Serve un vertice tra Salvini, Berlusconi e Meloni per mettere d'accordo la coalizione che punta a fare l'en-plein. I tre partiti si dividono i tre capoluoghi. A Prato corre il presidente della Confcommercio con un passato da berlusconiano. A Livorno l'alleanza cambia in corsa e sceglie un esponente del partito "tricolore". Mentre Nardella teme un avversario con una fitta rete di relazioni nel mondo della Chiesa locale
Il manager cattolico a Firenze, il poliziotto “pasionario” di destra a Livorno e l’imprenditore moderato a Prato. Dopo una serie di storiche vittorie nelle ex roccaforti rosse della Toscana, il centrodestra prova ad andare alla conquista delle ultime tre città rimaste in mano a centrosinistra e M5s alle prossime elezioni di maggio. E lo fa con tre nomi ufficializzati dopo settimane di trattative e scontri interni alla coalizione: l’imprenditore Ubaldo Bocci (Lega) proverà a vincere nella culla del renzismo, Andrea Romiti (Fratelli d’Italia) a strappare Livorno ai 5 Stelle e Daniele Spada (Forza Italia) per riconquistare Prato dopo cinque anni di governo Pd. L’accordo sui tre nomi è stato trovato dopo un incontro tra i tre leader del centrodestra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. E alla fine la quadra è stata trovata attraverso il metodo della spartizione scientifica: un candidato a testa. “Nelle tre città capoluogo un centrodestra compatto e vincente ha le carte in regola per ridare slancio a molte località toscane che, da troppo tempo, sono mal governate” hanno scritto in una nota congiunta i tre coordinatori toscani del centrodestra Susanna Ceccardi (Lega), Stefano Mugnai (Forza Italia) e Francesco Torselli (Fratelli d’Italia).
Firenze: il manager cattolico che spaventa Nardella
Quattro figli, 62 anni ma soprattutto un leghista atipico: Ubaldo Bocci è stato il manager di Azimut e fino a pochi giorni fa di Unitalsi, la Fondazione che si occupa di trasportare gli ammalati a Lourdes. Da qui la sua vicinanza al mondo cattolico cittadino. “Bocci può contare su molte amicizie nella chiesa fiorentina – conferma un esponente politico cittadino di lungo corso al fattoquotidiano.it – e la Lega lo ha candidato per questo, è evidente che vuole aprire una faglia in quel mondo che senza la sua candidatura voterebbe Nardella a mani basse”. Bocci può insomma contare su una fitta rete di relazioni nella Firenze che conta: dal 2016 era nel cda di Radio Monte Serra su nomina diretta dell’arcivescovo Giuseppe Betori, è amico del braccio destro di Renzi Marco Carrai e ancora di più del tenore Andrea Bocelli.
La sua candidatura però non piaceva a molti militanti della Lega cittadina perché Unitalsi si occupa da sempre anche di progetti a sostegno dei migranti: non proprio un del verbo salviniano. Per questo, alcune settimane fa Fratelli d’Italia aveva lanciato il consigliere regionale Paolo Marcheschi che adesso sarà costretto a ritirarsi. “Gli obiettivi sono la sicurezza, il decoro e definire la storia dell’aeroporto” ha detto Bocci nella sua prima uscita pubblica da candidato del centrodestra. E lunedì primo aprile in città arriverà anche il leader della Lega, Matteo Salvini, per sostenerlo. L’obiettivo di Bocci è il ballottaggio: se il sindaco renzianissimo Dario Nardella non dovesse superare il 50% dei voti al primo turno, al secondo tutte le forze di opposizione (in primis i 5 Stelle che non hanno ancora presentato un candidato) potrebbero coalizzarsi sul suo nome e contribuire al ribaltone. Così a Palazzo Vecchio il clima non è dei migliori: nonostante i sondaggi diano un cospicuo vantaggio a Nardella, il ballottaggio è molto probabile.
Livorno: un candidato “da battaglia” per strappare la città al M5s
“Mia figlia è omosessuale, voi di sinistra fate schifo e parlare di famiglia tradizionale non significa discriminare le famiglie o le coppie omosessuali”. L’ultima uscita pubblica sulla sua partecipazione al congresso della famiglia di Verona dice tutto di Andrea Romiti. Ispettore di polizia, 44 anni, segretario provinciale di Fratelli d’Italia e pasionario della destra è un fedelissimo dei due nomi forti di FdI in Toscana, Giovanni Donzelli e Francesco Torselli. Le sue parole d’ordine sono due: legalità e sicurezza. Alla fine l’ha spuntata su Giulia Pacciardi, l’imprenditrice 40enne lanciata dalla Lega. Lei in città la conoscevano in pochi, lui in questi anni l’ha percorsa in lungo e in largo. Volantinando, manifestando e con una pressante attività sui social in funzione anti-Nogarin. Non è detto che possa bastare.
“E’ una grande emozione e sento il peso della responsabilità perché è la prima volta che il centrodestra può vincere davvero a Livorno – commenta Romiti al fatto.it –. E’ una città che non è mai stata liberata dal Dopoguerra: il Movimento 5 Stelle ha governato negli ultimi cinque anni seguendo la linea del Pd. Adesso ci vuole l’efficienza, il lavoro e la legalità”. E sulla Pacciardi? “Ci siamo sentiti e mi sosterrà col massimo impegno” conclude. La sfida a Livorno pare a tre, sulla carta tutti hanno la vittoria alla portata: oltre a Romiti, la vicesindaca del Movimento 5 Stelle Stella Sorgente e il giornalista di Telegranducato Luca Salvetti per il Pd. L’ultimo sondaggio pubblicato dal Tirreno a ottobre dava il centrodestra davanti a tutti al 24 per cento ma tutto fa pensare che la partita vera si giocherà al ballottaggio.
Prato: l’elite che prova a scalzare i dem
Qui il centrodestra ha già vinto nel 2009. Questa volta, per strappare di nuovo la città alla sinistra, ha optato per il funzionario della Confcommercio, Daniele Spada. Quarantasei anni, Spada ha un passato come consigliere politico di Forza Italia ma al momento della candidatura non è iscritto a nessuno dei tre partiti della coalizione. E, paradossalmente, è stata proprio la sua ex casa madre a metterlo in discussione nonostante la volontà della Lega di candidarlo. I forzisti, infatti, avrebbero preferito la consigliera comunale Rita Pieri o un terzo nome ma alla fine Spada l’ha spuntata comunque. Grazie al suo lavoro come funzionario di Confcommercio, è l’idea interna al centrodestra pratese, Spada può cercare di ampliare il bacino di voti anche al di fuori del tradizionale elettorato leghista.
Quella di Prato, comunque, sembra essere la sfida più difficile delle tre: il sindaco renziano Matteo Biffoni tenta il bis e proverà a raggiungerlo addirittura al primo turno. Sabato scorso in città più di 3mila persone sono scese in piazza contro la manifestazione di Forza Nuova e l’estrema destra anti-immigrati. Difficile che dia una possibilità al centrodestra a trazione leghista.