Lo ricattava, dicendogli che se non si fossero più visti si sarebbe suicidata e non faceva mistero del fatto che il piccolo fosse il frutto di una relazione extraconiugale. Gli portava il bambino in palestra, anche se lui la pregava di non farlo e di non dirlo ai suoi genitori. Sono centinaia i messaggi che l’infermiera di Prato di 31 anni – arrestata per atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione – ha inviato al ragazzino (che oggi ha 15 anni), diventato padre del suo secondo figlio, per convincerlo a continuare ad avere rapporti sessuali. A fronte delle minacce della donna, il giovane le diceva che lo stava forzando, che voleva studiare. Che voleva tempo per sé. “Mi hai rovinato la vita, come te lo devo dire che non ti amo?”, le scriveva. E le chiedeva se il suo obbligo ad andare da lei dovesse andare avanti anche nel caso di una storia con una coetanea. Ma lei insisteva, con la minaccia del suicidio e di portargli il bambino in palestra se si fossero visti: “Per me sei la malattia, ma anche la cura, vieni se ti va, questo devi fare”.
La donna davanti ai pm ha sostenuto di non avere avuto rapporti col ragazzo prima del compimento dei 14 anni. Un elemento che, secondo gli inquirenti, viene smentito dalle chat. Lei rivela infatti di essere stata attratta dal ragazzo – che aveva conosciuto perché frequentava la stessa palestra del figlio maggiore – a partire da marzo 2017: “L’ho saputo dal marzo 2017 quando sono venuta a vedere un esame di cintura di mio figlio…era da tanto che non ti vedevo…ti ho lasciato bambino e ti ho ritrovato ragazzo, non mi sei più andato via dalla mente e poi dal cuore”, gli scrive. Il concepimento del bambino si colloca tra il 20 ottobre 2017 e il 23 novembre 2017. “Dunque – scrive il gip – in epoca coeva al compimento del quattordicesimo anno di età del minore”. “Avevo l’ormone del tredicenne ma non sapevo neanche che stavo venendo, perché era la prima volta”, ha detto il ragazzo al responsabile della palestra, dicendo che quella donna gli aveva rovinato la vita e la carriera atletica. Ha raccontato che quella “era la prima volta e che non si era neppure reso conto di quello che esattamente stesse succedendo”. “La madre del ragazzino tempo fa mi disse che aveva dovuto trovare un’altra persona per fare le lezioni di inglese al figlio, poiché quest’ultimo aveva paura della 31enne e quando questa veniva a casa e c’era l’altro fratello, gli chiedeva sempre di dirle che lui non c’era”. Nel pomeriggio i magistrati hanno chiesto anche l’esame del DNA per il figlio maggiore della coppia sotto indagine: un atto necessario, visto il materiale pedopornografico rintracciato nei pc e nel telefono della donna, per capire se la 31enne in passato aveva intessuto relazioni con altri minorenni. Il marito oggi avrebbe dovuto presenziare in Procura ma ha fatto sapere tramite i suoi legali di volersi avvalere della facoltà di non rispondere.
