Gli elettori venivano portati al seggio Ipam di corso Garibaldi in motorino, gli veniva messo in mano un cellulare con cui doveva fotografare la scheda elettorale, poi venivano pagati con “pochi spiccioli” – anche 10-15 euro – e con pacchi di generi alimentari. I più fortunati, poi arrestati, hanno potuto lavorare sei mesi nella ditta Gema di rifiuti con il progetto “Garanzia giovani”, ma con la promessa che il “posto” sarebbe diventato a tempo indeterminato. Anche se poi non è andata così. In cambio hanno votato, questa l’accusa, e fatto votare il candidato che poi ha raccolto 927 voti. È il “criminale mercimonio di voti, assolutamente indegno di un paese civile” scoperto da un’indagine dei carabinieri a Torre del Greco (Napoli), le elezioni sono quelle che si sono tenute lo scorso 10 giugno. Il giudice per le indagini preliminari, Antonio Fiorentino, non lesina sugli aggettivi per descrivere l’ennesima storia di voti di scambio. Raccontata anche in una video inchiesta di Fanpage.it che mostrava come le preferenze espresse dagli elettori fossero comprate da un gruppo di persone per più candidati. Quattordici le misure cautelari eseguite dai carabinieri: otto arresti – quattro in carcere e quattro ai domiciliari – e sei divieti di dimora. Tra gli indagati due consiglieri, uno eletto alle scorse consultazioni, l’altro alla terza consiliatura ma in aspettativa dalla sua funzione di poliziotto. Per il primo, Stefano Abilitato (ex Fi), il giudice ha disposto gli arresti domiciliari, per l’altro, Ciro Piccirillo, il divieto di dimora in Campania. Disposto il carcere per Giovanni e Ciro Masella, Giuseppe Mercedulo, Giuseppe Ramondo.
Due consiglieri coinvolti nell’indagine e il dipendente di una onlus
Abilitato (candidato con la lista Il Cittadino e poi passato nel gruppo consiliare del Movimento Dai), secondo gli inquirenti della procura di Torre Annunziata, avrebbe fatto assumere a tempo determinato cinque persone: tre finite in carcere e due ai domicialiari. Piccirillo è accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreto di ufficio per avere informato di un controllo di polizia alcune persone che compravano voti davanti a un seggio. Ai quattordici indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio elettorale, voto di scambio elettorale, attentati contro i diritti politici del cittadino, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento, detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra. Quest’ultimo reato contestato a tre indagato in possesso, stando alle indagini, di una mitragliatrice uzi, un fucile a canne mozze, una calibro 21.
I due consiglieri di maggioranza coinvolti nelle indagini sono stati eletti in occasione delle amministrative dello scorso anno, elezioni che hanno poi portato alla vittoria del sindaco Giovanni Palomba, seguite dallo scioglimento anticipato della passata consiliatura a causa delle dimissioni del precedente primo cittadino, Ciro Borriello, arrestato nell’ambito di un’altra inchiesta legata a presunte tangenti per favorire la ditta dei Fratelli Balsamo nell’ambito del servizio Nettezza Urbana. Tra gli indagati anche un dipendente di una onlus che aveva procurato i pacchi con la sigla Ue e con la scritta prodotto non commerciabile.
