Il trionfo della Lega che triplica i voti (dal 6,2% al 19) e si prende la settima Regione di fila dopo Molise, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Abruzzo e Sardegna. I 5 stelle che crollano dal 44,3 al 20,5% dei consensi, ma rivendicano di essere il primo partito. Le elezioni in Basilicata consegnano la vittoria al candidato del centrodestra Vito Bardi, fortemente voluto da Silvio Berlusconi, ma soprattutto confermano il sostegno del Paese alle forze di maggioranza. La benedizione e la rassicurazione che il governo non cadrà (almeno per il momento) è arrivata dallo stesso vicepremier del Carroccio: “La sommatoria dei voti di Lega e 5 Stelle“, ha detto, “è ancora la maggioranza assoluta in questo Paese, quindi abbiamo ancora entrambi da essere contenti. Il mio avversario è il Pd. Tutte le Regioni in cui governa la Lega erano governate dal Pd. E quindi un conto è il dato locale. Poi ci saranno il Piemonte, l’Emilia Romagna, la Toscana, le Marche, l’Umbria, la Calabria, tutte Regioni governate dalla sinistra”. Quindi, per ora, lo schema a livello nazionale non cambia.
La situazione non è così facile per i 5 stelle. Di Maio ha deciso di commentare già in mattinata, attaccando i giornalisti e rivendicando il buon risultato. “Abbiamo battuto tutte le liste“, ha scritto su Facebook, “anche quelle con gli impresentabili dentro, anche quelle con i portavoti di Pittella”. La crisi dei consensi però è molto forte e lo stesso candidato grillino Antonio Mattia ha detto di essere “deluso”: era candidato da agosto scorso e aveva lavorato molto sul territorio (a questo si deve il 30 per cento ottenuto a Matera), ma ancora una volta non è bastato. Proprio in questi giorni i 5 stelle stanno discutendo di organizzazione interna con gli attivisti e l’alleanza con le liste civiche potrebbe essere la svolta necessaria per salvare i risultati, almeno sul territorio. Il primo a cercare lo strappo oggi è stato il senatore M5s Gianluigi Paragone: “Non possiamo fare a meno di Alessandro Di Battista“, ha scritto sulla sua pagina in riferimento all’assenza di uno dei leader 5 stelle più “movimentisti” che, dalle elezioni in Abruzzo, non si è più fatto vedere in giro. E poi in un video, il senatore ha aggiunto: “Per vincere dobbiamo tornare a essere cazzuti”.
Intanto sul fronte dell’opposizione si muove poco. Il Partito democratico ha esultato per il +7 per cento rispetto alle nazionali, ma intanto in consiglio regionale il più votato in assoluto è stato l’ex governatore Marcello Pittella, travolto dallo scandalo giudiziario sulla sanità a luglio scorso. Ma soprattutto se fonti interne del partito hanno fatto sapere alle agenzie stampa che il clima è di grande soddisfazione, la versione non è stata condivisa da tutti: “Fino a quando esulteremo per il secondo posto?”, ha scritto su Twitter la vice presidente Pd Anna Ascani. E’ intervenuto poi il neosegretario Nicola Zingaretti: “La Basilicata conferma che l’alternativa a Salvini e al centrodestra siamo noi. Neanche questo era scontato”. E ha chiuso: “Ora il Pd deve rinnovare e allargare”.
Ancora più difficile la situazione in Forza Italia. Continuano a chiedere alla Lega di mollare i 5 stelle, ma senza effetti per il momento: gli azzurri hanno perso ancora consensi sul territorio, nonostante il candidato che ha vinto sia stato scelto dallo stesso Silvio Berlusconi. Un segno chiaro che chi comanda, anche nella coalizione, è stabilmente la Lega.
La vittoria del centrodestra, Lega festeggia. Ma Fi: “La stagione del governo è alla fine”
Il centrodestra vince, ma chi esulta davvero è la Lega. Certo Vito Bardi, il generale della Guardia di finanza in pensione appena eletto presidente con il 41,9 per cento dei voti, è stato voluto da Silvio Berlusconi in persona che ora tornerà a chiedere all’alleato di mollare i 5 stelle. Ma è il Carroccio il primo a festeggiare i risultati, passando in pochi mesi dal 6,2% (elezioni politiche di marzo) al 19 per cento dei consensi. “Grazie!”, ha scritto di prima mattina su Facebook il ministro dell’Interno. “La Lega in un anno triplica i voti, vittoria anche in Basilicata! 7 a 0, saluti alla sinistra e ora si cambia l’Europa”. Il segnale è chiaro: per i leghisti inizia la campagna elettorale per le Europee e il sorpasso del centrodestra nel governo delle Regioni, ma soprattutto il risultato deludente dei 5 stelle che seppur prima lista sono passati dal 44 per cento al 20, sono il primo segnale di una vittoria su cui punteranno tutto.
E in questa corsa, chi teme di essere schiacciato dallo strapotere leghista è proprio Forza Italia: nonostante Bardi fosse uomo di Berlusconi, in prima persona impegnato nella campagna elettorale, gli azzurri sono passati dal 12 al 9 per cento perdendo ancora consensi sul territorio. Eppure Fi ci prova a ritirarsi a casa l’alleato: “Mi sembra che gli italiani, se verrà confermato il dato, ci dicono che vogliono un governo di centrodestra e che la stagione del governo Lega-M5s è alla fine”, ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani in collegamento telefonico con il Tg2. Ma per il momento Salvini non ha alcuna intenzione di strappare, specie prima del voto Ue di fine maggio.
