L'Italia è il primo Paese del G7 a sottoscrivere un accordo sul discusso maxipiano infrastrutturale della Repubblica popolare. Ue e Usa contrari. Il premier Conte: "Impostare relazioni più efficaci". Salvini: "Bene ma deve essere a parità di condizioni. Non mi si venga a dire che in Cina vige il mercato libero". Di Maio: "Ha il diritto di parlare, io come ministro ho il dovere di fare i fatti che sono la firma di accordi per 2,5 miliardi"
Mancava solo la firma per chiudere il discusso memorandum tra Roma e Pechino sulla via della Seta e altri 29 accordi commerciali e istituzionali per un valore di circa 2,5 miliardi. Le intese sono state siglate sabato 23 marzo a villa Madama dal presidente cinese Xi Jinping, accompagnato dai suoi ministri, e dal premier Giuseppe Conte. Per il governo era presente anche il vicepremier Luigi Di Maio, mentre il leader leghista Matteo Salvini ha scelto di andare a Cernobbio al forum di Confcomemrcio: “Sono contento che il presidente cinese venga in Italia, bene il memorandum, ma questo deve essere a parità di condizioni“, ha commentato: “Non è una competizione normale, non mi si venga a dire che in Cina vige il mercato libero“. Il leader M5s ha replicato dicendo che “Salvini ha il diritto di parlare, io come ministro del Mise ho il dovere di fare i fatti e i fatti sono la firma di accordi per 2,5 miliardi. Con questi accordi ci aspettiamo un riequilibrio della nostra bilancia commerciale con la Cina. C’è troppo Made in Cina in Italia e poco Made in Italy in Cina”. In serata ha scritto un lungo post su Facebook in cui ha parlato di “un traguardo storico”. Secondo Conte, Italia e Cina devono “impostare relazioni più efficaci e costruire meglio rapporti che sono già molto buoni”. Nel pomeriggio Xi è volato a Palermo, per poi tornare in patria insieme alla moglie.
Gli accordi commerciali: in campo Eni, Ansaldo, Snam, Intesa, Danieli e i porti di Trieste e Genova – Il valore degli accordi siglati, secondo l’Adnkronos, ammonta a circa 2,5 miliardi, con un potenziale di 20 miliardi considerando l’effetto ‘volano’ delle intese raggiunte. Tra il resto, la Cina autorizzerà Cassa depositi e prestiti ad emettere ‘Panda bond‘, consentendo all’Italia di essere il primo tra i principali Paesi europei a vendere debito agli investitori nella Cina continentale.
Le intese istituzionali: dallo stop a doppia imposizione a export di agrumi – Le diciannove intese istituzionali, oltre alla collaborazione nell’ambito della ‘Via della Seta Economica’ e dell’Iniziativa per una Via della Seta marittima del 21° secolo, vanno dalla promozione della collaborazione tra startup innovative all’accordo tra governi per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali passando per un protocollo sui requisiti fitosanitari per l’esportazione di agrumi freschi dall’Italia alla Cina e un memorandum sulla prevenzione dei furti, degli scavi clandestini, importazione, esportazione, traffico e transito illecito di beni culturali e sulla promozione della loro restituzione. C’è poi anche la restituzione di 796 reperti archeologici appartenenti al patrimonio culturale cinese. Due i gemellaggi: tra Verona e Hangzhou e tra l’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e il comitato di gestione per il patrimonio dei “Terrazzamenti del Riso di Honghe Hani” dello Yunnan. La Rai ha firmato un memorandum con China media group e l’agenzia Spaziale Italiana con la China National Space Administration.
I dubbi Ue sulla nuova Via della seta – L’Italia è il primo Paese del G7 a siglare un accordo sul maxipiano infrastrutturale della Repubblica popolare, che comprende porti, linee ferroviarie, strade e corridoi marittimi. E i partner europei si sono messi di traverso per il timore che questa firma rompa il fronte comune necessario per ottenere da Pechino concessioni sul fronte della reciprocità nell’accesso agli appalti pubblici: oggi le aziende europee sono tagliate fuori dai lavori in Cina e la Commissione è in pressing sui 28 perché approvino il cosiddetto Strumento per gli appalti internazionali (Ipi), che prevede l’apertura di un’indagine da parte della Commissione sulle pratiche restrittive di un Paese terzo nei confronti di imprese europee e l’apertura di un dialogo con il Paese coinvolto per trovare rimedi. Solo come ultima spiaggia Bruxelles applicherebbe a sua volta misure restrittive nei confronti delle imprese, beni e servizi di questo Paese terzo, ma con voto finale degli stati membri che avrebbero quindi l’ultima parola. Roma si è astenuta.
Washington Post: “Governo populista rompe le righe con l’Occidente” – Critici anche gli Usa, preoccupati che l’apertura da parte di un membro della Ue possa minare gli sforzi di Washington per chiudere la guerra commerciale con la Cina. Oggi il Washington Post dedica alla visita in Italia del presidente cinese un pezzo intitolato Un’Italia ‘provocatoria’ (defiant) diventa il primo Paese del G7 a firmare l’iniziativa per la Via della Seta. L’articolo si apre con la descrizione della “calorosa accoglienza” ricevuta da Xi, anche per “gli standard decorosi delle visite di Stato”, un’accoglienza iniziata nel momento in cui il presidente cinese è entrato nello spazio aereo italiano e “due caccia del Paese ospite hanno scortato il suo aereo”. Secondo il quotidiano americano, “il simbolo geopoliticamente più importante, e controverso, di questa accoglienza è la firma” del memorandum, con l’Italia che diventa il primo Paese del G7 a farlo. “L’Italia, la cui economia è in affanno da decenni, sostiene i potenziali benefici economici sono troppo grandi per rinunciarvi. Ma con la firma dell’accordo, il governo populista sta rompendo le righe con i Paesi più potenti dell’Occidente, sfidando gli auspici dell’amministrazione Trump ed evidenziando il dibattito inquieto all’interno dell’Europa su come trattare le ambizioni di una Cina che si espande globalmente”.