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Udine, Tiziano Terzani continua a irritare. Anche da morto

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Tiziano Terzani continua a irritare chi non ama le persone libere anche da morto. L’assessore leghista alla Cultura di Udine, Fabrizio Cigolot, attacca lo scrittore, le sue analisi storiche, perfino la sua qualità come persona.

Non gli va giù che quasi 30mila persone vengano a Udine per seguire il Festival Vicino/Lontano. Non gli va giù il premio intitolato a lui. Tutti comunisti in gita, che la pensano diversamente da lui e non fanno da traino all’industria turistica. Gli albergatori, i ristoratori e i librai della civilissima Udine, di destra sinistra e centro, restano sbigottiti.

La Giunta non se la sente di tagliare del tutto i fondi a questo Festival in mano a pericolosi sovversivi. Culturame, avrebbe detto Scelba. Ma il pensiero libero, problematico, senza ricette facili non piace a nessuno, non piaceva a Togliatti e non piace a Cigolot.

È vero che Terzani è un santo laico. Basta dire quello che si pensa, ammettere il propri errori di valutazione (Cina), guardare le cose anche dal punto di vista scomodo, quello dell’avversario, insomma, fare il mestiere di giornalista e in Italia ti ritrovi oggetto di ammirazione e odio decisamente eccessivi.

Tiziano Terzani ne avrebbe riso, con quella risata fragorosa, poi avrebbe scritto qualcosa di ironico intelligente e fuori dal coro.

Il pensiero non ammette recinti e confini, la dimensione internazionale e interculturale è inevitabile, Cigolot, se ne faccia una ragione.

Nel famoso articolo che scatenò la polemica con Oriana Fallaci, Terzani ricordò l’incontro tra San Francesco e il Sultano. Gente pericolosa, gente che pensa.

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