Era contestato il reato di bancarotta fraudolenta per la liquidazione da 700.000 euro all’ex dg dell’istituto di credito Luca Bronchi. Ora l’attesa è per la decisione del gip di Arezzo
Nuova richiesta di archiviazione, nell’ambito dell’inchieste sull’ex Banca Etruria, per Pierluigi Boschi, per il reato di bancarotta fraudolenta contestato per liquidazione da 700.000 euro all’ex dg dell’istituto di credito Luca Bronchi. Ora l’attesa è per la decisione del gip di Arezzo. La liquidazione era stata approvata dall’ultimo cda guidato da Lorenzo Rosi, di cui faceva parte come consigliere Pierluigi Boschi
Il pool guidato dal procuratore della Repubblica Roberto Rossi non ha ravvisato elementi contro il 70enne padre dell’ex ministro e sottosegretario Maria Elena. A febbraio scorso era stata archiviata per Boschi l’accusa di falso in prospetto. Con l’eventuale accoglimento della nuova richiesta di archiviazione, Boschi, dal 2011 consigliere di Bpel e dal 2014 vice presidente fino alla messa in risoluzione del 22 novembre 2015, vedrà cadere tutte le contestazioni penali ipotizzate nei suoi confronti, restando in piedi l’azione di responsabilità promossa dal liquidatore Giuseppe Santoni e le sanzioni elevate da Banca d’Italia (recente la conferma in Cassazione per 144 mila euro).
L’ultimo consiglio della Banca, deliberò una liquidazione milionaria all’allora direttore generale. Nella riunione, tutti i componenti del cda si espressero a favore della liquidazione, con un solo astenuto, il consigliere Giovanni Grazzini. Alcuni mesi dopo, nel febbraio 2015, la banca venne commissariata e, un anno dopo, dichiarata insolvente con trasmissione degli atti dal Tribunale fallimentare alla procura
di Arezzo per l’apertura di un fascicolo per bancarotta fraudolenta.