“Salvini ci fa ombra? E’ vero, ma Luigi riesce a replicare bene. Adesso è in versione Bud Spencer“. Così, ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, il sottosegretario M5s alle Finanze, Alessio Villarosa, commenta ironicamente il rapporto di forza tra i due vicepresidenti del Consiglio.
Il politico si esprime anche sull’esito delle elezioni regionali in Basilicata: “Per me è un grande risultato, io avevo pronosticato un 16&, forse perché mi sono fatto coinvolgere dalla narrativa che sento in giro. A leggere i giornali sembra che il M5s abbia la peste, ogni cosa che fa è sbagliata. A me sembra di lavorare giornalmente bene, dalla mattina alla sera”.
Villarosa si sofferma poi sulla sentenza del Tribunale dell’Ue, che ha annullato la decisione della Commissione di Bruxelles, secondo cui un intervento di sostegno di un consorzio di diritto privato a favore di uno dei suoi membri costituiva un “aiuto concesso da uno Stato”. La sentenza si riferisce all’aiuto del Fondo interbancario di tutela dei depositi, che nel 2014 aveva deciso di coprire il deficit patrimoniale di Banca Tercas e di concedergli determinate garanzie. Tali misure erano state approvate dalla Banca d’Italia, ma la Commissione Ue le aveva bollate come aiuto di Stato, decisione che ha avuto un impatto considerevole sulle modalità con cui sono stati portati a termine i salvataggi bancari successivi.
“Stiamo raccogliendo le carte” – afferma il sottosegretario – “me ne sto occupando io in prima persona, perché il punto fondamentale di tutte le crisi bancarie di questi anni parte proprio da quella decisione dell’esecutivo Ue su Tercas. Noi come M5s siamo stati tra i primi a dire che quel Fondo si poteva utilizzare, che i soldi privati sono delle banche e che non si trattava di aiuto di Stato”.
Villarosa rivela anche che da giorni sollecita il ministro Giovanni Tria affinché firmi il primo decreto attuativo del Fondo indennizzo risparmiatori, previsto dalla manovra per i risparmiatori truffati delle banche andate in crisi dal 2015 al 2017: “Ogni giorno mando un messaggio o una mail al ministro, chiedendogli di firmare immediatamente il decreto. Se potessi, lo firmerei io, ma ovviamente non posso. Tria ha un rispetto anche legittimo per la Commissione Ue, visto che non ha sollevato nessun tipo di problema sul nostro conto, però ha chiesto informazioni. Tria, vista la delicatezza del tema, ha voluto attendere la conclusione delle interlocuzioni con la Ue, che sono state chiuse definitivamente venerdì scorso. Arrivati a questo punto – chiosa – io sinceramente non so cosa stia aspettando Tria. Capisco che è in Cina, ma non c’è bisogno di essere fisicamente a Roma per firmare il decreto. Anche oggi manderò il mio solito messaggino per pregarlo di firmare il prima possibile. Non so più cosa fare. I risparmiatori mi scrivono giornalmente e li capisco”