La proposta di adeguare il trattamento economico di deputati e senatori a quello degli europarlamentari porterebbe un aumento tra i 3mila e i 5mila euro al mese. La nota dell'ufficio stampa dem prende le distanze anche dal tesoretto di 90 milioni a legislatura per i partiti: "Finanziamento alla politica è tema complesso che andrà discussa nei tempi che il Parlamento si vorrà dare"
Luigi Zanda è stato appena nominato da Nicola Zingaretti come tesoriere del partito, ma già il Pd prova a smarcarsi dalle sue iniziative. Il partito, con una nota, prende di fatto le distanze da Zanda, nominato meno di due settimane fa, sconfessando la proposta di legge che provocherebbe un aumento degli stipendi dei parlamentari. “Non esiste alcuna proposta del Pd sul tema delle indennità dei parlamentari, quanto iniziative di singoli parlamentari, anche autorevoli, nello svolgimento della loro attività istituzionale”, scrive l’ufficio stampa dem in una nota diffusa dopo la polemica scoppiata per la proposta di legge presentata da Zanda al Senato lo scorso 27 febbraio.
L’intenzione del testo proposto dal nuovo tesoriere è quella di adeguare “il trattamento economico dei membri del Parlamento a quello dei parlamentari europei”. L’effetto pratico sarebbe un aumento delle indennità di deputati e senatori che arriverebbero così a guadagnare tra i 16mila e i 19mila euro al mese. Non solo, perché l’uomo che si sta occupando delle casse del partito al posto di Francesco Bonifazi ha rispolverato negli ultimi giorni anche un’altra proposta, depositato a Palazzo Madama l’estate scorsa, che prevede un tesoretto di 90 milioni a legislatura (18 all’anno) per scardinare l’addio al finanziamento pubblico ai partiti sancito dalla riforma Letta del 2014. Una proposta, anche questa, bocciata dalla linea ufficiale del partito nella nota diffusa in mattinata: “Il tema del finanziamento della politica è una questione molto complessa che andrà discussa nei tempi che il Parlamento si vorrà dare”, precisa il Partito Democratico.
Il testo firmato da Zanda prevede in pratica di sganciare i compensi di deputati e senatori da quelli dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di cassazione ed equiparate, come previsto attualmente dalla legge 1261 del 1965. I nuovi stipendi verrebbero invece equiparati “all’indennità parlamentare mensile lorda dei membri del Parlamento europeo”.
Un compenso leggermente inferiore, come dice l’autorevole esponente dem? Il compenso mensile di un parlamentare attivo a Bruxelles è di 8mila euro lordi (ovvero 6250 netti) a cui aggiungere 304 euro al giorno di diaria e 4.299 euro per le spese generali. Nel complesso, calcolando anche altri vantaggi, un parlamentare europeo guadagna quindi tra i 16mila e i 19mila euro al mese. Molto di più dei 14mila euro circa che percepiscono oggi deputati e senatori calcolando indennità, diaria e rimborso per le spese di mandato.