Proposta di legge a prima firma Alberto Stefani, deputato vicino al ministro Fontana, che introduce un'alternativa all'interruzione volontaria di gravidanza. Bonafede e Lezzi: "No a interventi sulla 194". Di Maio: "Legge indiscutibile, pensiamo a sostenere le famiglie". Il leader del Carroccio: "Polemiche inesistenti"
La Lega presenta alla Camera una proposta di legge a prima firma Alberto Stefani, giovane deputato del Carroccio vicino al ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, che si propone di limitare gli effetti della legge 194 che regola l’aborto introducendo la possibilità, in alternativa all’interruzione volontaria di gravidanza, di “ottenere lo stato di adottabilità del concepito”. Una proposta che fa insorgere il M5s a difesa della legge sull’aborto. “Non ci sono dubbi che la legge 194 sia una conquista del nostro Paese. Mi guarderei bene dall’intervenire“, ha detto questa mattina a Radio Capital il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, seguito poi dalla collega Barbara Lezzi. Tant’è che a frenare i suoi ci ha pensato direttamente Matteo Salvini: “Polemiche inesistenti. Noi tuteliamo le famiglie italiane. Ma divorzio, aborto, parità di diritti tra donne e uomini, libertà di scelta per tutti non sono in discussione“. Una posizione che ha voluto ribadire anche l’altro vicepremier Luigi Di Maio: “”Parlare della 194 non ha senso, è un falso problema. Inutile discutere su queste cose, è evidente che parliamo di una legge indiscutibile“. Sullo sfondo del botta e risposta tra Lega e M5s rimane sempre il congresso della famiglia in programma a Verona dal 29 al 31 marzo prossimi.
La proposta di legge targata Carroccio e anticipata lunedì da Il Messaggero prevede in sostanza di estendere il concetto di adozione già al momento del concepimento. Ad oggi infatti esiste già una legge che permette alla donna di partorire in anonimato e di consentire, seduta stante, l’avvio di una procedura di adozione. Il testo leghista permetterebbe di fare un passo in più, introducendo appunto lo stato di “adottabilità del concepito” che sarebbe disposto “con decreto del tribunale per i minorenni” prima della nascita del bambino, precludendo tuttavia “ogni possibile forma di ‘commercio’ tra la madre naturale e la coppia” che adotterà il piccolo.
“La donna, fino al momento della nascita e nei 7 giorni successivi, può sempre e liberamente revocare il proprio consenso allo stato di adottabilità del concepito – viene inoltre precisato nella proposta di legge – Il tribunale per i minorenni, entro 7 giorni dalla nascita del concepito dichiarato adottabile, sceglie la coppia tra un apposito elenco di coppie la cui residenza è posta a una distanza non inferiore a 500 chilometri dal luogo di nascita del concepito e dispone l’affidamento preadottivo, ai fini della successiva adozione”. Benché si tratti di una misura – sostiene il testo – che non costituisce una forma “di riduzione della possibilità di accedere alle disposizioni della legge 194” e vuole rappresentare “esclusivamente” una “forma alternativa all’interruzione volontaria di gravidanza”, da molti viene interpretata come un primo grimaldello per intervenire sulla legge del 1978.
Per questo ai microfoni di Radio Capital il ministro Bonafede ha voluto precisare: “Non conosco la proposta in questione, il parlamento la analizzerà. Ma non ci sono dubbi che la 194 è stata una conquista di civiltà giuridica e sociale del nostro paese e mi guarderei bene dall’andare a rivederla. Poi si possono sempre migliorare le situazioni, ma i principi non sono in discussione”. Una sottolineatura ribadita anche dalla ministra per il Sud: “Non c’è alcuno spazio per interventi o revisioni sull’interruzione volontaria della gravidanza. Il principio di autodeterminazione sancito dalla Legge 194 non può essere stravolto. Ricordo – ha aggiunto Barbara Lezzi – che quella sull’aborto è una scelta estremamente dolorosa e difficile e legare questo dramma al tema della crescita demografica sarebbe, nella sua insensatezza, offensivo“.
Proprio a questo concetto si lega anche Di Maio quando definisce la 194 “un falso problema”. “Pensiamo a sostenere le famiglie, a mettere in condizione le mamme di portare avanti una gravidanza, di aiutare le giovani coppie con incentivi”, dice il vicepremier. “Dobbiamo ispirarci al modello francese: servono rimborsi per asili nido, incentivi per l’acquisto di pannolini e baby sitter, l’Iva agevolata per prodotti neonatali, per infanzia e terza età. Come governo dobbiamo lavorare a questo per sostenere le famiglie italiane”, conclude Di Maio.
“I principi fondanti della 194 sono intoccabili. Nessuno può mettere in discussione un sistema di garanzie molto importante, una conquista per la nostra società civile. Esiste una legge che consente alla donna di partorire in anonimato, con l’avvio immediato delle procedure di adozione del bambino non riconosciuto tramite segnalazione alla Procura presso il Tribunale per i minorenni. Per cui sarebbe necessario andare avanti piuttosto che guardare indietro“, dichiarano in una nota congiunta i parlamentari pentastellati delle commissioni Giustizia e Affari alla Camera. “La violenza sulle donne, di cui si parla tanto per i dati impietosi con cui purtroppo siamo costretti a fare i conti, è anche cercare sistematicamente di minarne diritti, libertà e possibilità di scelta”, scrive in un’altra nota la senatrice Alessandra Maiorino, capogruppo M5s in Commissione d’inchiesta sul femminicidio. “Grazie alla legge 194 non solo si è risolto il problema degli aborti clandestini che mietevano vittime in modo drammatico, ma è stata ottenuta una diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza: dall’ultimo rapporto si evince un -4,9% nel 2017 rispetto al 2016 e -65.6% rispetto al 1982. Ognuno la pensi pure come vuole, ma sui diritti non si discute”, conclude la senatrice.