Il proprietario di Randall dovrà versare 2200 euro all’amministrazione comunale che, dopo l’intervento della Polizia locale, per oltre 90 giorni, attraverso l’Ufficio tutela animali, ha rimesso in salute il cane e lo ha aiutato con corsi di riavvicinamento nel rapporto animale-uomo
Si tratta di una sentenza pilota. Il Comune di Milano ha ottenuto un risarcimento, a carico del condannato, come “ente titolare di pubbliche funzioni in materia di convivenza tra uomo e animale”, in un processo penale per l’abbandono di un cane lupo cecoslovacco, Randall, tenuto per giorni in un appartamento in condizioni terribili, senza cibo né acqua, tra escrementi e urina.
Il verdetto del giudice Mauro Gallina del Tribunale di Milano – come riporta l’Ansa – ha condannato il proprietario ad un’ammenda, ma soprattutto per la prima volta ha riconosciuto un risarcimento (2200 euro) all’amministrazione comunale, rappresentata dall’avvocato Marco Dal Toso. Comune che, dopo l’intervento della Polizia locale, per oltre 90 giorni, attraverso l’Ufficio tutela animali, ha rimesso in salute il cane e lo ha aiutato con corsi di riavvicinamento nel rapporto animale-uomo. Per questo Palazzo Marino ha chiesto di costituirsi parte civile.
Il cane con la sentenza è stato tecnicamente confiscato e assegnato ad una persona che per 7 volte è andata ad incontrarlo nel canile. A processo, davanti alla VII sezione penale, è finito un cinese di 23 anni che, stando all’imputazione, avrebbe tenuto Randall “in condizioni incompatibili con la sua natura” dentro un appartamento in via Ferrari, a Milano, “in un ambiente maleodorante e poco igienico”, mentre il vero proprietario dell’animale, che viveva là, se ne era tornato in Cina.
L’amministrazione comunale, con l’Ufficio tutela animali, si è presa cura del cane che era stato sequestrato, dopo le lamentele dei vicini che lo sentivano abbaiare, e ha chiesto e ottenuto di essere parte civile nel processo. Nell’atto di costituzione ha chiarito di essere un ente che si occupa della “protezione e della tutela del benessere, della salute e della dignità degli animali d’affezione”, oltre a far presente che in città almeno il 50% dei single, per esempio, vive con un cane. In più, la stessa amministrazione “ha sostenuto le spese di cura e custodia dell’animale maltrattato” per tre mesi e lo ha, in sostanza, anche rieducato al rapporto con gli uomini, date le condizioni in cui era stato tenuto. Così per la prima volta, almeno a Milano, il Tribunale ha riconosciuto al Comune un risarcimento.
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