Il presidente degli Usa torna ad attaccare il Paese confinante perché "non fa nulla per ostacolare l’arrivo delle carovane di migranti" dal Centro America. In arrivo ci sarebbe una carovana con 2.500 persone provenienti da diversi Stati. L'ultima volta che aveva minacciato la chiusura era il 18 ottobre 2018, ma mai il tycoon aveva dato un ultimatum temporale
Donald Trump minaccia la chiusura del confine con il Messico nel giro di qualche giorno. “Se il Messico non ferma immediatamente tutta l’immigrazione illegale verso gli Stati Uniti, chiuderò il confine tra i due Paesi la prossima settimana”, ha minacciato il presidente degli Usa tornando ad attaccare il Paese confinante perché “non fa nulla per ostacolare l’arrivo delle carovane di migranti” dal Centro America.
“Il Messico la deve smettere di prendere i nostri soldi e limitarsi a parlare invece di agire”, aveva detto giovedì l’inquilino della Casa Bianca accusando i democratici di essere disinteressati al problema. Tre giorni fa, una carovana di circa 2500 migranti era stata segnalata in viaggio verso il confine Usa. Secondo i media americani, il gruppo – composto da persone in arrivo da Nicaragua, Cuba, El Salvador, Honduras e Guatemala – sta attraversando il Messico con molti bambini e con temperatura vicina ai 40 gradi.
Dopo la bocciatura da parte del Senato della dichiarazione d’emergenza nazionale per il muro al confine dello scorso 14 marzo, dunque, il presidente degli Stati Uniti torna a rimettere al centro della propria politica l’immigrazione, tema portante in vista delle Presidenziali 2020 insieme alla riforma della sanità e alla sua ‘vittoria’ nel Russiagate.
L’ultima volta in cui Trump aveva minacciato di chiudere il confine – senza però fornire un ultimatum temporale – era stato lo scorso 18 ottobre. In quell’occasione, aveva detto che il Messico non fosse stato in grado di fermare i flussi avrebbe inviato l’esercito e “chiuderò il nostro confine meridionale”. Definendo un “assalto” al Paese l’arrivo dei migranti – “compresi molti criminali ed elementi dei cartelli della droga” – il tycoon aveva spiegato che a suo avviso era “molto più importante” fermarlo che tenere in piedi il “commercio o dell’Usmca“, il nuovo accordo commerciale che sostituisce il Nafta e raggiunto dagli Usa con Messico e Canada.