interloquirà il successivo martedì”.
LE ADERENZE CON IL PATTO PARNASI-LANZALONE – Chi indaga ha ricollegato la descrizione della prima operazione con la conversazione intercettata ad aprile 2018 fra Luca Parnasi e il “facilitatore” del Campidoglio, Luca Lanzalone, durante la quale il costruttore racconta che “intende realizzare un’operazione di ristrutturazione di un fondo denominato Eta, riguardante Porta di Roma”. Nella circostanza, “Parnasi riferisce che a Lanzalone che lui e i suoi soci Costantini e Sonzogni potrebbero lavorare nell’ambito di tale operazione, anche perché, a suo dire, esiste una causa da 70 milioni verso il Comune di Roma”. Parnasi aggiungeva che Lanzalone “in forza del proprio ruolo nell’ambito del Comune, dovrebbe interlquire con i referenti dello stesso Ente Locale per sollecitarli a chiudere la causa: ‘Gli dici ragazzi’, ‘sta cosa va sistemata!’”.
FONTI EURNOVA: “LO STADIO NON C’ENTRA, NESSUN RILIEVO PENALE” – Ambienti vicini ali nuovi vertici di Eurnova Spa spiegano a IlFattoQuotidiano.it che “la vicenda raccontata nel brogliaccio non solo non c’entra nulla con lo stadio della Roma ma riguarda il dott. Naccarato nella qualità di consulente dall’esperienza pluriennale” e dunque che “stiamo parlando del nulla”.