L’Aula della Camera approva il disegno di legge Codice Rosso che introduce misure di contrasto alla violenza sulle donne e contiene anche le norme sul revenge porn. I voti a favore sono stati 380, nessun contrario: gli astenuti sono stati 92 (Pd e Leu). Il testo passa ora al Senato. Dopo il voto tutta la maggioranza ed il governo, con i ministri Bongiorno e Bonafede, si sono alzati in piedi ad applaudire. Tutti i deputati M5s hanno messo dei fiori rossi nei calamai dei loro scranni, quelli della Lega indossavano un nastrino rosso.

L’ultimo giorno di esame del ddl è stato vissuto non senza scossoni, come la divisione interna alla maggioranza sul tema della castrazione chimica che ha spaccato anche il centrodestra, tra accuse incrociate di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Ci sono state anche importanti novità inserite nel decreto che contiene misure di contrasto alla violenza sulle donne. Tra queste l’approvazione della proposta della deputata azzurra Mara Carfagna per cui i matrimoni forzati diventano reato, oppure l’ok all’emendamento della pentastellata Maria Edera Spadoni che ha allargato da 6 a 12 mesi il periodo di tempo utile per denunciare una violenza sessuale.

Bocciato l’odg di Fdi sulla castrazione chimica
La maggioranza si divide in Aula alla Camera sulla castrazione chimica. Il giorno dopo il ritiro dell’emendamento a firma Lega proprio per evitare lo scontro con il M5s, a palesare la spaccatura interna alle due anime di governo sul tema è l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia al ddl codice rosso che impegnava il governo (che si era rimesso all’Aula) ad adottare ogni iniziativa anche normativa per introdurre la possibilità di subordinare alla castrazione chimica la concessione della sospensione condizionale della pena in caso di condanna per reati sessuali. L’odg è stato votato solo da Fdi e appunto dalla Lega, mentre i Cinquestelle hanno votato no, così come Partito democratico e Forza Italia. I voti a favore sono stati 126, 383 i contrari, un astenuto.

Prima della votazione, il deputato pentastellato Andrea Colletti ha annunciato il voto contrario sull’ordine del giorno in quanto “palesemente in contrasto con la Costituzione e con le convenzioni internazionali firmate dall’Italia”. Dopo la votazione, mentre il Pd applaudiva, i deputati di Fdi hanno urlato in coro ‘Nazareno, Nazareno!”.  “La corsa Salvini-Meloni a scavalcarsi a destra si schianta contro i numeri. Su ordine del giorno di Fdi su castrazione chimica, la maggioranza si è spaccata e Lega e Fratelli d’Italia si sono visti bocciare l’odg. Il convoglio sovranista è deragliato in partenza…”, ha scritto su Twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera.

“Prima di straparlare di Fratelli d’Italia, la collega Gelmini farebbe bene a guardare in casa propria”, ha replicato il capogruppo di FdI a Montecitorio, Francesco Lollobrigida. “Facciamo notare che Forza Italia ha votato no insieme al Partito democratico, al Movimento 5 Stelle e a LeU. Il convoglio sovranista, come dice Gelmini, è quindi deragliato perché il patto del Nazareno ha votato contro. Comprendiamo che i forzisti ultimamente non abbiano molte cose di cui vantarsi, ma andar fieri di aver votato col Pd. Contenti voi“, ha aggiunto Lollobrigida.

Già una settimana fa, alla presentazione dell’emendamento del Carroccio sulla castrazione chimica, il M5s aveva espresso tutta la sua contrarietà al testo, così come era stato formulato, anche per bocca di due ministri come Giulia Grillo e Alfonso Bonafede. Poi la Lega aveva fatto un passo indietro, ritirando la proposta di modifica al ddl Codice rosso. “Non è stata una marcia indietro ma un differimento“, ha voluto però precisare oggi il ministro Giulia Bongiorno, parlando con i giornalisti alla Camera e spiegando che il tema “può rientrare in un ddl della Lega, da sottoporre anche ai Cinquestelle”. Il ddl, ha spiegato, “verrà presentato con Matteo Salvini, da domani saremo al lavoro su questo”.

Periodo per denunciare passa da 6 a 12 mesi
“Sono davvero soddisfatta che l’emendamento a mia prima firma sul Codice rosso sia stato approvato“, esulta la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni. Da oggi una donna avrà 12 mesi di tempo per denunciare una violenza sessuale subita anziché solo sei. “A mio avviso era di fatto fondamentale dare maggior tempo alle donne per poter comprendere, elaborare e denunciare le violenze subite”, ha dichiarato la deputata M5s.

“Spesso sei mesi non sono sufficienti alle vittime di questi abusi per metabolizzare quello che è accaduto e trovare la forza di denunciare. Non è semplice farlo per molteplici motivi: a volte perché la donna fa fatica ad accettare di aver subito violenza, a volte perché le violenze non sono solo fisiche, ma anche psicologiche. Spesso inoltre per denunciare le vittime devono avere quella forza che nell’immediato può mancare“, ha spiegato Maria Edera Spadoni. “E’ necessario dare un segnale chiaro alle donne: denunciate subito. Ma è necessario rendere giustizia anche a quelle donne che non sono riuscite, per tutta una serie di motivazioni che non possiamo né dobbiamo giudicare, a farlo immediatamente. Rendere giustizia, è quello che serve alle donne per sentirsi tutelate dallo Stato” , ha concluso Spadoni.

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