Le accuse mosse a Mauro Moretti per quanto riguarda il suo ruolo di ad di Fs sono “forzature, difficili da capire se non nell’ottica di dover cercare qualcosa“. Così stamani l’avvocato Armando D’Apote, nell’arringa difensiva tenuta nel processo di appello per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. Per quanto riguarda le accuse contestate a Moretti in qualità di ad di Fs, D’Apote ha chiesto l’assoluzione del suo assistito “perché il fatto non sussiste o perché non lo ha commesso”: già in primo grado era stato assolto. Alla precedente udienza di martedì scorso invece il legale aveva già chiesto l’assoluzione di Moretti in relazione al suo ruolo di ad di Rfi, per il quale il tribunale di Lucca lo ha condannato a 7 anni. La scorsa udienza la difesa ha sostenuto che la condanna di Moretti “era un obiettivo a costo di sforzi interpretativi.
Concludendo oggi l’arringa – in aula anche stamani era presente Moretti – il legale ha spiegato che “l’holding Fs non fa parte del sistema ferroviario, inteso come insieme delle linee, delle infrastrutture e del materiale rotabile progettato per percorrere dette infrastrutture. Questo era già stato compreso nella sentenza di primo grado”. La holding Fs, ha detto ancora, “ha funzioni di guida e coordinamento“” e tra le competenze del suo ad ci sono “la ricezione dei pareri di conformità e la validazione degli investimenti e disinvestimenti” definite dal legale “attività dal profilo formale”.
“I contenuti presentati dal pubblico ministero – ha proseguito – non sono accettabili”. “Cercare di individuare una responsabilità dell’ad di Fs – ha ribadito D’Apote – è un grave errore del pm“. L’avvocato ha ricordato tra l’altro i risultati positivi ottenuti da Fs sotto la direzione di Mauro Moretti, tra cui una diminuzione degli infortuni sul lavoro. Il calendario del processo di appello prevede una pausa fino al 9 aprile, quando inizieranno le repliche dei pm, delle parti civili e delle difese. Questi interventi sono previsti anche nelle udienze successive dell’11, 12 e 15 aprile.