È quanto scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi e relative all’udienza che lo scorso 26 febbraio si è conclusa con l’annullamento con rinvio del divieto di dimora a Riace, la cittadina calabrese diventata un simbolo per l’accoglienza dei migranti. "Mi sto difendendo nel processo e non dal processo. Piano piano la luce si sta facendo strada", ha commentato Lucano a ilfattoquotidiano.it
Non ci sono indizi di “comportamenti” fraudolenti che Mimmo Lucano, il sindaco di Riace sospeso dalla sua carica, avrebbe “materialmente posto in essere” per l’assegnazione di alcuni servizi, come quello della raccolta dei rifiuti. Non solo, perché non sono nemmeno provate le “opacità” che avrebbero caratterizzato la sua azione poiché è la legge che consente “l’affidamento diretto di appalti” in favore delle cooperative sociali “finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate” a condizione che gli importi del servizio siano “inferiori alla soglia comunitaria”.