Politica

La sinistra s’è persa. Tocca ai noi giovani ritrovarla e portarla tra la gente

Non è un caso che si è arrivati dove siamo. È un dato di fatto che, a sinistra, la domanda esiste ma non incrocia un’offerta degna di questo nome. O almeno si prova. Ma ma la sconfitta peggiore tra riformisti e radicali è così forte che le pezze possono essere minori rispetto al buco. Oggi la sinistra italiana è chiamata a svolgere una funzione di alternativa, di peso e contrappeso rispetto alla destra, purtroppo ancora mancando di coraggio e passione. Infatti, ad ogni appuntamento elettorale dal 4 marzo a questa parte fugge nell’algebra: così si limitano i danni, ma non si offre l’alternativa. La sinistra è timida, rispetto al mainstream generale.

Diciamo provocatoriamente che la sinistra avrebbe dovuto scommettere, e può ancora farlo, sull’immagine di quel ragazzo che si è reso protagonista, insieme ai compagni, del salvataggio della scolaresca messa in ostaggio su un bus alle porte di Milano. Tutti i bambini su quel bus, nelle reciproche diversità, spingono per salvarsi, a prescindere dal colore della pelle. Così dovrebbe fare la sinistra, ma non lo fa. Questa immagine ci spiega perché la sinistra non ha perso, s’è persa e continua a perdersi.

Il coraggio di quel ragazzino sul bus alle porte di Milano manca anche in questo angolo di Mezzogiorno. Il 2018 in Irpinia è stato l’anno zero, ora è tempo di ricominciare dall’inizio. Qualcuno diceva, più o meno così: “Bisogna guardarsi dal rimproverare al passato di non aver compiuto il compito del presente”. Il passato va ripercorso per trarne lezioni. Ripensare è rimettere tutto in discussione: dai gruppi dirigenti, consumati da lotte intestine, alle strategie di fondo e alle idee. Per continuare un cammino.

Io credo che le ragioni della sinistra e dell’uguaglianza siano attuali: non è una bestemmia dirlo. Non credo che tutto sia sepolto, perché nell’inverno do questo scontento c’è ancora qualcosa che brucia. È nostro compito tenere viva una fiamma. Per farlo, bisogna decidere cosa saremo e quale lingua usare per diffondere un diverso disegno. E le parole contano: sono l’abito ed il tuo biglietto da visita.

La principale battaglia oggi è rompere il bipolarismo tra inclusi ed esclusi. Ed in questa regione, di esclusi, ce ne sono troppi.
Negli anni si è deciso scientificamente di frammentare la vita quotidiana di ognuno, perché gli interessi di un ricco non sono quelli di chi non arriva alla fine del mese. Ciò ha portato a formare dei ghetti, mettendo a rischio la libertà di ognuno.

La spirale che si crea è quella che apre alla svolta securitaria che oggi la destra cavalca: se vengono corrosi i beni pubblici e comuni in cambio del fare cassa e sono sostituiti da servizi a pagamento (per pochi e non per tanti), si perde la percezione dell’interesse comune. Al punto che chi ha pagato per avere quel servizio, è disposto ad usare la forza per difenderlo da chi reclama che gli è stato tolto uno strumento, connesso ai propri diritti fondamentali. Si antepone la forza al diritto, il principale bene comune per riscattare i più deboli. Uno strumento a cui si è rinunciato, archiviandolo come vecchio.

Credo che una generazione si afferma quando prende coscienza di sé e pratica il conflitto con lo strumento del diritto, come elemento di credibilità. Per restituire anche una certa dignità alla politica. Che una è tessitura delicata. Vogliamo scuotere l’albero, magari qualcosa di buono crescerà. Con un appello rivolto a tutti coloro che non si sono arresi. Nonostante tutto. La mettiamo così: è necessario chiamare chi è disposto a venire, coinvolgere le migliori pratiche, bussare alla porta delle discipline rimaste al tempo dell’algoritmo.

Per questo con ragazzi e corpi intermedi, a sinistra, ci siamo messi in cammino e lanciamo per il 1-8-15 aprile una tre giorni itinerante tra Avellino, Napoli (Bagnoli) e Pozzuoli come momento di iniziativa politica, oltre che di lotta. In questa iniziativa ci affiancherà il Prof. Alberto Lucarelli, ordinario di diritto costituzionale alla Federico II di Napoli, per parlare del governo dei beni pubblici e dell’iniziativa del ddl Rodotà. Prima ad Avellino nell’ambito delle assemblee del popolo di centrosinistra, insieme dall’Associazione Controvento. Poi a Bagnoli, al Circolo Ilva, insieme alle associazioni impegnate sul rilancio del sito. Ed infine a Pozzuoli.

Il compito di una nuova generazione è anche quello di scegliere un’altra stagione.