In visita in Russia, il capo di Stato ha detto a Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma, che il Libano sta affrontando la "terribile conseguenza economica" della crisi siriana e ha espresso l'auspicio che il Cremlino voglia aiutare Beirut nel rimpatriare gli 1,5 milioni di profughi arrivati durante la guerra. E ha chiesto un aiuto all'Unione europea: la grave crisi economica in cui versa il Paese dei cedri "potrebbe portare i rifugiati a cercare altre alternative e i Paesi europei sarebbero per loro la prima meta"
“Nuove ondate migratorie verso l’Europa inizieranno presto“. La profezia porta la firma di Michel Aoun, presidente del Libano, Paese che ospita due milioni di profughi e che ora, alle prese con una grave crisi economica, e che ora chiede un sostegno a Bruxelles.
In visita in Russia, Aoun ha detto a Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma, che il Libano sta affrontando la “terribile conseguenza economica” della crisi siriana e ha espresso l’auspicio che il Cremlino voglia aiutare Beirut nel rimpatriare i profughi confluiti nel Paese negli anni della guerra civile prima e della lotta contro l’Isis poi.
“Abbiamo 500mila rifugiati palestinesi e circa 1,5 milioni di siriani. E’ un numero troppo grande per il nostro Paese – ha spiegato Aoun, citato dall’agenzia russa Tass – Presto ci saranno nuove ondate di migranti verso l’Europa“. “E’ nell’interesse dell’Europa risolvere la questione dei profughi siriani perché la difficile situazione in Libano potrebbe portare i rifugiati a cercare altre alternative e i Paesi europei sarebbero per loro la prima meta“, ha aggiunto il capo di Stato come riporta l’agenzia ufficiale Nna.
Aoun ha parlato anche del riconoscimento della sovranità di Israele sulle Alture del Golan da parte degli Stati Uniti: “Il Medioriente è diventato ostaggio delle relazioni tra la Russia e gli Stati Uniti”, ha detto il presidente libanese secondo quanto riporta Interfax. “La decisione di Trump influisce anche sugli interessi del Libano”, ha aggiunto Aoun sottolineando che “il leader di uno stato straniero non ha il diritto di disporre dei territori di qualcun altro in questo modo”.