La genesi del documento – Per comprendere la vicenda bisogna tornare indietro al gennaio 2017. In Campidoglio sono tutti al lavoro per trovare con l’As Roma la quadratura per il nuovo progetto dello stadio. Virginia Raggi, Paolo Berdini, Luca Bergamo e, fra gli altri, anche Luca Lanzalone nel ruolo di consulente. La linea di partenza di buona parte dei consiglieri M5S è quella di cancellare tutto e eventualmente ricominciare da capo, meglio se da un’altra parte, ma dopo il no alle Olimpiadi le pressioni sono tante. Soprattutto, c’è un parere del precedente capo dell’Avvocatura, Rodolfo Murra, il quale sostiene che “in presenza di un atto di ritiro di detta manifestazione di interesse, qualificabile come “revoca” (intesa come nuova rivalutazione dell’interesse pubblico attribuita alla vicenda che ha preso vita con la proposta del privato), il proponente sarebbe teoricamente legittimato a richiedere (…) un indennizzo economico”. Parole che spaventano il Campidoglio, già sotto attacco per la vicenda Marra, anche se arrivano da un legale che Raggi nei mesi precedenti aveva di fatto sfiduciato. Così la sindaca il 13 gennaio decide di affidarsi di nuovo all’Avvocatura, e nel caso specifico ad Andrea Magnanelli, la toga di Tempio di Giove che in quel momento stava seguendo il dossier, con la promessa di mantenere la massima riservatezza. Il legale esegue e si pronuncia il 19 gennaio, rispettando il patto d’onore con la prima cittadina, la quale secreta il documento, senza spiegarne i motivi. Dopo poco più di un mese si giungerà all’accordo con James Pallotta e l’As Roma.
Dov’è finito il foglio segreto? – Se il parere di Magnanelli fosse stato aderente a quello di Murra o comunque alla linea Raggi, per quale motivo la sindaca avrebbe dovuto tenere secretato un documento che ne sosteneva l’azione contraria agli intendimenti iniziali? Se lo sono chiesti in tanti in questi due anni, compresi i consiglieri Cristina Grancio (ex M5S “cacciata” proprio in virtù delle decisioni sullo stadio) e Andrea De Priamo (Fdi) che in due momenti diversi hanno presentato accesso agli atti. E la risposta degli uffici è sempre stata: “L’atto è riservato”. Ora una fonte di Palazzo Senatorio a Ilfattoquotidiano.it racconta una versione diversa. “Il documento non si trova, e non lo trovano nemmeno nel Gabinetto della sindaca”. L’ultima telefonata dell’entourage di Virginia Raggi all’Avvocatura è arrivata giovedì mattina. “Ci inviate il parere sullo stadio della Roma del 19 gennaio?”, è stato chiesto. “Guardate che ce l’avete voi!”, la replica. “Rimandatecelo perché non lo troviamo”. E ancora gli avvocati: “Dopo la prima stampa fatta pervenire alla sindaca, il file è stato cancellato”. In sostanza, a quanto raccontano fonti che preferiscono restare anonime, per evitare fughe di notizie, Magnanelli su disposizione di Sportelli avrebbe cancellato il file dal computer lasciando in vita solo l’unica versione cartacea. Che però da mesi non si trova. “È la terza volta che gli uffici della Raggi chiedono all’Avvocatura una nuova stampa del parere – ci racconta ancora la fonte – le altre due volte è stato per le interrogazioni di Grancio e De Priamo. E la risposta dell’Avvocatura è stata sempre la stessa”. È ovvio che se il documento si trovasse al sicuro nel cassetto della prima cittadina, non ci sarebbe bisogno di chiederlo ai legali capitolini.
Comune: “Informazioni riservate” – Ora che la vicenda torna d’attualità, anche per questioni giudiziarie, urge ritrovare quella stampa. “Come abbiamo sempre detto, si tratta di informazioni riservate. Il documento smarrito? Non sappiamo di cosa stiate parlando”, rispondono dal Campidoglio. Ad ulteriore richiesta di chiarimento inoltrata allo staff della sindaca non è stata data risposta. E nessuna conferma né smentita nemmeno dall’Avvocatura. “Lo sapete che della vicenda non parlo – dice Andrea Magnanelli (foto a sinistra, ndr) raggiunto da Ilfattoquotidiano.it – io ho fatto quello che dovevo fare. Ormai sono passati due anni. Cosa diceva il parere? E chi si ricorda”.