La decisione del tribunale di Palermo "mette in luce le criticità delle iniziative precedentemente assunte nei confronti degli amministratori di Blutec" fanno sapere gli avvocati. Secondo la procura di Palermo almeno 16 dei 21 milioni di euro di soldi pubblici versati alla Blutec, l’azienda che avrebbe dovuto gestire il rilancio dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, sarebbero stati invece impiegati in altri impianti per l’acquisto di beni
Il Tribunale del riesame di Palermo ha annullato le misure cautelari per malversazione inflitte dal gip di Termini Imerese nei confronti del presidente di Blutec Roberto Ginatta, liberato dagli arresti domiciliari. È stata anche riconosciuta l’incompetenza territoriale della Procura di Termini Imerese sollevata dai difensori dello Studio Grande Stevens, in favore della Procura di Torino.
La decisione del tribunale di Palermo “mette in luce le criticità delle iniziative precedentemente assunte nei confronti degli amministratori di Blutec” fanno sapere gli avvocati Michele Briamonte, per Blutec, e Nicola Menardo e Stefania Nubile per Roberto Ginatta, che ne “prendono atto con favore”. “Il dottor Ginatta è pronto a difendere con forza, avanti all’autorità giudiziaria competente, la legittimità dell’operato della società sul progetto di riqualificazione di Termini Imerese – aggiungono i legali – auspicando che i rilevanti sforzi sino ad oggi profusi per il rilancio del sito e dell’occupazione non siano vanificati dalle vicende occorse nelle ultime settimane”.
Secondo la procura di Palermo, che aveva chiesto e ottenuto la misura per Ginatta e l’ex ad Cosimo di Cursi – almeno 16 dei 21 milioni di euro di soldi pubblici versati alla Blutec, l’azienda che avrebbe dovuto gestire il rilancio dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, sarebbero stati invece impiegati in altri impianti per l’acquisto di beni, come ad esempio un software. Lo scorso 12 marzo la Guardia di finanza aveva anche sequestrato, su ordine del gip, preventivamente proprio 16 milioni e 516 mila euro. Sigilli anche a tutti gli stabilimenti sparsi in Italia.
Il Tribunale esaminerà nei prossimi giorni anche la posizione di Cursi, anche lui ai domiciliari con l’accusa di malversazione ai danni dello Stato. Alla luce del provvedimento nei confronti di Ginatta, secondo quanto si apprende i legali del manager si attendono che la misura cautelare venga annullata anche nei suoi confronti. Gli avvocati, per i quali manca il requisito essenziale del ‘giudice naturale’, si attendono che il gip ne prenda atto emettendo i provvedimenti consequenziali.
Era ottobre quando la procura di Termini Imerese aveva aperto l’inchiesta sull’utilizzazione del finanziamento pubblico da circa 21 milioni di fondi regionali vincolati a precisi investimenti industriali mai realizzati, come aveva raccontato a gennaio 2018 ilfattoquotidiano.it. Secondo chi indagava i riscontri finanziari, le perquisizioni, una consulenza tecnica e l’assunzione di informazioni nei confronti di dipendenti e fornitori della Blutec hanno fatto emergere come i finanziamenti statali, attraverso Invitalia, per la riconversione di Termini Imerese non fossero in realtà mai stati impiegati per i fini progettuali previsti, né restituiti a scadenza delle condizioni imposte per la realizzazione del progetto (31 dicembre 2016, termine poi prorogato fino al 30 giugno 2018). A Ginatta e Di Cursi era stata notificata anche una misura interdittiva, per la durata di 12 mesi, che riguarda il divieto di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.
I fondi pubblici – come scritto dal fattoquotidiano.it – erano stati erogati nel 2016 attraverso Invitalia per rilanciare l’impianto era stato fermato nel dicembre 2011. Blutec se li era aggiudicati dopo che gli altri pretendenti alla successione di Fca erano caduti uno via l’altro in scia alle inchieste giudiziarie. E con l’impegno di riaprire l’impianto riassorbendo una parte del personale della fabbrica anche grazie alle commesse per produrre settemila motocicli elettrici di Poste Italiane e per elettrificare 7200 Doblò Fca in quattro anni. L’azienda aveva infatti presentato un piano di rilancio che prevedeva di reintegrare l’intera forza lavoro (694 persone) dell’impianto entro la fine di quest’anno, riportando in fabbrica 400 lavoratori già nel 2017. In realtà poi le cose sono andate diversamente. Dopo aver incassato i soldi pubblici, Blutec si è progressivamente rimangiata buona parte delle promesse fatte mandando avanti a singhiozzo il piano per assumere il personale e rilanciare il sito industriale.