I messaggi – Quelli che secondo il gip rimandano a una relazione già avviata risalgono al 6 luglio 2017, quando la donna insiste nel contattarlo. “A a te ti devo parlare” e poi, il giorno seguente, “devo dirti una cosa”, “rispondi per favore”. E ancora: “perché mi eviti? Non sono scema”; “so che mi hai detto balle”; “il tuo letto era disfatto …sono particolari importanti”; “non mi raccontare cavolate e non cercare di evitarmi ok?”. Lei parla dei suoi sentimenti per il ragazzo, si infastidisce davanti al suo silenzio e lo rimprovera di non essere sincero. Il gip scrive nell’ordinanza che sono i messaggi inviati dalla 31enne in tempi recenti ad evidenziare il “pieno coinvolgimento sentimentale e sessuale quando il minore era ancora tredicenne”. Gli incontri, secondo quanto riferito dalla donna, sono proseguiti fino a luglio 2018, poi erano ripresi a settembre e proseguiti fino al mese scorso. “Aveva informato suo marito – anche lui indagato per alterazione di stato perché ha riconosciuto il bambino pur sapendo che il padre era il minore, ndr – della sua relazione quando si era accorta di essere incinta, e della probabile paternità del bambino; al momento del riconoscimento del figlio, secondo quanto riferito dall’indagata, il marito sarebbe stato quasi certo di non esserne il padre biologico“. Il neonato, intanto, cresceva e “assomigliava sempre più al suo ‘studente'”. Lei lo aveva informato di essere il padre e lui “le aveva chiesto e continuava a chiederle di non dirlo ai suoi genitori“. Ma lei il 13 gennaio va in palestra col piccolo, e il ragazzo si arrabbia: “Te lo dico per l’ ultima volta, già mi hai rovinato la vita, puoi evitare di portarlo in palestra… Ti prego voglio andare bene a scuola e fare felici i miei te lo scongiuro faccio ciò che vuoi”. A quel punto scatta l’accordo: se avessero continuato a vedersi lei non l’avrebbe più portato. “Però facendo così in qualche modo mi obblighi a venire – gli risponde il ragazzino – io ho voglia di studiare, e anche tanta, ho poco tempo anche per me stesso e le chiede comprensione, aggiungendo che vorrebbe che il rapporto tornasse come era prima, cioè quando lui era libero di decidere quando incontrarla e le comunicazioni tra i due erano finalizzate esclusivamente a fissare gli incontri“.
“Spero che il nostro accordo tu non lo infranga – gli scrive la donna – che un giorno ce lo prenderemo per parlare, che quando tu potrai verrai da me e io farò in modo di non portare mai il bambino in palestra. Ti prego, non tradirmi voglio fidarmi di te, ma ho bisogno di trasparenza capisci?”. E ancora: “So che eravamo rimasti d’accordo che mi riscrivevi te, però voglio dirti che ora non si tratta più del se ma del quando. Ieri sera, sono stata a cena fuori e ho incontrato un’infermiera che conosco che mi ha parlato di uno dei casi che le sono rimasti più impressi, tra cui uno di suicidio, quindi le ho chiesto spiegazioni, proprio ciò che cercavo… ora mi rimane solo di farmi avere i soldi rimanenti dell’incidente e di farmi prescrivere un altro farmaco…ah farò anche recapitare delle lettere, te sarai uno dei destinatari”. È il 17 febbraio scorso quando l’infermiera scrive al 14enne l’ennesimo messaggio in cui manifesta l’intenzione di togliersi la vita.
Esasperata per il suo amore non corrisposto, ottiene dal ragazzino la promessa che continuerà ad andare da lei se serve a farla desistere dal suo proposito, “aggiungendo anche, sul piano dei sentimenti – si legge nell’ordinanza del gip – che sta provando a ‘lasciarsi andare; finisce per implorare la donna di non suicidarsi: ‘no, ti prego continuiamo a vederci anche io sto bene e mi sfogo con te, ti prego (…) ce la possiamo fare’, (…) ‘possiamo resistere insieme, ti prego solo per vedere se cambiano, io credo di sì comunque perché se avessi più tempo verrei anche più spesso’. I toni della donna divengono allora più calmi, come scrive anche il gip, ‘sono contenta…davvero…solo che non so se ce la faccio, aiutami non garantisco (…) aiutami se vuoi che viva’, e, dicendo che per adesso cercherà di stare serena (senza garantirlo al 100%), ottiene dal ragazzo la promessa che si rivedranno presto e che lui nel frattempo si farà sentire”.
