Un fascicolo inviato a Siracusa che potrebbe trasformarsi presto in un nuovo caso Diciotti. È l’indagine sulla vicenda Sea Watch. La procura di Roma ha modificato le contestazione
dell’inchiesta contro ignoti inizialmente aperta per omissione di atti di ufficio: adesso si ipotizza ora il reato di sequestro di persona. Il pm Sergio Colaiocco ha inviato il fascicolo, aperto a seguito di un esposto, alla procura di Siracusa, che coordina le verifiche su quanto accaduto e dovrà valutare se esistono gli estremi perché la vicenda passi al tribunale dei ministri. Da Siracusa le carte finiranno presto a Catania per competenza e la vicenda potrebbe diventare un nuovo caso Diciotti. Lo ipotizza lo stesso ministro dell’Interno: “Da Roma è stato mandato alla procura siciliana un atto sul fermo della nave Sea Watch: è in arrivo un altro processo nei confronti del cattivone Salvini? Non lo so, lo scopriremo solo vivendo, come diceva Battisti. Possono denunciare e denunciare, io non cambio idea, i porti italiani restano sigillati“.
Carte a Catania per competenza – Nel gennaio scorso, infatti, la Sea Watch – nave di una ong tedesca – dopo aver soccorso in acque italiane di 47 migranti (di cui 15 minori), dovette attendere per giorni prima di poter attraccare nel porto di Catania. Il fascicolo è stato inviato a Siracusa perché è lì che la nave dovette attendere per giorni il via libera allo sbarco. La procura di Siracusa, a sua volta, trasmetterà già domani a Catania gli atti ricevuti dalla Capitale. Lo annuncia il procuratore Fabio Scavone precisando che tutte le denunce che sono state presentate al suo ufficio sull’ipotesi di un eventuale coinvolgimento di esponenti del governo sono già state inviate alla procura di Catania, senza essere vagliate, perché la competenza sui reati ministeriali è della distrettuale etnea. La stessa cosa, quindi, farà col fascicolo arrivato dalla Procura di Roma.
Dissequestrata nave Mare Jonio – Nel frattempo la procura di Agrigento – con l’aggiunto Salvatore Vella e il sostituto Cecilia Baravelli – ha disposto il dissequestro della nave Mare Jonio della Ong Mediterranea, per “cessate esigenze probatorie, dopo gli accertamenti della Guardia di finanza”. La nave era stata sequestrata la scorsa settimana dopo che aveva salvato, a 46 miglia dalla costa libica, 50 migranti e dopo essere approdata al molo di Lampedusa. “Siamo contenti per il dissequestro della nave Mare Jonio, ce l’aspettavamo. Perché, come sempre abbiamo detto, siamo molto sereni e sicuri. Noi andiamo avanti a testa alta”, ha detto Luca Casarini, il capo missione della nave Mare Jonio. Nel registro degli indagati, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per mancato rispetto dell’ordine di arrestare l’imbarcazione imposto dalla Guardia di finanza, sono stati iscritti il comandante della nave Pietro Marrone e lo stesso Casarini, ascoltato per sette ore, la scorsa settimana, alla brigata delle Fiamme gialle di Lampedusa. Martedì, alla presenza del legale di fiducia, Casarini verrà interrogato alla procura di Agrigento.
Ipotesi nuovo caso Diciotti? – Per quanto concerne la Sea Watch, la procura di Roma aveva aperto un procedimento dopo un esposto presentato a febbraio in cui si ipotizzava, in un primo momento, il reato di omissioni di atti di ufficio. I magistrati capitolini hanno effettuato una serie di accertamenti delegati alla Guardia Costiera da cui risulta che il caso della Sea Watch è paragonabile a quello della Diciotti con la riqualificazione del reato in sequestro di persona. Toccherà ora ai magistrati di Catania decidere: possono archiviare le accuse oppure iscrivere nel registro degli indagati Salvini. In quel caso le carte dovranno finire al tribunale dei ministri etneo. In quel caso la vicenda diventerebbe davvero una replica del caso Diciotti. Su Salvini era già stato chiesto l’autorizzazione a procedere per il leader della Lega, che aveva vietato lo sbarco di 137 migranti (diversi anche minori), tenuti sul pattugliatore della Marina militare per dieci giorni. Il Senato, però, ha bocciato l’autorizzazione a procedere. Nel frattempo, lo stesso tribunale di Catania ha archiviato le posizioni del premier Giuseppe Conte e dei ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. Segno che per i giudici l’ipotesi di sequestro di persona era ipotizzabile solo per Salvini e non per l’intero governo. Adesso bisognerà capire cosa decideranno i pm di Siracusa.