Io mi piaccio e vorrei fare l’amore con me. Già, avete letto bene. Siamo dalle parti dell’ “autosessualità”. Un orientamento sessuale che va oltre il semplice narcisismo e la banale cura e apprezzamento di sé. Un breve excursus sul fenomeno l’ha pubblicata il Corriere della Sera riportando la testimonianza di un 33enne italiano. L’uomo che si dichiara autosessuale racconta di essersene accorto gradualmente, prima scherzandoci su poi in modo molto serio. Anche perché è difficile anche per chi si sente tale, riuscire a connotare la propria autosessualità. Il ragazzo prova a fare alcune specifiche. La prima è che pur sentendosi eterosessuale prova attrazione anche per uomini, ovviamente perché gli ricordano qualcosa di lui; e poi che quando gli piace una ragazza pensa subito che “deve piacersi tantissimo anche lei”. Secondo la sessuologa Roberta Rossi “ora se ne parla, ma gli autosessuali ci sono sempre stati”. L’unica novità è che gli è stato dato un nome specifico: “Si tratta di persone che hanno un rapporto con loro stesse sia romantico che sessuale e che preferiscono questo rapporto a quello con gli altri – ha spiegato la Rossi al Corriere – questo orientamento potrebbe essere l’estensione di un aspetto narcisistico, anche se in trent’anni di carriera da psicoterapeuta un caso simile non mi è mai capitato”.
Il caso di Ghia Vitale, invece, è diventato virale su tutti i social nemmeno un mese fa. La giovane scrittrice newyorchese ha dichiarato di essersi fidanzata con se stessa dal 2017 e di aver addirittura programmato un matrimonio sempre invitando a scambiarsi l’anello tra dito medio della sua mano destra a dito medio della sua mano sinistra. Del resto anche il Guardian, nella sua solita paginetta ironica sul tema della sessualità, ha ricordato come le persone che si sentono autosessuali abbiano sottolineato che l’aspetto più evidente del proprio orientamento sia quello di “sentirsi le farfalle nello stomaco” quando pensano a se stesse. Del resto, il desiderio di autobastarsi anche a livello di relazione fisico-corporea pratica porta addirittura ad una sublimazione dell’atto sessuale in sé. “Per me l’autosessualità significa anche essere piuttosto indipendente dal bisogno di avere rapporti sessuali – chiosa il 33enne italiano autosessuale – posso averne, certo, ma ho avuto anche periodi di astinenza che sono durati anni. In quel caso è successa una cosa curiosa: mi sono ‘dimenticato’ come fosse fare sesso al punto da provare curiosità, come fosse la prima volta”.