“Dopo 6 giorni di silenzio, il 31 gennaio 2019 – si legge nell’ordinanza del gip – la donna torna all’attacco, dicendo al ragazzo che le manca e dai toni inizialmente delicati passa alle vere e proprie recriminazioni, lamentando, come di consueto, che mentre lei sta rispettando l’accordo non portando il bambino in palestra, lui, continua a tenerla in sospeso con continui rinvii dei loro incontri, illudendola inutilmente; il ragazzo si giustifica dicendo che è impegnato e non può fare altrimenti. ‘Non ce la faccio, sono sempre venuto e continuerò a venire, ma se fai così, mi sento obbligatò; per evitare che possano esserci delle promesse non mantenute il ragazzo propone che da quel momento gli incontri verranno concordati all’ultimo; lui si impegna ad andare da lei una volta alla settimana mentre lei non farà più recriminazioni. ‘Ci vediamo una volta alla settimana e non porto il bambino in palestra e aspetto te zitta zitta” lo rassicura lei. Il gip nell’ordinanza aggiunge poi che la donna non faceva mistero, neppure nella palestra frequentata dal ragazzino e anche dal suo primo figlio, del fatto di aver avuto il secondo bambino “da una relazione xtraconiugale”. Non solo: lei avrebbe sempre raccontato la cosa anche al marito e al primo figlio, che oggi ha 10 anni. Nell’ordinanza si spiega che la 31enne lo avrebbe riferito pubblicamente a più persone, specificando che il padre fosse un iscritto a quella palestra. “La donna (l’indagata, ndr) mi ha raccontato che il fratellino – riferisce un testimone – lo ha saputo durante un discussione fra lei e suo marito”. Il 10 febbraio quando lei vede che lui posta su Facebook una storia con una coetanea, lei gli scrive: “Va a finire che mi ammazzo, sono stanca”. E lui si spaventa: “Non voglio avere nessuno sulla coscienza“. Nei giorni successivi lei gli invia foto con gesti autolesionistici. “Mi taglio…ho già la soluzione… e se poi capirai di amarmi? Ci hai mai pensato? Farò anche recapitare delle lettere, te sarai uno dei destinatari. Aiutami se vuoi che viva”. Allora lui le promette: “No ti prego, ti amo”.
La fine dei messaggi – Quando il ragazzino informa la donna che la mamma ha scoperto che stava chattando con lei, la 31enne sprofonda nel panico iniziando a tempestarlo di domande e indicazioni sulla scusa da inventare per sviare i sospetti, gli suggerisce di cancellare le chat e di cambiare il nome al suo contatto. La mattina dopo, il 28 febbraio scorso, il 14enne comunica alla donna che sua madre, arrabbiata per quanto sospetta sia avvenuto tra loro, è intenzionata ad andare a fondo nella storia, perciò non potranno più incontrarsi. “A quel punto la 31enne si dice intenzionata a contattare la mamma del minore con un pretesto per tastare il terreno – si legge nell’ordinanza del gip, la dottoressa Francesca Scarlatti – ma questo tentativo non va a buon fine (…) e la donna a fa promettere al ragazzino che se si vedranno di meno lui non frequenterà nessun’altra. Così si concludono gli scambi su whatsapp“, da dove la donna viene poi bloccata dal 14enne.
La confidenza del minorenne all’insegnante di karate – “Ci disse che la sera prima aveva saputo che chattava con frequenza assidua con la 31enne, che è la madre di un altro mio allievo”, hanno detto ai pm il responsabile della palestra e l’istruttrice di karate del ragazzino lo scorso 11 marzo, che avevano parlato col giovane su richiesta della madre, preoccupata per il “comportamento strano del figlio”. Il minorenne “disse che la sentiva perché lei frequentemente minacciava di ammazzarsi e quindi cercava di sostenerla e tranquillizzarla. (…) Si vedeva che era nervoso (…), notai immediatamente che non stava dicendo tutta la verità. (…) Gli dissi che in quell’ufficio erano presenti due delle donne più importanti della sua vita in quel momento, ovvero la madre, di cui doveva fidarsi, e io, che sono quella che lo sta facendo arrivare a buoni livelli a Karate e gli sta assicurando un futuro sportivo importante. Cercai di rassicurarlo e di farlo sentire libero di parlare. Gli chiesi allora di chi fosse il figlio più piccolo di (…), visto che lei non faceva mistero che il padre non fosse il marito”. A quel punto le lacrime e la confessione del ragazzino. “In quel momento scoppiò a piangere e disse che lei gli aveva comunicato che era suo. Iniziò a urlare dicendo che quella donna gli aveva rovinato la vita. Raccontò che la 31enne aveva scritto su facebook di essere incinta e lui, spaventato dall’eventualità di poter essere il padre del bambino, l’aveva chiamata. Lei gli aveva detto di non preoccuparsi perché il bambino era figlio del marito ma, a gravidanza ormai avanzata, gli aveva confessato che in realtà il piccolo che portava in grembo era suo. A quel punto l’aveva pregata di abortire, ma lei gli aveva detto che oramai era tardi”.