L’intercettazione: “Pure voi vi siete comprati i voti”
Per il giudice è “lampante nel caso di specie la vastità del fenomeno della corruzione elettorale” anche perché uno degli indagati – quasi tutti interrogati subito dopo la pubblicazione dell’inchiesta di Fanpage.it – ha raccontato che c’erano “altri sette gruppi che compravano voti“. Ad esempio di come si vincessero le elezioni a Torre del Greco il gip cita una intercettazione tra un indagato e un’altra persona. “Pure voi vi siete comprati i voti. da chi lo vuoi” dice il primo e il secondo che replica di non aver investito i soldi: “…dai mille euro Gerardo, a chi lo vuoi raccontare, voi avete messo in gioco 30/40mila euro… dai avete speso i soldi, ma i soldi… per vincere” e l’altro: “Però abbiamo vinto che vuoi?”. “Le due ultime affermazioni degli interlocutori sono tanto crude, quanto disarmanti – stigmatizza il giudice – A Torre del Greco le elezioni amministrative si vincono solo se si dispone di somme sufficienti per la compravendita dei voti con buona pace per la democrazia … I voti delle ultime elezioni amministrativo in Torre del Greco (e quelle precedenti?) non sono stati certo espressi dagli elettori in ragiono di ‘stima, simpatia, affetto e proposte che vengono fatte’ ma unicamente per un diffuso, sistematico, vile, ignobile meccanismo di compravendita…”
“Sfruttate la situazione di degrado di alcuni quartieri e la povertà”
Un meccanismo in cui gli elettori vengono considerati dal giudice quasi vittime che ha uno sguardo sulla realtà della cittadina campana quasi sociologica: “L’ignobiltà e la viltà emergono in maniera drammatica dalle concrete modalità operative dei vari sodalizi di criminali che prestavano i propri servigi ad una pluralità di candidati. Infatti, sfruttando la situazione di degrado di alcuni quartieri, l’indigenza e la povertà di tanti elettori, o solo il loro basso livello culturale, questi criminali privavano tanti cittadini di un loro fondamentale diritto, per pochi “spiccioli”, anche solo 10-15 euro, o, addirittura, per un piccolo pacco di prodotti alimentari. Per non parlare, poi, del fatto che i poveri elettori venivano anche indotti a commettere un reato”. Tutto questo per raggiungere un obiettivo ben preciso come dice un altro degli indagati prima delle elezioni: “Dobbiamo (far) vincere Abilitato, dobbiamo regnare su tutto quanto”. Un patto poi infranto dal fatto che le assunzioni non si erano trasformate in contratti a tempo indeterminato (anche per il clamore suscitato dall’inchiesta giornalistica, ndr” e il consigliere eletto, che non era assessore e aveva meno potere di quello che si ipotizzava, era stato minacciato proprio davanti la sede del Comune, Palazzo Baronale che era stata anche occupata. Non solo la ditta era finita nel mirino di alcuni indagati: in un caso un mezzo era stato accerchiato e i dipendenti costretti a scappare.
Il sindaco Palomba: “Tranquillo”, ma pentito dice: “Per lui voti a 80 euro”
“Sono regolarmente seduto alla mia scrivania e oggi si svolgerà regolarmente la programmata seduta di giunta, durante la quale saranno approvati anche provvedimenti di competenza del consiglio comunale. Questo per dire che l’attività amministrativa prosegue senza alcuna interruzione – ha dichiarato il sindaco Giovanni Palomba – La posizione dei consiglieri comunali coinvolti? Non conosco al momento le procedure di ordine tecnico e sono certo che i consiglieri coinvolti si sapranno difendere dalle accuse mosse nelle sedi opportune. Per quanto mi riguarda, so soltanto che l’amministrazione non è stata sfiorata da questa vicenda e pertanto è giusto proseguire nel lavoro intrapreso”. Eppure il primo cittadino – che non risulta indagato – viene chiamato in causa da Giovanni Massella. Agli inquirenti ha raccontato il figlio Ciro e Andreina Vivace (ai domciliari, ndr), assunti come netturbini dell’azienda, si erano presentati da Palomba dopo la pubblicazione dell’inchiesta e il sindaco li avrebbe rassicurati e promesso la copertura delle spese processuali qualora la coppia fosse stata raggiunta dall’inchiesta. Agli atti dell’inchiesta risultano inoltre le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che de relato ha raccontato che sarebbero stati venduti voti anche per l’attuale sindaco per 80 euro.
