Un migliaio le persone che hanno preso parte al momento culminante di una mobilitazione in corso ormai dal 7 febbraio. La manifestazione si è conclusa senza incidenti. La polizia ha impedito di partecipare al corteo a 200 anarco-insurrezionalisti, molti dei quali provenienti dall'estero. "Volevano condizionare l’intera manifestazione", ha detto il questore Messina
Quattro arresti, nove denunce, otto fogli di via. E poi il sequestro di bombe carta, maschere antigas, tirapugni e coltelli, oltre ad una serie di indumenti. Tutti rigorosamente di colore nero. Sabato pomeriggio ‘blindato per Torino, attraversata in lungo e in largo da un corteo di anarchici arrivati dall’Italia e dall’estero. “Torino non è questa, oggi sembra di vivere in una città sotto assedio“, protesta il vicepresidente del Consiglio comunale Enzo Lavolta del Pd, mentre il capogruppo di Fratelli d’Italia Roberto Rosso chiede comunicazioni urgenti alla sindaca Chiara Appendino, bersaglio di pesanti minacce da parte dei manifestanti. “Appendino la scorta non ti basta” e “non sparare a salve, spara a Salvini“, sono alcune delle scritte comparse sui muri del cimitero monumentale, in corso Regio Parco, quando il corteo era in corso già da alcune ore.
La polizia ha impedito di partecipare al corteo a 200 anarco-insurrezionalisti, molti dei quali provenienti dall’estero. “Volevano condizionare l’intera manifestazione. Non avevano intenzione di rispettare le regole e per questo motivo sono stati bloccati e identificati. Verranno denunciati perché trovati in possesso di un ingente quantitativo di materiale atto a offendere, tra cui bocce di ferro, spranghe”, ha detto il questore, Francesco Messina, al suo ultimo servizio sotto la Mole prima di diventare Dirigente centrale anticrimine della Polizia di Stato.
Un migliaio le persone che hanno preso parte al momento culminante di una “mobilitazione in corso ormai dal 7 febbraio, giorno dello sgombero da parte delle forze dell’ordine dell’Asilo occupato, per 25 anni base sotto la Mole delle attività di anarchici e antagonisti. Da allora è stato una escalation di arresti, scarcerazioni, denunce, dimostrazioni contro la sindaca Appendino, tensioni, polemiche politiche. Fino ad oggi pomeriggio, quando gli anarchici si sono ritrovati davanti alla stazione di Porta Nuova, dopo essere partiti da cinque differenti punti di una Torino insolitamente deserta, le serrande dei negozi abbassati e le strade vuote per la paura di altri incidenti, dopo quelli del corteo di protesta del 9 febbraio che mise il capoluogo piemontese a ferro e fuoco.
I controlli preventivi disposti dal questore Messina hanno portato all’arresto di quattro giovani provenienti dal Veneto. Viaggiavano su un’auto zeppa di bombe carta fermata sull’autostrada Torino-Milano al casello di Rondissone. Non ha preso parte al corteo un centinaio di manifestanti, bloccati dalla polizia in via Aosta, periferia nord di Torino. Tra loro anche francesi, spagnoli e greci. “Tout les monde deteste la police” è lo slogan scandito dagli anarchici che, in corteo, hanno raggiunto via Bologna. Qui i manifestanti si sono ricongiunti con i compagni bloccati dalla polizia. “Dalle montagne ai palazzoni, contro divise e padroni”, è uno degli striscioni comparsi nel corteo che si sta dirigendo ora in via Tollegno, verso la ex scuola intitolata a Salvo d’Acquisto occupata mercoledì scorso. La manifestazione si è conclusa senza incidenti.