Il Salvator Mundi, celebre dipinto attribuito a Leonardo da Vinci, è “disperso” per ammissione dello stesso museo del Louvre di Abu Dhabi e la sua sparizione apre all’intrigo internazionale. “Potrebbe esserci l’interesse a tenere nascosta l’opera, piuttosto che a esporla. C’è un vento sfavorevole che induce a farla dimenticare piuttosto che a farla ricordare”, ha detto Vittorio Sgarbi a Tpi. Battuto all’asta per 450 milioni di euro a novembre del 2017, dopo essersi aggiudicato il titolo di quadro più costoso della storia era emerso che si trattava in realtà di un falso e che non era opera del celebre Leonardo Da Vinci. Ciononostante, l’opera doveva essere esposta già a fine 2019 negli Emirati ma da mesi non vi è traccia della sua presenza in nessun evento.
Secondo indiscrezioni, infatti, gli esperti avrebbero sollevato più d’un dubbio sul dipinto. Ora è il New York Times a svelare che, secondo fonti anonime, il Louvre di Parigi, che vorrebbe esporlo per i 500 anni dalla morte di Da Vinci, “non è in grado di localizzarlo”. Solo qualche settimana Manuel Rabaté, direttore della nuova sede negli Emirati, aveva detto in un’intervista al Corriere della Sera che il Salvator Mundi non apparteneva al museo e che “la decisione di esporlo non spetta a noi, ma al Dipartimento della Cultura e del turismo di Abu Dhabi”. Eppure il Ministro della Cultura saudita è indicato come il presunto compratore dell’opera, ovvero il principe Bader bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan al-Saud. Il dipartimento culturale degli Emirati, intanto, si rifiuta di rispondere alle domande e non si sa in che mani il capolavoro sia finito.
“Oggi che dovrebbe essere esposta al fianco della Gioconda al Louvre a Parigi o ad Abu Dhabi”, prosegue Sgarbi, “l’opera sparisce. La sua sparizione mi induce a pensare che qualcuno abbia insufflato nel facoltoso acquirente il dubbio che non sia di Leonardo. Però sono tutte osservazioni senza fondamento di prova”, ha sottolineato Sgarbi. “C’è un vento sfavorevole che induce a farla dimenticare piuttosto che a farla ricordare”.