Il tribunale di Firenze ha dichiarato il fallimento della società che seconda la Procura veniva amministrata di fatto dai genitori dell'ex premier. Alla coop sono legate anche le 65 fatture per operazioni inesistenti o gonfiate contestate alla coppia di Rignano
Il tribunale di Firenze ha dichiarato il fallimento della cooperativa Marmodiv, una delle società al centro dell’inchiesta per bancarotta fraudolenta e false fatture nella quale sono indagati, tra gli altri, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, in quanto ritenuti dalla procura gli amministratori di fatto della società gestita da prestanome. Il 18 febbraio scorso per il padre e la madre dell’ex segretario del Pd scattarono gli arresti domiciliari, revocati poi dal Tribunale del Riesame l’8 marzo scorso che ha disposto allo stesso tempo l’interdizione dall’esercizio dell’attività imprenditoriale per la coppia per un arco di tempo di otto mesi. Il fallimento della Marmodiv era già stato chiesto dai pm il 4 settembre 2018.
Il ruolo della coop Marmodiv – Nell’ordinanza che disponeva gli arresti domiciliari, il gip di Firenze Angela Fantechi, citava una mail di Tiziano Renzi in cui il padre scriveva: “Facciamo il blitz, cambiamo il presidente e chiudiamo Marmodiv“. Un passaggio che per l’accusa fa emergere “la gestione di fatto della cooperativa Marmodiv da parte di Tiziano Renzi e Laura Bovoli”. Una summa di quello che per la procura è il sistema Renzi, un “programma criminoso” che ha già portato al fallimento delle coop Delivery Service ed Europe Service e che, questo sostengono i pm fiorentini, avrebbe presto riservato lo stesso destino alla Marmodiv.
La coop Marmodiv nasce nel 2013 e – si legge nell’ordinanza – nel giro di poco tempo diventa il “maggior prestatore di servizisu Firenze per la ‘Eventi 6‘”, la società capofila tra le aziende legate ai Renzi. Secondo i pm la Marmodiv è stata costituita “essenzialmente per consentire alla ‘Eventi 6’ di avere a disposizione lavoratori dipendenti senza dover sopportare i costi relativi all’adempimento di oneri previdenziali ed erariali”, tutti spostati in capo alle cooperativa stessa, così come già successo per la Delivery Service e la Europe Service, poi fallite. In sostanza, secondo la ricostruzione dell’accusa, “le cooperative si sarebbero succedute nel tempo, mantenendo tuttavia gli stessi dipendenti e gli stessi clienti”. Legate alla Marmodiv sono anche le 65 fatture per operazioni inesistenti o gonfiate che la procura contesta ai genitori di Matteo Renzi.