Sarà ballottaggio il 21 aprile fra l’attore comico Volodymyr Zelensky, che è in testa con il 30,4% dei voti, e il presidente uscente Petro Poroshenko, al 17,8%. Sono i risultati delle elezioni presidenziali in Ucraina secondo la fotografia scattata dagli exit poll pubblicati alla chiusura delle urne, che ora dovranno essere confermati dai risultati veri e propri. Terza la ex premier Yulia Tymoshenko, leader della Rivoluzione arancione del 2004, che si attesta al 14,2%.

“Ringrazio chi è andato a votare e non lo ha fatto per divertirsi: sono molto felice ma questo non è il risultato finale, solo il primo passo“, ha detto Zelensky parlando a Radio Liberty Ucraina. “Certo, sono un po’ in ansia, sono un essere umano: capisco che questa è una grossa responsabilità ma i miei amici e mia moglie mi sono vicini e questo rende le cose più semplici”, ha aggiunto.

“Una dura lezione“, ha definito il secondo posto Petro Poroshenko. Che rilancia: “Vorrei fare appello alle giovani generazioni, che hanno meno di 30 anni: capisco perfettamente le ragioni della vostra insoddisfazione e condivido pienamente il vostro desiderio per il cambiamento, dobbiamo unirci e non perdere tempo”, ha detto il presidente in carica chiedendo di fatto ai giovani, in larga parte favorevoli a Zelensky, di ‘cambiare cavallo’ al ballottaggio. “Tutto quello che abbiamo fatto negli scorsi cinque anni è per i giovani, per le generazioni future”, ha aggiunto.

Non ci sta, invece, la zarina del gas, i cui rappresentanti contestano i dati degli exit poll. Secondo i loro numeri, riporta la Tass che cita l’account Facebook del comitato elettorale di Timoshenko, “Vladimir Zelensky ha il 27%, Yulia Timoshenko ha il 20,9% e Petro Poroshenko il 17,5%”. Ma il margine di errore delle rilevazioni – fanno sapere gli istituti di ricerca Kantar TNS e Info Sapiens, che hanno curato gli exit poll per il canale ‘1+1‘, il network dell’oligarca Igor Kolomoisky per cui lavora proprio Zelensky – sarebbe dello 0,7%. Insomma, a meno di clamorose sorprese, per Timoshenko non ci sarebbe più nulla da fare. D’altra parte anche l’altro exit poll, stilato per i canali ‘Newsonè e ‘112 Ukrainè, ha dato risultati analoghi, con scostamenti nell’ordine dello zerovirgola.

Dunque sarebbe andata – il condizionale è d’obbligo – come molti analisti avevano previsto. Ora la palla passa agli scrutatori per il laborioso processo della conta dei voti, con la Commissione Elettorale Centrale che ricorda come la legge dia 10 giorni di tempo – ovvero fino al 10 aprile – per la conferma ufficiale dei risultati. “Ma speriamo che questa volta ci voglia meno tempo”, ha sottolineato la direttrice della Commissione Natalia Bernatska.

Ora il passaggio più delicato è superare lo scoglio delle (probabili) recriminazioni da parte degli esclusi, Timoshenko in testa. La Commissione ha già detto che di violazioni ce ne sono state, ma non gravi, quasi “fisiologiche”. Tra gli incidenti documentati, come riporta Unian, vi è ad esempio il seggio a Kiev, dove le penne distribuite avevano l’inchiostro cancellabile o il caso di Puznyakovtsy, vicino a Mukachevo, nella regione della Transcarpazia, dove l’intero villaggio ha votato senza mostrare i documenti perché, a quanto pare, tutti gli scrutatori erano ubriachi e si sono giustificati dicendo che tanto “conoscono tutti gli abitanti di vista”. Più seria l’accusa degli attivisti del gruppo per i diritti umani Uspishna Warta, che hanno dichiarato di aver pizzicato alcuni osservatori di Poroshenko – come a Zaporozhye – a distribuire denaro in cambio di voti.

Poroshenko ha già detto che “non vi sono informazioni valide per gettare dubbi sui risultati” ma Timoshenko ha promesso battaglia, assicurando attraverso il suo team che la conta “darà risultati diversi” e che al ballottaggio ci andrà proprio lei, la leader del partito a tinte populiste Patria.

Chi, per il momento, dormirà sonni senz’altro tranquilli è invece Zelensky. A quindici minuti dalla chiusura dei seggi giocava infatti a ping-pong (circondato dalle telecamere) nella sede del suo comitato elettorale dalla bella patina hipster, con un bar zeppo di bicchieri di spumante e luci al neon, a metà tra un ufficio di Google e un disco-pub.

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