Ha collaborato Vincenzo Iurillo
Giustizia & Impunità
Torre del Greco, pacchi alimentari e pochi spiccioli per un voto: 8 arresti. Il gip: “Mercimonio indegno di un paese civile”
Quattordici le misure cautelari eseguite dai carabinieri: tra loro due consiglieri. Il giudice: "Sfruttando la situazione di degrado di alcuni quartieri, l'indigenza e la povertà di tanti elettori, o solo il loro basso livello culturale, questi criminali privavano tanti cittadini di un loro fondamentale diritto"
Gli elettori venivano portati al seggio Ipam di corso Garibaldi in motorino, gli veniva messo in mano un cellulare con cui doveva fotografare la scheda elettorale, poi venivano pagati con “pochi spiccioli” – anche 10-15 euro – e con pacchi di generi alimentari. I più fortunati, poi arrestati, hanno potuto lavorare sei mesi nella ditta Gema di rifiuti con il progetto “Garanzia giovani”, ma con la promessa che il “posto” sarebbe diventato a tempo indeterminato. Anche se poi non è andata così. In cambio hanno votato, questa l’accusa, e fatto votare il candidato che poi ha raccolto 927 voti. È il “criminale mercimonio di voti, assolutamente indegno di un paese civile” scoperto da un’indagine dei carabinieri a Torre del Greco (Napoli), le elezioni sono quelle che si sono tenute lo scorso 10 giugno. Il giudice per le indagini preliminari, Antonio Fiorentino, non lesina sugli aggettivi per descrivere l’ennesima storia di voti di scambio. Raccontata anche in una video inchiesta di Fanpage.it che mostrava come le preferenze espresse dagli elettori fossero comprate da un gruppo di persone per più candidati. Quattordici le misure cautelari eseguite dai carabinieri: otto arresti – quattro in carcere e quattro ai domiciliari – e sei divieti di dimora. Tra gli indagati due consiglieri, uno eletto alle scorse consultazioni, l’altro alla terza consiliatura ma in aspettativa dalla sua funzione di poliziotto. Per il primo, Stefano Abilitato (ex Fi), il giudice ha disposto gli arresti domiciliari, per l’altro, Ciro Piccirillo, il divieto di dimora in Campania. Disposto il carcere per Giovanni e Ciro Masella, Giuseppe Mercedulo, Giuseppe Ramondo.
Due consiglieri coinvolti nell’indagine e il dipendente di una onlus
Abilitato (candidato con la lista Il Cittadino e poi passato nel gruppo consiliare del Movimento Dai), secondo gli inquirenti della procura di Torre Annunziata, avrebbe fatto assumere a tempo determinato cinque persone: tre finite in carcere e due ai domicialiari. Piccirillo è accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreto di ufficio per avere informato di un controllo di polizia alcune persone che compravano voti davanti a un seggio. Ai quattordici indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio elettorale, voto di scambio elettorale, attentati contro i diritti politici del cittadino, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento, detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra. Quest’ultimo reato contestato a tre indagato in possesso, stando alle indagini, di una mitragliatrice uzi, un fucile a canne mozze, una calibro 21.
I due consiglieri di maggioranza coinvolti nelle indagini sono stati eletti in occasione delle amministrative dello scorso anno, elezioni che hanno poi portato alla vittoria del sindaco Giovanni Palomba, seguite dallo scioglimento anticipato della passata consiliatura a causa delle dimissioni del precedente primo cittadino, Ciro Borriello, arrestato nell’ambito di un’altra inchiesta legata a presunte tangenti per favorire la ditta dei Fratelli Balsamo nell’ambito del servizio Nettezza Urbana. Tra gli indagati anche un dipendente di una onlus che aveva procurato i pacchi con la sigla Ue e con la scritta prodotto non commerciabile.
L’intercettazione: “Pure voi vi siete comprati i voti”
Per il giudice è “lampante nel caso di specie la vastità del fenomeno della corruzione elettorale” anche perché uno degli indagati – quasi tutti interrogati subito dopo la pubblicazione dell’inchiesta di Fanpage.it – ha raccontato che c’erano “altri sette gruppi che compravano voti“. Ad esempio di come si vincessero le elezioni a Torre del Greco il gip cita una intercettazione tra un indagato e un’altra persona. “Pure voi vi siete comprati i voti. da chi lo vuoi” dice il primo e il secondo che replica di non aver investito i soldi: “…dai mille euro Gerardo, a chi lo vuoi raccontare, voi avete messo in gioco 30/40mila euro… dai avete speso i soldi, ma i soldi… per vincere” e l’altro: “Però abbiamo vinto che vuoi?”. “Le due ultime affermazioni degli interlocutori sono tanto crude, quanto disarmanti – stigmatizza il giudice – A Torre del Greco le elezioni amministrative si vincono solo se si dispone di somme sufficienti per la compravendita dei voti con buona pace per la democrazia … I voti delle ultime elezioni amministrativo in Torre del Greco (e quelle precedenti?) non sono stati certo espressi dagli elettori in ragiono di ‘stima, simpatia, affetto e proposte che vengono fatte’ ma unicamente per un diffuso, sistematico, vile, ignobile meccanismo di compravendita…”
