Il provvedimento ha ottenuto 206 sì, un solo no e 44 astenuti. Ricalca quello proposto nella scorsa legislatura dall’attuale ministro della Giustizia. La disciplina dell'azione di classe passa dal codice del consumo a quello di procedura civile. Bonafede: "Ora i cittadini ogni volta che viene leso un loro diritto possono unirsi e far valere tutti insieme i loro diritti. Un altro punto del contratto di governo realizzato in pochissimo tempo"
Via libera definitivo dall’Aula del Senato al ddl sulla class action. Il provvedimento ha ottenuto 206 sì, un solo no e 44 astenuti. Il testo, simile a quello proposto nella scorsa legislatura dall’attuale ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5s) e il cui iter di approvazione si era poi bloccato, contiene diverse novità. Dallo spostamento della disciplina dell’azione di classe al codice di procedura civile (oggi è nel codice del consumo), cosa che secondo il Movimento “consente a chiunque abbia subito uno stesso danno di fare fronte comune e avviare un’unica causa”, all’ampliamento delle situazioni giuridiche tutelate, fino al passaggio di competenza alla sezione specializzata in materia d’impresa dei tribunali. Le novità non piacciono a Confindustria, che è stata in prima linea nella battaglia contro un provvedimento definito ‘punitivo’ nei confronti delle aziende.
“La class action è legge, è una legge molto importante per i cittadini italiani che ogni volta che viene leso un loro diritto possono, se ci sono i presupposti, unirsi e far valere tutti insieme i loro diritti”, ha commentato Bonafede. “E’ un altro punto del contratto di governo che viene realizzato in pochissimo tempo”. La legge secondo il ministro “dà la possibilità a tanti cittadini che da soli sarebbero deboli di unirsi e diventare forti, magari se dall’altra parte c’è un soggetto economicamente molto forte”, ma “non vale soltanto per il privato cittadino ma anche per le imprese perché questa legge dà la possibilità agli imprenditori di unirsi se un loro diritto è stato leso”, e che “con la class action non ci saranno più tanti processi ma i cittadini possono unirsi e così tanti processi che occupano tante aule giudiziarie diventeranno uno solo”. Per il ministro per il Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro “consegna al Paese uno strumento davvero efficace per far valere i propri diritti. Ora i cittadini sono più forti e potranno difendersi dai comportamenti scorretti di gruppi di potere, lobby e aziende senza scrupoli”.
“È un provvedimento importantissimo che migliora l’attuale class action, molto debole e lacunosa, e che consente ai milioni di cittadini italiani vessati da comportamenti scorretti di grandi aziende, che fino a oggi hanno rinunciato a chiamare in causa per la grande disparità di mezzi, di agire in forma collettiva per tutelare gli interessi danneggiati”, spiegava due settimane fa in una nota sul ddl il presidente della commissione Industria e Commercio del Senato Gianni Girotto del M5s. “L’azione politica del M5s ha come priorità l’aumento delle tutele per i cittadini, e questa nuova legge va proprio in quella direzione”.
Lo scorso autunno il direttore generale di viale dell’Astronomia, Marcella Panucci, aveva sottolineato: “C’è il tema delle adesioni dei singoli all’azione giudiziaria dopo la sentenza di condanna, una cosa che non credo non necessiti di particolari commenti”.
Contraria Forza Italia, secondo cui si tratta di “un provvedimento blindato, pericoloso e inadeguato che penalizzerà le imprese e impedirà gli investimenti“. “Ancora una volta, per motivi elettorali, non si è voluto un dibattito completo e compiuto su un argomento che riguarda direttamente i cittadini. Con questo ddl allontaneremo gli investimenti stranieri e scoraggeremo quelli interni”, ha detto il senatore di Forza Italia Adriano Paroli. “Siamo molto favorevoli – ha sottolineato il vicepresidente vicario dei senatori di Forza Italia Lucio Malan – a misure che tutelino i consumatori e soprattutto è giusto che ci siano provvedimenti che compensino lo squilibrio che c’è sia per le dimensioni e la potenza di alcune aziende rispetto al consumatore e anche per le truffe che vengono perpetrate a suo danno. Lo squilibrio però non deve essere rovesciato come si fa con questo ddl che produce un effetto punitivo per le aziende”.