Il collegio ha sostituito gli arresti domiciliari con l'interdizione per 8 mesi dall’esercizio di attività imprenditoriali ma nelle motivazioni della sentenza conferma l'impianto accusatorio nei confronti di Tiziano Renzi e Laura Bovoli: "Indizi gravi della materialità del reato appaiono ricorrere in relazione in quanto emerso dagli atti di indagine"
Il quadro degli indizi a carico di Tiziano Renzi e Laura Bovoli “è da qualificare grave in relazione a tutti i reati da loro iscritti”, ovvero bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false. Ma è sufficiente che vengano interdetti dall’esercizio di attività imprenditoriali, pertanto non c’è bisogno di tenerli agli arresti domiciliari. Questo scrive il tribunale del Riesame di Firenze nelle motivazioni della sentenza che l’8 marzo scorso ha portato alla revoca dei domiciliari per i genitori dell’ex premier Matteo Renzi. Il collegio spiega che, “tenuto conto della loro incensuratezza e dell’efficacia che è da presumere che tali misure possano avere”, è “sufficiente” l’interdizione per i coniugi, pur senza negare la gravità degli indizi che pesano sulla loro posizione e su quella di un co-indagato, l’imprenditore ligure Mariano Massone, il quale, anche lui liberato dai domiciliari, è ‘passato’ all’obbligo di dimora.
Tiziano Renzi e moglie erano stati arrestati il 18 febbraio nell’ambito di un’inchiesta della procura di Firenze sulle cooperative ruotanti attorno all’azienda di famiglia, la ‘Eventi6’, e ritenute dall’accusa gestite di fatto proprio dai genitori dell’ex premier. Un impianto accusatorio ricostruito nell’ordinanza del gip Angela Fantechi e che il riesame continua a ritenere valido. “Indizi gravi della materialità del reato appaiono ricorrere in relazione in quanto emerso dagli atti di indagine“, si legge nelle motivazioni, in particolare rispetto all’accusa per i coniugi Renzi di essere gli “amministratori di fatto” di alcune cooperative da cui sono passate operazioni contabili e finanziarie finite sotto la lente delle Fiamme Gialle.
Per i giudici, riguardo ai coniugi Renzi si ripropongono, anche rispetto alla società Marmodiv – nel frattempo dichiarata fallita – “le condizioni realizzatesi quanto alle società cooperative che l’avevano preceduta” (la Delivery service e la Europe service, ndr), “con l’abbandono di essa da parte di coloro che l’amministravano di fatto”. Il riesame ricorda le e-mail con cui Laura Bovoli dà indicazioni su come agire nelle società, le intercettazioni, le testimonianze relative al trattamento “di volantini pubblicitari in quantità superiori a quelle effettivamente distribuite con necessità di destinare al macero l’eccedenza” e la conseguente “sovrafatturazione“.
Il riesame con la decisione dell’8 marzo ha riformato l’ordinanza sostituendo per i coniugi Renzi gli arresti in casa con l’interdizione per 8 mesi dall’esercizio di “attività imprenditoriali o uffici direttivi di persone giuridiche o imprese”. Per i giudici “l’esigenza cautelare ravvisata appare imporsi coi caratteri della concretezza e dell’attualità” ma l’interdizione per i Renzi e l’obbligo di dimora per Massone a Campo Ligure (Genova) – che ha precedenti penali – sono misure “sufficienti“.