Vincenzo Zumbo, 55 anni, è impiegato nella Direzione Generale del personale, dell'organizzazione e del bilancio. É accusato di peculato e di autoriciclaggio. Il funzionario in una conversazione intercettata: "Riuscivo a fotterli tutti senza colpo ferire, aumentavo il mio ego"
“Aumentava il mio ego nel senso che comunque riuscivo a fotterli tutti senza colpo ferire: riuscivo ad eludere qualunque controllo…” Così si esprimeva in un’intercettazione Vincenzo Zumbo, funzionario del Ministero della Salute arrestato dalla Guardia di Finanza per essersi appropriato di un milione e quattrocentomila euro in poco più di un anno e mezzo. L’uomo, 55 anni, è impiegato nella Direzione Generale del personale, dell’organizzazione e del bilancio. Secondo le prime ricostruzioni, utilizzava la maggior parte dei soldi che sottraeva illecitamente per effettuare operazioni di gioco presso diverse sale video-lottery e centri scommesse fino a 2.000 euro al giorno. Alcune somme sono state invece trasferite sui conti correnti dei propri familiari.
Il modus operandi era ben oliato: l’arrestato riceveva indebitamente denaro che veniva “reinvestito” nel gioco d’azzardo. Nell’ordinanza il gip Flavia Costantinio afferma che nel gioco l’arrestato non “aveva freno né dignità” al punto di avere avuto “il coraggio di chiedere denaro all’anziana madre”. In un altra intercettazione Zumbo afferma: “soldi chiamano i soldi…se mi va di giocare mille euro me li gioco”.
I militari, sotto il coordinamento della procura di Roma, hanno eseguito nei suoi confronti un’ordinanza emessa dal gip applicativa della misura della custodia cautelare in carcere. Infatti, si legge nell’ordinanza, “anche agli arresti domiciliari potrebbe o compiere ulteriori atti dispositivi del denaro di cui si è illecitamente appropriato o continuare a dissipare i propri beni“.
Oltre all’arresto con l’accusa di peculato e autoriciclaggio è stato eseguito un sequestro dei conti correnti, beni mobili e immobili nonché valori dell’indagato per un importo complessivo di circa 200.000 euro. Contestualmente, su disposizione dell’autorità giudiziaria, sono stati anche perquisiti i luoghi nella disponibilità dell’indagato, incluso il suo ufficio ministeriale.
Il ministro Giulia Grillo si è detto “dispiaciuta” e ha annunciato che “se il procedimento dovesse andare avanti ci costituiremo parte civile”.
Sono dispiaciuta per questa vicenda che coinvolge direttamente un funzionario del ministero perché la lotta alla corruzione è una battaglia che mi vede da sempre in prima fila. Se il procedimento dovesse andare avanti ci costituiremo parte civile. pic.twitter.com/jHA7U9Yk9h
— Giulia Grillo (@GiuliaGrilloM5S) April 1, 2019