Dopo una notte di interrogatorio, mercoledì scorso aveva confessato di essere stato lui a uccidere Roberta Priore, la donna di 53 anni che da 5 mesi era la sua compagna. Domenica sera Pietro Carlo Artusi si è impiccato alle sbarre della sua cella a San Vittore. Il 48enne, scrive Repubblica, era ancora vivo quando gli agenti della polizia penitenziaria lo hanno trovato con un lenzuolo intorno al collo poco dopo le ore 22. Artusi è stato ricoverato all’ospedale San Carlo dove da questa mattina è stato dichiarato in morte cerebrale. Ora bisognerà capire come mai sia riuscito ad impiccarsi nella cella del quinto reparto del carcere milanese dove si trovava da quando, mercoledì, aveva ammesso l’omicidio della sua compagna.

Roberta Priore era stata trovata morta martedì nella sua casa di via Piranesi, in Zona Porta Vittoria, nella zona Est di Milano. Il femminicidio si era consumato lunedì sera al culmine di una lite, per una presunta gelosia nei confronti di lei, cominciata in un ristorante in zona Ortica. Dal locale Priore e Artusi se ne erano andati ognuno per conto suo. A casa era poi ripresa la discussione. Artusi racconta che entrambi avevano assunto cocaina. “A suo dire l’ha soffocata col cuscino per impedirle di urlare”, aveva riferito mercoledì il capo della squadra mobile Lorenzo Bucossi.

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