In Piemonte non ci sarà nessuna consultazione popolare sulla Torino-Lione. Per lo meno non sarà il 26 maggio, giorno delle elezioni europee e regionali. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha respinto la proposta fatta dal presidente piemontese Sergio Chiamparino di tenere in quell’election day anche il voto sul Tav e al governatore tutto ciò non è piaciuto: “Evidentemente l’opinione dei cittadini fa paura”, ha dichiarato Chiamparino.

L’idea di consultare direttamente i cittadini si era fatta avanti dopo la prima manifestazione Sì Tav del 10 novembre scorso, quando circa 25mila persone si sono ritrovate in piazza Castello a Torino per esprimere il loro sostegno alla grande opera. A gennaio il presidente piemontese, che ha fatto della battaglia per il Tav un tema centrale della sua campagna elettorale, aveva chiesto al consiglio regionale di indire una consultazione popolare, una sorta di referendum consultivo previsto dallo statuto regionale. E così è stato fatto. Poi, lo scorso 11 marzo, Chiamparino ha inviato al ministro dell’Interno una lettera per chiedere l’accorpamento che “permetterebbe di ottenere la necessaria garanzia di regolarità e nel contempo di conseguire un significativo risparmio economico”.

Oggi da Roma è arrivata la bocciatura della proposta, una bocciatura che secondo Chiamparino è priva di “riferimenti normativi precisi”: “Ritengo che semplicemente non si sia voluta esprimere la volontà politica di far pronunciare i cittadini, trovando le modalità tecniche per farlo senza costi aggiuntivi per la comunità”. A stretto giro Salvini ha risposto a distanza: “Chiamparino non capisce o fa finta di non capire. Il referendum sul Tav non posso convocarlo, ma andrei a votare domani mattina. La responsabilità è della Regione. Sono Chiamparino, il Pd e la sinistra – che da anni governano la Regione – a non averlo reso possibile”. Parole alle quali ha ribattuto lo stesso Chiamparino: “Lo informo di aver capito benissimo. Avevo annunciato di voler tenere una consultazione popolare, prevista dal nostro Statuto e che non ha bisogno di alcuna legge attuativa per essere convocata. Gli avevo chiesto di autorizzarla in concomitanza con le elezioni, e questo è stato da lui negato”. Per il presidente piemontese “non c’è norma regionale che lo impedisca, quelle nazionali non sono precisate, ma tant’è. Le parole stanno a zero, i cittadini fanno paura”.

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