Il caso del capodoglio femmina trovato spiaggiato in Costa Smeralda è soltanto l’ultimo di una lunga serie che riguarda i cetacei del Mediterraneo. Un terzo di loro, infatti, muore proprio a causa dei rifiuti di plastica che ingeriscono. “La plastica è uno dei peggiori nemici delle specie marine, insieme a pesca intensiva, inquinamento acustico e cambiamenti climatici”, spiega in una nota il Wwf. “Il 95% dei rifiuti che soffocano i nostri mari è fatto proprio di plastica. Ogni anno, decine di migliaia fra tartarughe, uccelli e cetacei muoiono per colpa di buste, cannucce, contenitori di cibo e bevande, piatti, reti da pesca, lenze, palloncini e altri rifiuti in plastica. Un terzo dei cetacei trovati morti nelle acque mediterranee aveva lo stomaco intasato dai rifiuti di plastica. La plastica viene ritrovata sempre più spesso anche nel pesce e nei molluschi che consumiamo”.
All’interno del capodoglio femmina trovato a Cala Romantica c’era anche un feto di oltre due metri, oltre a rifiuti non biodegradabili tra cui piatti monouso, un tubo corrugato usato per gli impianti elettrici, le comuni buste per la spesa, grovigli di lenze, sacchi condominiali, persino l’imballaggio di un detersivo con ancora riconoscibili marca e codice a barre. Probabilmente quel feto – sottolinea il Wwf – rappresentava la prima e ultima gravidanza di questo esemplare. La scoperta è stata fatta dai veterinari dell’Istituto zooprofilattico di Sassari e della Facoltà di Veterinaria di Padova. Per conoscere con certezza le cause della morte sarà necessario attendere gli esami istologico e tossicologici dei veterinari di Padova. Il quantitativo di plastica ritrovato nell’apparato digerente del cetaceo – sottolinea ancora il Wwf – era praticamente intatto e la proporzione tra le dimensioni dell’animale e la plastica ingerita è particolarmente significativa. Quantità così voluminose, per gli esperti, vengono solitamente ritrovate all’interno di animali più grandi dell’esemplare relativamente piccolo morto a Porto Cervo.
Dall’Indonesia alla Spagna: tutti i capodogli morti per la plastica – Con l’ultimo ritrovamento in Sardegna, continuano i casi di spiaggiamenti di cetacei nel mondo con presenza di plastica nello stomaco. A febbraio 2018 in Spagna (spiaggia di Cabo de Palos), un capodoglio maschio di 10 metri è stato trovato spiaggiato con nello stomaco un enorme bidone di plastica, sporte di plastica, boe, corde, pezzi di rete e immondizia di ogni tipo. In totale, 29 chili di rifiuti prodotti dagli umani finiti nello stomaco di un singolo capodoglio.
A maggio 2018 in Grecia, un capodoglio con 100 sacchetti di plastica dallo stomaco è stato trovato morto al largo dell’isola di Mykonos. A giugno 2018 in Tailandia, un globicefalo è morto nelle acque della Thailandia per aver fatto indigestione di 80 grossi sacchi di plastica abbandonati in mare. A novembre 2018 in Indonesia, un capodoglio è stato trovato morto dopo aver ingerito un’inquietante raccolta di rifiuti di plastica, tra cui 115 bicchieri, 25 sacchetti di plastica, bottiglie, due infradito e una busta contenente più di mille pezzi di spago. In tutto, il contenuto di plastica nello stomaco del cetaceo, arrivava a pesare circa 6 chili.
A dicembre 2018 in Italia, il capodoglio Leopoldo trovato la mattina del 24 dicembre spiaggiato senza vita a Ischia non è morto a causa della plastica. Tuttavia, all’interno del suo stomaco sono state trovate diverse borse di plastica e uno spesso filo di nylon. A gennaio 2017, uno zifio è stato soppresso dopo essersi spiaggiato su un’isola norvegese. L’esame autoptico ha rivelato ben 30 sacchi di plastica all’interno del suo stomaco.