Il primo cittadino della città emiliana era finito nel mirino per le nomine del direttore generale Marco Giorgio, del suo portavoce Marcello Frigeri e del capo di gabinetto Francesco Cirillo: oggi il giudice ha deciso per il non luogo a procedere
Il giudice per l’udienza preliminare di Parma Sara Micucci ha prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio il sindaco Federico Pizzarotti. Il primo cittadino della città emiliana era finito nel mirino per le nomine del direttore generale Marco Giorgio, del suo portavoce Marcello Frigeri e del capo di gabinetto Francesco Cirillo: oggi il gup ha deciso per il non luogo a procedere.
All’attenzione degli inquirenti era finita una email, precedente al bando per la nomina delle tre figure, dove il sindaco indicava la volontà di continuare a lavorare con i tre dirigenti, già peraltro in forza nell’organico comunale nella precedente legislatura. “Io scelgo Giorgi, Frigeri e Cirillo” era scritto nel messaggio a un dirigente del Comune. La mail risulta inviata a metà luglio 2017, prima che il bando di raccolta dei curricula venisse aperto dagli uffici municipali. Gli incarichi sono di tipo fiduciario, legati al mandato del sindaco e quindi prevedono la sua ampia discrezionalità, ma secondo la Procura si era andati oltre perché si era scelto senza valutare le posizioni degli altri candidati, che inviarono i curricula nei giorni seguenti. Il sindaco aveva parlato di gesto di trasparenza, visto che le tre nomine non sono frutto di un concorso ma di una scelta per titoli a totale discrezionalità proprio del sindaco. Per Pizzarotti è il terzo proscioglimento dopo quello per il caso Stu Pasubio e per l’alluvione del torrente Baganza.
“Oggi per la giustizia italiana è caduta la quinta accusa nei miei confronti, mi si accusava di abuso d’ufficio. Per il Tribunale di #Parma, ancora una volta, il fatto non sussiste – scrive su Facebook l’ex M5s -. In 7 anni da sindaco sono stato accusato di: abuso d’ufficio (2), disastro colposo e turbativa d’asta. Tutte cadute. Non ho altro da aggiungere, se non che ho sempre creduto alla giustizia come a un pilastro dello stato di diritto. Ora avanti, il mio impegno continua con ancora più motivazione e passione. Dal rischio default e dal commissariamento, questa piccola grande città ha ridotto il debito del 60%, è tornata a investire e a credere nel futuro, sarà presto la Capitale Italiana della Cultura ed è costantemente nella top ten delle migliori città italiane. Avanti, senza se e senza ma”.