Le polemiche sollevate dalla notizia della sua partecipazione al discusso Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo prossimo hanno fatto cambiare subito idea a Giancarlo Blangiardo. Il nuovo presidente dell’Istat, fortemente voluto alla direzione dell’Istituto di Statistica dalla Lega figura infatti tra gli speaker di un panel dal tema “Protezione della vita e crisi demografica” assieme a Simone Pillon, padre del controverso disegno di legge sulla riforma dell’affido condiviso; Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano La Verità; Giovanni Serpelloni, ex capo del dipartimento anti droga della presidenza del Consiglio a processo per tentata concussione e turbativa d’asta; lo psichiatra Alessandro Meluzzi e Antonio Maria Rinaldi, professore dell’università di Roma.
Il suo ufficio stampa ha fatto sapere all’Ansa che “a fronte del clamore che sta suscitando una sua eventuale presenza, peraltro come studioso, al congresso di Verona, ha rinunciato a partecipare al fine di evitare che una decisione del tutto personale possa essere interpretata come una decisione del presidente dell’Istat”. La sua partecipazione aveva suscitato molte polemiche dal momento che si tratta di un convegno fortemente schierato, con posizioni ultracattoliche che auspicano il ritorno ad una “famiglia naturale” e osteggiano la legge sull’aborto e le unioni gay, e che la tavola rotonda a cui prenderà parte tratta uno dei temi centrali dell’evento, in contrasto con il ruolo che ricopre alla guida dell’Isituto.
Era stata soprattutto la Cgil dell’Istat a prendere le distanze dalla cosa, pubblicando su Facebook una nota di protesta: “Riteniamo che la partecipazione di Blangiardo, che da oltre un mese è il presidente dell’Istat, a un evento così connotato politicamente, metterebbe decisamente a rischio la reputazione del nostro Ente. I lavoratori e le lavoratrici dell’Istat non possono e non devono essere rappresentati dal loro presidente in un Convegno che si propone di discutere la soppressione di diritti fondamentali conquistati dai movimenti delle donne e delle comunità Lgbt. (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Blangiardo si renda conto che, per il ruolo che ora riveste, non può più partecipare a manifestazioni politiche esplicitamente di destra come quella di Verona, che nulla hanno di ‘accademico’ o ‘scientifico’ – continua la nota della Cgil -. Avevamo stigmatizzato il comportamento del professore che negli scorsi mesi, durante il processo di nomina, aveva continuato a partecipare a eventi politici, come la scuola di formazione politica della Lega. Oggi le nostre preoccupazioni si rivelano fondate. La Flc Cgil chiede a nome dei lavoratori che rappresenta al presidente Blangiardo di smentire quello che si legge in rete e di rinunciare a presenziare al congresso di Verona, declinando ufficialmente l’invito“.