Le stime dell'Istat: lieve aumento della disoccupazione e calo del numero di occupati (-14mila rispetto a gennaio). Nel confronto mese su mese diminuiscono soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato (-33mila), ma da dicembre, dopo l'entrata in vigore del decreto Dignità, gli stabili sono saliti dello 0,2%
Dopo vari mesi con il segno meno a partire dall’ottobre scorso, il tasso di disoccupazione torna a salire a febbraio, seppure appena di 0,1 punti percentuali, attestandosi al 10,7%. Lo rileva l’Istat, diffondendo i dati provvisori che raccontano anche di un lieve calo del tasso di disoccupazione giovanile (15-24enni) al 32,8% (-0,1 punti percentuali). Secondo Eurostat, l’Italia è terza per il tasso di disoccupazione nella Ue a febbraio, mentre registra il secondo tasso più alto per quella giovanile, dietro solo alla Grecia. Cala anche la stima degli occupati: -0,1%, pari a -14mila unità. Rispetto al mese precedente, sono scesi i soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato (-33mila) ma anche quelli a termine (-11mila). Invece risultano in aumento gli indipendenti (+30mila). Ma nel confronto tra il trimestre dicembre-febbraio – il primo dopo l’entrata in vigore a pieno regime del decreto Dignità – e quello precedente, il numero dei dipendenti fissi è salito di 23mila unità (+0,2%), rispetto a un calo di 17mila tra gli a termine (-0,6%).
A febbraio, scrive l’Istat, l’occupazione è in lieve flessione anche nel tasso (-0,1 punti, a 58,6%) dopo il contenuto aumento del mese precedente, “producendo come risultato una sostanziale stabilità nella media mobile trimestrale”. Quindi questo è il risultato di mesi altalenanti. “La stabilità degli occupati – continua l’Istituto di statistica – nel trimestre si conferma sia per genere sia per posizione professionale, mentre tra i dipendenti si registra un aumento dei permanenti e una diminuzione dei temporanei”, anche se nel mese scendono entrambe le tipologie. Il trimestre in questione è quello che va appunto da dicembre a febbraio, dopo la piena applicazione del provvedimento voluta da Luigi Di Maio proprio per ridurre la precarietà. “Su base tendenziale – conclude il commento dell’Istat – si conferma la crescita degli occupati (+113mila) seppure con intensità inferiore rispetto alla media del 2018. La disoccupazione è in aumento nell’ultimo mese mentre cala sia nel confronto trimestrale sia nei dodici mesi per effetto della sola componente maschile”.
Disoccupazione – Il tasso di disoccupazione non risaliva da ottobre. E infatti il 10,7% è il livello più alto sempre da ottobre scorso. Il rialzo, spiega l’Istat, è di o,1 punti percentuali anche se per effetti degli arrotondamenti si passa al 10,7% dal 10,5% di gennaio. Guardando al numero dei disoccupati, la crescita riguarda entrambi i generi e si concentra tra le persone oltre i 35 anni. Le persone in cerca di occupazione aumentano dell’1,2% (+34mila), risultando pari a 2 milioni 771mila. Su base annua tuttavia il numero dei disoccupati è in calo (-1,4%, -39 mila). Confrontando il dato con il minimo pre-crisi (5,8%, dell’aprile 2007), emerge come il tasso disoccupazione sia ancora di quasi 5 punti superiore.
Occupazione – Il calo mensile dell’occupazione è concentrato nella classe di età centrale dei 35-49enni (-74mila), mentre si conferma il segno positivo per gli ultracinquantenni (+51mila). Su base tendenziale, l’espansione riguarda entrambe le componenti di genere, interessando i 25-34enni (+21mila) e principalmente gli ultracinquantenni (+316mila). L’Istat segnale infine la tendenza dell’anno, in cui sono cresciuti “soprattutto” i dipendenti a termine (+107mila), che si mantengono sopra i tre milioni (3 milioni e 47mila) e si sono registrati segnali “positivi” anche per gli indipendenti (+7 mila) mentre sono calati i dipendenti permanenti (-65mila). Tendenza invertita appunto dall’ultimo trimestre, in cui il calo di a termine e indipendenti è stato compensato da un aumento dei dipendenti permanenti.
Inattività – Il tasso di inattività resta stabile per il quarto mese consecutivo, attestandosi a febbraio al 34,3%. Lo rileva l’Istat, spiegando che dietro alla percentuale però qualcosa si muove: il numero degli inattivi, ovvero di coloro che non hanno un’occupazione né la cercano, scende di 14 mila unità, per effetto della diminuzione registrata per le donne (-20mila unità). Il calo inoltre si concentra sulle classi di età che vanno dai 25 ai 34 (-16mila) e tra gli over50 (-29mila). Quindi a febbraio, guardando alle unità e non alle percentuali, alla lieve diminuzione degli occupati ha corrisposto un aumento della disoccupazione con una contemporanea discesa degli inattivi.
I dati Eurostat – Nell’eurozona a febbraio la disoccupazione è stabile al 7,8% rispetto al mese precedente e in calo rispetto all’8,5% di febbraio 2018. L’Italia è terza nella Ue dietro alla Grecia (18,0% registrato a dicembre 2018, a gennaio e febbraio i dati non sono disponibili) e alla Spagna (13,9%). Seconda per quella giovanile, dove i tassi più deboli si osservano in Germania (5,6%) e nella Repubblica Ceca (6,0%). A febbraio 2019 3,309 milioni di giovani sotto i 25 anni erano disoccupati nella Ue-28 di cui 2,337 milioni nella zona euro. Rispetto a febbraio 2018 i giovani disoccupati sono scesi di 222mila nella Ue-28 e 181mila nella zona euro.