Un razzo lanciato da Gaza su una casa a nord est di Tel Aviv ha fatto risalire la tensione tra Israele e Hamas. L’esercito israeliano – dopo aver richiamato altre truppe e schierato nuovi Iron Dome, il sistema di difesa antimissili – ha risposto all’ordigno, che ha ferito sette persone tra cui tre bambini, dando il via nel tardo pomeriggio ad attacchi su tutta la Striscia contro obiettivi di Hamas, accusata di essere “responsabile del lancio“. La controreazione, in serata, è stata una salva di razzi partiti dalla Striscia verso Sderot e il sud d’Israele, che hanno fatto suonare le sirene di allarme per ore.

La situazione di forte allarme – aperti i rifugi pubblici in molte città israeliane, Tel Aviv compresa – ha indotto il premier Benyamin Netanyahu ad accorciare la sua visita negli Usa e a ritornare in patria subito dopo l’incontro con Donald Trump. Prima di lasciare Washington, ha incassato il riconoscimento formale americano – siglato dal capo della Casa Bianca – della sovranità di Israele sulle Alture del Golan, occupate dopo la guerra dei Sei giorni. Trump, ha ringraziato Netanyahu, “è il miglior amico che Israele abbia mai avuto e ha mantenuto tutte le promesse fatte”, ha detto il premier che ha portato a casa un risultato importante in vista delle elezioni politiche del 9 aprile. Ma la mossa americana ha fatto infuriare la Russia e la Siria. “Minate la pace e violate la sovranità nazionale“, ha avvertito il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov parlando al telefono con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo. “Flagrante violazione del diritto internazionale”, ha tuonato Damasco, definendo gli Usa “il principale nemico degli arabi”.

Netanyahu questa mattina ha bollato il lancio da Gaza come “un attacco criminale contro Israele al quale reagiremo con forza“. Il razzo, dopo le sirene di allarme che hanno portato gli abitanti nei rifugi, è caduto su una casa di Mishmeret, un moshav (fattoria agricola) nella piana di Sharon, a nord est di Tel Aviv, che si trova quasi a ridosso della Cisgiordania. L’impatto ha semidistrutto l’abitazione e ferito 7 persone: tra questi una ragazzina di 12 anni, un bambino di 3 e un neonato di 18 mesi. Tutti sono stati ricoverati nell’ospedale di Kfar Saba.

Da quel momento la tensione in Israele è schizzata. L’esercito ha preparato la risposta sigillando l’enclave palestinese, chiudendo le zone attorno alla Striscia e inviando altre truppe. Hamas, da Gaza, ha negato di aver lanciato il razzo o, come hanno riferito alcuni media, ha parlato di “errore”. Al tempo stesso ha svuotato i centri di comando e i campi di addestramento in attesa del fuoco israeliano. Poi, insieme alle altre fazioni palestinesi come la Jihad islamica, ha avvertito che in caso di attacco “tutti gli obiettivi in Israele potranno essere colpiti dalla resistenza armata”.

I raid di Israele sulla Striscia hanno avuto inizio poco prime delle 18 (ora locale) e sono proseguiti in serata: attacchi aerei hanno centrato tra gli altri obiettivi un palazzo di tre piani nell’area di Sabra, indicato come il quartier generale segreto dell’intelligence di Hamas. Poi anche l’ufficio – vuoto – del leader di Hamas Ismail Haniyeh, nel rione Nasser, e gli uffici di sicurezza interni dell’organizzazione nel quartiere di Rimal a Gaza City. Al momento si ha notizia solo di feriti.

“Il lancio di oggi del razzo è assolutamente inaccettabile”, ha twittato l’inviato Onu Nickolay Maldenov, aggiungendo di “essere al lavoro intensamente con l’Egitto e tutte le parti, ma la situazione resta molto tesa”. Il presidente palestinese Abu Mazen ha condannato “l’escalation israeliana nella striscia di Gaza”, mentre la comunità internazionale ha censurato i lanci di razzi da Gaza, Italia compresa. La Farnesina, “nel ribadire il diritto di Israele all’auto-difesa”, ha rinnovato l’appello “a tutte le parti affinché venga evitata un’escalation”. Che al momento, però, sembra difficile da frenare.

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