Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge che istituisce la commissione di inchiesta sulle banche fortemente voluta dal M5s. Dopo le notizie trapelate giovedì delle forte perplessità del Colle e la richiesta del governo, per voce di Luigi Di Maio, di “avviarla”, il Quirinale ha dato il via libera ma con una serie di paletti. Innanzitutto, l’analisi della Commissione non deve diventare un “controllo dell’attività creditizia” e non deve condizionare le banche perché sarebbe “al di fuori dei criteri” della Costituzione. Ma il capo dello Stato ha voluto anche ribadire l’indipendenza della Banca centrale europea e di Bankitalia, ispiratrice dei dubbi del Colle sulla difesa dell’autonomia di Palazzo Koch. Infine, ha rimarcato Mattarella, la Commissione non deve “influire sul normale corso della giustizia“. “Ci metteremo al lavoro e lo faremo con senso dello Stato e responsabilità, verso il Paese e soprattutto verso i cittadini truffati“, ha commentato in un tweet il vicepremier Di Maio.

Oltre al vicepremier, un altro esponente M5s nella squadra di governo, il sottosegretario alla presidenza Stefano Buffagni, ha precisato: “Bene le raccomandazioni del Presidente della Repubblica Mattarella sulla commissione di inchiesta sulle banche, ma noi tuteleremo le prerogative del Parlamento. Vogliamo andare fino in fondo per fare ordine e pulizia nel rispetto degli impegni presi con i cittadini”.

Dopo la visita al Colle del governatore di Bankitalia Ignazio Visco e l’annuncio delle nomine del direttorio di Via Nazionale, erano emersi i dubbi di Mattarella rispetto a una Commissione d’inchiesta che, visti gli attacchi del governo, avrebbe potuto nella visione del Quirinale indebolire l’indipendenza dell’istituto. Dubbi che si sono poi trasformati nei limiti definiti dalla lettera che Mattarella ha inviato alle Camere, pur promuovendo la commissione a quasi un mese dalla approvazione della legge che la istituiva. Resta ora aperta la partita sulla presidenza: il ruolo per cui il M5s ha già pubblicamente indicato il suo senatore Gianluigi Paragone. La Lega aveva invece promosso, ma senza particolare insistenza, il nome di Roberto Calderoli.

Composta da 20 senatori e 20 deputati, la commissione resterà in funzione fino alle prossime elezioni, presentando ogni anno una relazione sull’attività svolta. Rispetto alla precedente, con Pier Ferdinando Casini presidente e limitata a casi specifici riguardanti Banca Etruria, Mps e popolari venete, il nuovo organismo spazierà su un campo più vasto riguardante per esempio la “verifica delle attività di vigilanza sul sistema bancario e sui mercati finanziari, la congruità della normativa vigente in materia di fondazioni bancarie, l’operato della agenzie di rating e la verifica del progetto di Unione bancaria (leggi le schede). Seppur con i paletti introdotti dal capo dello Stato. Con l’obiettivo, per usare le parole di Di Maio, di “mettere la giustizia sociale al centro delle dinamiche bancarie” e “conoscere la verità sulle crisi che hanno bruciato così tanti risparmi“.

LA LETTERA DI MATTARELLA ALLE CAMERE
“Non è in alcun modo in discussione, ovviamente, il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta”, ha voluto sottolineare il presidente della Repubblica. Ma, ha aggiunto, “non può, tuttavia, passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa ‘analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento’. Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia“, ammonisce Mattarella.

“L’eventualità che soggetti, partecipi dell’alta funzione parlamentare ma pur sempre portatori di interessi politici, possano, anche involontariamente, condizionare, direttamente o indirettamente, le banche nell’esercizio del credito, nell’erogazione di finanziamenti o di mutui e le società per quanto riguarda le scelte di investimento si colloca decisamente al di fuori dei criteri che ispirano le norme della Costituzione“, ricorda poi il presidente nella sua lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato.

“Ricordo, tra l’altro – continua Mattarella – che né le banche centrali né, tantomeno, la Banca centrale europea possono sollecitare o accettare istruzioni dai governi o da qualsiasi altro organismo degli Stati membri”. “Occorre evitare il rischio che il ruolo della Commissione finisca con il sovrapporsi – ammonisce ancora il capo dello Stato – all’esercizio dei compiti propri di Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea. Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell’ordinamento italiano e da disposizioni dell’Unione Europea, vincolanti sulla base dei relativi trattati”.

Infine, Mattarella cita il principio di non interferenza “nei rapporti tra inchiesta parlamentare e inchiesta giudiziaria. Come ha più volte chiarito la Corte Costituzionale, l’inchiesta parlamentare non è preclusa su fatti oggetto di indagine giudiziaria, ferma restando la diversità degli scopi perseguiti da ciascuna istituzione espressa con la formula del ‘parallelismo a fini diversi'”. Quindi la commissione d’inchiesta non deve sconfinare in ambiti giudiziari e, scrive ancora Mattarella, “è precluso all’organo parlamentare l’accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità”.

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