Insomma il clima di euforia è tutto per il Carroccio. “In Basilicata”, ha dichiarato il presidente del Veneto Luca Zaia, “è stato ottenuto un risultato storico, perché questa Regione era sempre stata governata dal centrosinistra, a differenza di Abruzzo e Sardegna, le ultime nostre conquiste, dove in passato c’era stata un’alternanza al governo regionale. E’ anche una vittoria personale di Matteo Salvini, che ha gettato anima e corpo in una sfida unica: espugnare una roccaforte del centrosinistra. Ora pancia a terra e lavorare per ricambiare la fiducia avuta dagli elettori. Mi auguro che anche con questa Regione si rafforzi ancor di più il movimento autonomista, che possa lambire tutto il Paese, da nord a sud. Avanti tutta”.
M5s, Di Maio: “Siamo prima forza”. Paragone: “Non possiamo fare a meno di Di Battista”
Difficile la situazione per i 5 stelle. Anche se è lontano lo scotto avuto dopo l’Abruzzo, con il silenzio di ore del capo politico Luigi Di Maio e la scomparsa dalla scena politica di Alessandro Di Battista. I grillini si aggrappano al 20 per cento della lista che supera di un solo punto percentuale il Carroccio, ma che resta l’unico segnale positivo a fronte di un forte calo dei consensi.
“Il Movimento 5 stelle è la prima forza politica in Basilicata”, ha scritto Di Maio su Facebook. Quindi è tornato ad attaccare la stampa e le analisi di chi li vuole in crisi: “Gran parte della stampa parla di ‘voti dimezzati in un anno’ e di ‘crollo’, ma la verità è che abbiamo battuto tutte le liste, anche quelle con gli impresentabili dentro, anche quelle con i portavoti di Pittella. A Matera siamo oltre il 30%” Ed è un risultato che conserviamo con grande senso di responsabilità verso il Paese, senza esultanze da stadio. Noi abbiamo un simbolo, una lista. E andiamo avanti così!”. Per Di Maio il vero “tracollo” è quello del Partito democratico: “Considerando il vero tracollo di Pd (che perde ben 16 punti rispetto al 2013) e Forza Italia, se andassimo al voto alle elezioni politiche domani potremmo anche rivincere in quella regione, visto che non esisterebbero le miriadi di liste civetta che hanno assorbito centinaia di voti soprattutto nei Comuni di provincia. I giornali sono dunque liberi di scrivere ciò che credono; quel che conta è che il MoVimento, oggi, è più forte di prima in Basilicata: passa dal 7% delle regionali 2013 a oltre il 20% di oggi. E questa non è la nostra storia, è la realtà!”.
Questa lettura rilancia direttamente la discussione in corso su Rousseau per far fare “il salto” al Movimento 5 stelle: “Al nostro interno”, ha detto il sottosegretario all’Ambiente Salvatore Micillo, “c’è una riflessione se è venuto il momento di ragionare con altre liste civiche presenti sul territorio. Essere sempre primi come partito, ma secondi tenendo conto delle coalizioni, ha aperto una riflessione anche tra i nostri militanti per poter percorrere altre strade”. All’attacco dei giornalisti invece è andata, in linea con quanto detto da Di Maio, la senatrice e vicepresidente di Palazzo Madama Paola Taverna: “Che il M5s sia passato dall’8,9% al 20,3% e che siamo il primo partito in Basilicata nessuno lo dice. Quando il Pd sprofonda dal 24,8% all’8% nessuno ne parla. Gli unici titoli sono ‘tonfo del M5S’. Il tonfo è forse di questa informazione e dei suoi silenzi assordanti”, ha scritto in un Tweet.
Pd, Trerotola: “Abbiamo perso dignitosamente”. Ma Ascani: “Fino a quando esulteremo per il secondo posto?”
Dal Partito democratico hanno fatto sapere di essere soddisfatti per la crescita rispetto alle politiche. “Sono deluso, speravo di vincere. Abbiamo perso dignitosamente”, sono state le parole del candidato del centrosinistra Carlo Trerotola in una conferenza stampa al suo comitato presso il Park Hotel. “Farò opposizione costruttiva in Consiglio regionale per il bene dei cittadini”. Ma non tutti dentro il partito condividono la posizione di ottimismo: “Friuli, Trento, Molise, Abruzzo, Sardegna e Basilicata”, ha scritto su Twitter Anna Ascani, appena neo vice presidente dell’Assemblea Pd. “Alla sesta volta credo che persino il grande Toto Cutugno abbia smesso di esultare per il 2º posto. Noi abbiamo intenzione di andare avanti parecchio?”. Intorno a mezzogiorno è intervenuto il neosegretario Nicola Zingaretti: “La Basilicata conferma che l’alternativa a Salvini e al centrodestra siamo noi. Neanche questo era scontato”.
Da quando @matteorenzi si è dimesso abbiamo perso Friuli, Molise, Abruzzo, Sardegna, Basilicata, Trento e Bolzano. Ma il problema era il carattere di Renzi, ovvio. E finalmente oggi, senza di lui, tutti felici per il secondo posto in Basilicata: felici e perdenti.
— Luciano Nobili (@lucianonobili) March 25, 2019
Fonti interne al partito hanno però parlato di una situazione complessivamente positiva. “Le quattro liste civiche di ispirazione democratica a sostegno di Carlo Trerotola“, hanno detto all’agenzia Ansa, “all’interno delle quali si sono candidati esponenti del Pd e civici, ottengono complessivamente oltre 63.000 voti validi per una percentuale complessiva del 23,1% per un totale di 650 sezioni scrutinate su 681, battendo in maniera inequivocabile il M5s fermo al 20,40% e la Lega al 19,19%. Complessivamente il centrosinistra, relativamente alle politiche del 2018, fa un balzo in avanti di 7 punti percentuali”.