Dal 1994 ad oggi il mercato dei telefonini ha fatto passi da gigante, passando dai modelli base della prima era agli smartphone moderni. Un’evoluzione tecnologica che ha influenzato in maniera radicale il nostro modo di vivere, di comunicare e di rapportarsi con il mondo. In 25 anni si è passati dalla possibilità (che negli anni ’80 sembrava avveniristica) di telefonare mentre si camminava per strada, ad avere in tasca computer più potenti di quelli che la NASA spediva nello Spazio.

A fare la differenza sono stati molti elementi messi insieme, a partire dalla diffusione di Internet per arrivare allo sviluppo di “un’app per ogni cosa”, per citare un popolare spot pubblicitario di vecchia data. Gli utenti hanno pagato molti di questi progressi con la privacy, ma quanti tornerebbero indietro per riaverla, e riprendere a telefonare dalle cabine a gettoni?

 

Crediti: Di RossoMalpelo – Opera propria

 

Quello che pochi ricordano è come l’evoluzione dei telefonini (o degli smartphone per dirla in modo moderno) si sia riflessa nel destino delle aziende più che nei modelli. Oggi guardiamo ai dati di vendita, e la classifica ci sembra talmente ordinaria da essere quasi noiosa. Del resto, si ripete uguale a sé stessa da diversi trimestri, e negli ultimi due anni non ci sono stati grandi cambiamenti. La cosa diventerebbe più interessante se la classifica fosse dinamica, non un fermo immagine. Se permettesse di ripercorrere in pochi secondi quello che è successo in 25 anni.

Per provare ci sono due strade: leggersi la pagina di Wikipedia con la lista dei telefonini più venduti di tutti i tempi. Oppure appellarsi all’ultima moda e farsi ipnotizzare da una tabella animata, di quelle che sono tanto alla moda. Linserimento dei dati di Wikipedia è satato fatto dalla testata giornalistica The Next Web, per vedere il risultato fate clic sull’immagine qui sopra.

L’animazione non è precisa al millimetro e arriva solo fino al 2016, ma è ottima per chiarirsi le idee sui volumi di crescita, sul ruolo che hanno avuto gli iPhone, sul destino dei produttori occidentali rispetto alla concorrenza orientale, e su una lotta al vertice che fino al 2016 è stata tutt’altro che scontata e noiosa. Resta da chiedersi come sarà questo grafico fra altri 25 anni.

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