Altro che tregua e lealtà delle minoranze. Dopo il voto in Basilicata, da parte dei renziani – o almeno dall’area di minoranza di Roberto Giachetti ed Anna Ascani – sono ripartiti già gli attacchi verso la nuova segreteria di Nicola Zingaretti. “Smettiamo di esultare per i secondi posti”, aveva detto proprio Ascani. E non solo. Parole tutt’altro che digerite dalla nuova maggioranza dem. “È già ripartito il fuoco amico“, c’è chi rivendica, come Cesare Damiano. “Questa è guerriglia, almeno da una parte di quel mondo“, sottolinea pure Rosa Maria Di Giorgi, già a sua volta renziana. E anche Francesco Boccia attacca: “Se siamo in queste condizioni qualcuno deve farsi una domanda. Il 4 marzo eravamo al 18%“. Ma i renziani smentiscono la ricostruzione: “Noi diciamo quello che pensiamo, il fuoco amico è un’altra cosa. Lo facevano loro”, spiegano in coro sia Giachetti che Nobili. E se Ettore Rosato nega attacchi, non esclude però che dai comitati civici renziani (al quale è al lavoro insieme a Ivan Scalfarotto) lanciati all’ultima edizione della Leopolda, possano nascere liste civiche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali: “Se garantiamo che non nasceranno? Io garantire il futuro? Noi vogliamo dare una casa a tante persone che vogliono dare un contributo di idee”, taglia corto. Domani chissà. Tutto mentre Matteo Renzi resta in disparte, lontano dal Nazareno.