Tra amnesie, dietrofront e repentino cambio strategico, il 5G apre l’ennesimo caso di incoerenza politica nella maggioranza. Quanto seminato dai 5 Stelle all’opposizione non è nel raccolto di governo. Lo dimostrano i ministri Alfonso Bonafede, Giulia Grillo e il sottosegretario Salvatore Micillo. Interrogando nel 2017 l’ex ministra Beatrice Lorenzin, proprio Micillo chiedeva protezione per gli elettrosensibili, esposti ai pericolosi rischi delle radiofrequenze: cittadini clamorosamente dimenticati affermando una non dimostrata sicurezza del 5G, appuntati i galloni del dicastero ambientale.
Giulia Grillo, strenua oppositrice dell’elettrosmog siciliano nel Muos, ce la ricordiamo tutti; così come tutti stiamo valutando l’imperdonabile inerzia ponziopilatesca mostrata sui pericoli sanitari del 5G a cui vorrebbe esporci senza contromisure né controlli di sorta, nonostante in Germania venga promosso uno studio preliminare sui pericoli delle radiofrequenze prima di mettere all’asta le nuove bande (l’esatto opposto di quanto commesso in Italia).
Il caso di Bonafede è poi ancora più clamoroso, se non altro perché la denuncia arriva dalla viva voce di un sopravvissuto da cancro da cellulare che il Guardasigilli ha assistito da avvocato nel tribunale di Firenze in una causa finita (c’è ora l’appello) con la condanna dell’Inail per malattia professionale al 16% per un neurinoma ipsilaterale del nervo acustico (un tumore dell’ottavo nervo cranico causato da elettrosmog). “Il ministro di Giustizia, collega di partito e di governo di Luigi Di Maio e Giulia Grillo, ha il dovere di gridare ai suoi sodali e all’opinione pubblica, dall’alto della sua posizione, una verità che ha potuto toccare con mano. Ora più che mai con la minaccia del 5G abbiamo terribilmente bisogno di voci ‘fuori dal coro’ che ristabiliscano un minimo di decenza informativa a salvaguardia della salute pubblica”.
Così dal basso, nonostante le dimenticanze di governo, monta l’Italia Stop 5G. Dopo il primo meeting nazionale di Vicovaro (ripreso in maniera distorta da Striscia la Notizia), nel fine settimana si terrà a Milano il summit nazionale su elettrosensibilità, malattie e pericoli del 5G (tra i relatori, autorevoli medici e scienziati anche di fama internazionale). Nella rivendicazione di una sacrosanta moratoria in attesa di studi preliminari sui pericolo per la salute, intanto cresce l’alleanza italiana Stop 5G. Si tratta di una rete trasversale apartitica ed eterogenea, composta da quanti si battono in difesa del diritto costituzionale per la tutela della salute (art. 32) nell’applicazione del principio di precauzione sancito dall’Unione europea.
Amalgamanti gli intenti, finora sono state prodotte sette interrogazioni parlamentari tra Camera dei Deputati e Senato, promosse da diversi parlamentari sia di maggioranza che di opposizione. E’ stata tenuta una conferenza stampa a Montecitorio, in cui è stata consegnata ai politici una petizione da oltre 11mila firme per il governo, per chiedere coi cittadini una moratoria. Ci sono state due audizioni in Commissione parlamentare da parte di medici e scienziati aderenti all’alleanza italiana Stop 5G. Si contano poi quattro mozioni/interrogazioni per la precauzione presentate nei Consigli regionali di Lazio, Piemonte, Umbria e Valle d’Aosta, una mozione Stop 5G nella provincia autonoma di Trento e altre sette mozioni per la precauzione presentate in vari Comuni e Municipi d’Italia (tra cui Roma e Firenze), senza contare i numerosi sindaci tra i 120 primi cittadini dei piccoli comuni d’Italia individuati dall’AgCom per l’attivazione della fase sperimentale che si sono apertamente dichiarati contrari all’adozione del 5G.
Insomma, nonostante gli spot pubblicitari e le ammalianti sirene disseminate lungo la Via della Seta digitale, avanza e cresce un’Italia consapevole dei rischi che a gran voce chiede di fermare subito il 5G, vero e proprio tsunami elettromagnetico senza precedenti nella storia dell’umanità. Di cui, francamente, vorremmo fare a meno. Per non finire, con l’intelligenza artificiale, tutti nell’era del transumanesimo.