“Sfruttate la situazione di degrado di alcuni quartieri e la povertà”
Un meccanismo in cui gli elettori vengono considerati dal giudice quasi vittime che ha uno sguardo sulla realtà della cittadina campana quasi sociologica: “L’ignobiltà e la viltà emergono in maniera drammatica dalle concrete modalità operative dei vari sodalizi di criminali che prestavano i propri servigi ad una pluralità di candidati. Infatti, sfruttando la situazione di degrado di alcuni quartieri, l’indigenza e la povertà di tanti elettori, o solo il loro basso livello culturale, questi criminali privavano tanti cittadini di un loro fondamentale diritto, per pochi “spiccioli”, anche solo 10-15 euro, o, addirittura, per un piccolo pacco di prodotti alimentari. Per non parlare, poi, del fatto che i poveri elettori venivano anche indotti a commettere un reato”. Tutto questo per raggiungere un obiettivo ben preciso come dice un altro degli indagati prima delle elezioni: “Dobbiamo (far) vincere Abilitato, dobbiamo regnare su tutto quanto”. Un patto poi infranto dal fatto che le assunzioni non si erano trasformate in contratti a tempo indeterminato (anche per il clamore suscitato dall’inchiesta giornalistica, ndr” e il consigliere eletto, che non era assessore e aveva meno potere di quello che si ipotizzava, era stato minacciato proprio davanti la sede del Comune, Palazzo Baronale che era stata anche occupata. Non solo la ditta era finita nel mirino di alcuni indagati: in un caso un mezzo era stato accerchiato e i dipendenti costretti a scappare.
Il sindaco Palomba: “Tranquillo”, ma pentito dice: “Per lui voti a 80 euro”
“Sono regolarmente seduto alla mia scrivania e oggi si svolgerà regolarmente la programmata seduta di giunta, durante la quale saranno approvati anche provvedimenti di competenza del consiglio comunale. Questo per dire che l’attività amministrativa prosegue senza alcuna interruzione – ha dichiarato il sindaco Giovanni Palomba – La posizione dei consiglieri comunali coinvolti? Non conosco al momento le procedure di ordine tecnico e sono certo che i consiglieri coinvolti si sapranno difendere dalle accuse mosse nelle sedi opportune. Per quanto mi riguarda, so soltanto che l’amministrazione non è stata sfiorata da questa vicenda e pertanto è giusto proseguire nel lavoro intrapreso”. Eppure il primo cittadino – che non risulta indagato – viene chiamato in causa da Giovanni Massella. Agli inquirenti ha raccontato il figlio Ciro e Andreina Vivace (ai domciliari, ndr), assunti come netturbini dell’azienda, si erano presentati da Palomba dopo la pubblicazione dell’inchiesta e il sindaco li avrebbe rassicurati e promesso la copertura delle spese processuali qualora la coppia fosse stata raggiunta dall’inchiesta. Agli atti dell’inchiesta risultano inoltre le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che de relato ha raccontato che sarebbero stati venduti voti anche per l’attuale sindaco per 80 euro.
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Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Vogliamo il pilastro europeo dell'Alleanza atlantica e non lo delegheremo alla Francia e alla Gran Bretagna". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo. "Per avere i granai pieni -ha aggiunto- bisogna avere gli arsenali pieni, la difesa è la premessa della libertà e della democrazia".
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Le sedici aziende dell’Alleanza “Value of Beauty”, lanciata a febbraio 2024, hanno presentato a Bruxelles uno studio commissionato a Oxford Economics sull’impatto socioeconomico del settore. Il Gruppo L’Oréal, Kiko Milano, Beiersdorf, Iff, e altri grandi marchi dell’industria vogliono inserirsi nello spiraglio aperto dalla Commissione europea per favorire la semplificazione normativa in vari ambiti, e per chiedere un dialogo strategico sul futuro del settore, come già successo per agricoltura e automotive.
Il settore guarda con attenzione alle proposte su una legge europea vincolante per le biotecnologie e alla strategia per la bioeconomia, che la Commissione si impegna a presentare entro la fine dell’anno. Ma guarda con attenzione anche agli sviluppi nelle relazioni commerciali in Occidente alla luce della recente entrata in vigore dei dazi di Washington sull’import dall’Unione europea.
