Ripartire da un hobby nascosto come la fotografia per allestire una raccolta “Personale” di canzoni associate a momenti rubati dell’anima. Questa è la nuova missione di Fiorella Mannoia, che si presenta con un disco di tredici brani inediti che mettono assieme la speranza, ma anche la consapevolezza del cambiamento dei tempi. Una società che usa le parole come armi e che va contrastata solo con l’amore. Tantissimi gli autori che hanno firmato questo disco dai giovani come Federica Abbate e Daniele Magro, passando a firme storiche come Ivano Fossati, con incursione di amici come Luca Barbarossa. Tour al via da maggio in tutta Italia fino al prossimo ottobre. “Questo è un disco d’amore nel senso più ampio del termine – spiega Fiorella -, ci sono storie d’amore che nascono e finiscono. E’ anche un disco di speranza”.
Perché allestire una mostra “Personale” di fotografie e canzoni?
Non avevo mai pensato di comprare una macchinetta fotografica, un giorno l’ho fatto per caso e da allora mi si è aperto un mondo. Ho scoperto questa passione di recente, da due anni, e ho aperto un profilo Instagram sotto un altro nome per pubblicare delle foto per puro divertimento. Poi sono stati i miei collaboratori, vedendo queste foto, ad invitarmi a metterle nel disco.
E cosa è successo dopo?
Ho scelto le foto che meglio si abbinavano alle canzoni. Quindi “Personale” è una modesta raccolta di storie interpretate attraverso la musica e di storie raccontate attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica. Perché le fotografie raccontano prima di tutto delle storie, esattamente delle canzoni. Essere appassionati di qualcosa è la più grande fortuna che si possa avere. Non c’è età per scoprire nuove passioni. Mi è cambiata la percezione della realtà! Adesso cammino come un cacciatore e mi guardo sempre intorno per vedere se c’è un qualcosa che merita di essere immortalata. Farò una mostra vera e propria quando sarò pronta e convinta di affrontare il giudizio dei fotografi veri.
In uno dei brani del disco, “Riparare”, lei canta: “Ho corso troppo in questi anni moderni con la speranza che arrivassero i migliori. E mi sbagliavo”. In cosa si è sbagliata?
E’ un invito alle nuove generazioni. Muoviti fai la rivoluzione perché lo devi fare, però proteggiti, proteggi il tuo cuore! Noi abbiamo tentato di cambiare le cose negli Anni 60/70 e non ci siamo riusciti. Quando ero piccola e pensavo al 2000, fantasticavo che avremmo risolto un sacco di problemi e che avremmo viaggiato nello spazio. Insomma che finalmente tutti i problemi dell’umanità sarebbero stati risolti, ma non è successo nulla. C’è stata una disillusione completa e il mondo oggi sta peggio di prima perché le sorti del pianeta sono in mano al 10% della popolazione mondiale che detiene la ricchezza. Nessuno li fermerà questi potenti e ci saranno sempre milioni profughi e poveri che si sposteranno e continueranno a farlo. Non li fermerà nessuno, ma ce ne saranno sempre altri in arrivo perché la vita e la sopravvivenza hanno più forza di qualsiasi dittatura. Dobbiamo farci pace, questo sarà il nostro futuro e dobbiamo imparare a iniziare a conoscerci.
Delusa?
Se parla del Movimento 5 Stelle, mi sono esposta. E quando ti esponi lo metti in conto che puoi sbagliare. Non è la prima volta che mi sbaglio, non mi pento di essermi esposta. In me non c’è pentimento nella speranza. Sono più arrabbiata che pentita. Ma poi in America si espongono tutti, dagli attori ai cantanti. Solo in Italia succede che un artista che parla anche di politica faccia “scandalo”. Io l’ho sempre fatto.
Cosa la lascia perplessa?
Il linguaggio che si usa oggi è pericoloso, non sono tanto i temi trattati, ma come spieghi i concetti. Perché le parole sono come armi e se vai a stuzzicare la pancia delle persone che vivono sulla loro pelle i problemi è molto pericoloso. C’è una sintesi generalizzata dovuta anche ai social, dove si trovano parole di odio. Allora bisogna stare attenti perché poi purtroppo le persone reagiscono, dicendo cose che non avrebbero mai detto per pudore ed educazione, mentre ora si sentono legittimati a dire qualsiasi cosa. Una volta l’uso quotidiano dei social era più che altro per gli artisti, ora le nuove star sono i politici che ogni giorno pensano a cosa pubblicare. Una volta addentano un panino, altre volte mangiano la pizza…
Qual è la via d’uscita?
Oggi le parole sono come le armi e l’unica opposizione possibile sono le carezze.