“Cinque delle sette più grandi aziende del settore hanno la loro sede nell’Ue”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo L’Oréal, Nicolas Hieronimus.
A Bruxelles i sedici membri dell’Alleanza chiedono politiche per la produzione sostenibile di ingredienti e la formazione di personale per sbloccare il potenziale del settore. Un aspetto legato, secondo l’amministratore delegato di Kiko Milano, Simone Dominici, all’impatto positivo che la cura del corpo e dell’estetica ha sull’autostima e sulla salute mentale dei consumatori. Aspetti non trascurati dallo studio dell’Oxford Economics presentato all’ombra dei palazzi delle istituzioni europee. Il rapporto mostra che la spesa dei consumatori nell’Ue per i prodotti di bellezza e cura della persona ha superato i 180 miliardi di euro e dato lavoro a oltre tre milioni di persone, un numero che supera il totale della forza lavoro presente in 13 Stati membri dell’Ue. Troppi anche gli oneri per l'industria della cosmetica che rendono necessaria una revisione della direttiva sulle acque reflue. Forte dei 496 milioni di euro generati ogni giorno e dei 3,2 milioni di posti di lavoro, la cordata dei grandi nomi dell’industria della bellezza chiede che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio “chi inquina paga”.
I riflettori dell’Alleanza, che guarda anche agli interessi di tutti gli attori della filiera - dagli agricoltori ai vetrai, importanti nella catena del valore quanto le case di fragranze - sono rivolti in primis sull’attesa revisione del regolamento Reach (Regulation on the registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals), che regolamenta le sostanze chimiche autorizzate e soggette a restrizione nell’Unione europea. L’Alleanza chiede che a questa iniziativa, annunciata nel 2020 come parte del pacchetto sul Green deal, si aggiunga anche una revisione del regolamento sui prodotti cosmetici.
L’appello ha come obiettivo la riduzione degli oneri amministrativi e lo stimolo all'innovazione, senza sacrificare l’approccio basato sul rischio per la salute e la responsabilità per la tutela dell’ambiente. Trasmette ottimismo l’iniziativa della Commissione di considerare delle esenzioni per alcune imprese colpite dalla direttiva della diligenza dovuta che imponeva oneri considerati sproporzionati alle piccole e medie imprese, la colonna portante del settore.
“Vogliamo impiegare più tempo alla sostenibilità, piuttosto che alla rendicontazione amministrativa”, è stato l’appello degli amministratori delegati durante la conferenza stampa che ha preceduto gli incontri istituzionali al Parlamento europeo, tra cui quello con la presidente dell’istituzione, Roberta Metsola. Lo studio presentato dimostra che una parte consistente della cura per la sostenibilità ambientale passa anche dalla cosmetica. L’Oréal ha già annunciato che entro il 2030 il 100% della plastica utilizzata nelle confezioni sarà ottenuta da fonti riciclate o bio-based.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Mandare soldati in Ucraina mentre ci sono i bombardamenti è una pazzia e l'Italia non farà questa scelta". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Gli inglesi sono usciti dall'Europa e adesso ci convocano una volta a settimana, facessero domanda per rientrare nell'Unione europea". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Dei Servizi segreti non si parla nell'Autogrill, si parla nel Copasir, io all'Autogrill ci vado a comprare il panino". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Da oggi sono autorizzato a dire che la Meloni non smentisce l'utilizzo di intercettazioni preventive nei confronti di un giornalista che attacca il Governo. È una cosa enorme, che ha a che fare con la dignità delle Istituzioni. Se non vi rendete conto che su questa cosa si gioca il futuro della libertà, allora sappiate che c'è qualcuno che lascia agli atti questa frase, perchè quando intercetteranno voi, in modo illegittimo, con i trojan illegali, saremo comunque dalla vostra parte per difendere il vostro diritto di cittadini, mentre voi oggi vi state voltando dal'altra parte". Lo ha affermato Matteo Renzi nella sua dichiarazione di voto sulle risoluzioni sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Giorgia Meloni va al Consiglio europeo senza una linea, senza sapere da che parte stare, senza aver avuto il coraggio di rispondere a quella frase che lei stessa aveva detto: 'come diceva Pericle la felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio'. Se la felicità e la libertà dipendono dal coraggio, Giorgia Meloni -ha concluso l'ex premier- non è felice, non è libera".