Calci e manate dai manifestanti contro il pulmino, con a bordo nove nomadi, che ha lasciato il centro di accoglienza a Torre Maura, alla periferia di Roma. Una ventina di persone ha anche intonato l’inno d’Italia facendo il saluto romano. Non si ferma la protesta dei residenti della zona, che va avanti da 24 ore, supportati da alcuni gruppi di estrema destra, contro il trasferimento di 77 rom nella struttura. Il gruppo ha poi acceso fumogeni sventolando bandiere tricolore e intonando lo slogan “Italia, fascismo, rivoluzione“. Secondo la cronaca di alcuni giornali è esplosa anche una bomba carta. E’ di oggi la notizia che la Procura indaga sulla rivolta contestando anche l’aggravante dell’odio razziale. “Stavano bene nelle baracche, Raggi li rimandi in un campo” è la tesi, registrata anche ai microfoni del FattoTv.
Uno dei residenti che stanno manifestando davanti alla struttura ha urlato contro uno dei nomadi dall’altra parte del cancello: “Scimmia di m… te ne devi andare, esci fuori che ti ammazzo”, mentre un altro ha aggiunto gridando: “Dobbiamo bruciarli vivi“. E alla risposta del nomade, che ha detto urlando “Sì sì, ce ne andiamo”, i manifestanti hanno cominciato a intonare cori mentre alcuni ragazzi si sono arrampicati sui muretti per aggiungersi agli slogan. In precedenza il pulmino era arrivato tra gli applausi dei residenti. “Abbiamo vinto – hanno detto alcuni manifestanti – Qui a Torre Maura i nomadi non devono più mettere piede”.
Un caso che investe in pieno anche la gestione da parte del Campidoglio. Le opposizioni additano già la sindaca Virginia Raggi. La prima cittadina, racconta l’agenzia Ansa, non esclude provvedimenti disciplinari nei confronti degli uffici amministrativi che hanno gestito i trasferimenti dei nomadi, gestione da lei considerata “inqualificabile“. Secondo fonti del Campidoglio, la decisione del trasferimento delle famiglie nel centro accoglienza sarebbe avvenuta meramente sulla base di un iter amministrativo senza alcun input politico a livello municipale, né tantomeno comunale e senza il coinvolgimento di altri enti o istituzioni competenti. Raggi ha chiesto agli uffici una relazione approfondita dell’accaduto.
Nel secondo giorno di protesta gli abitanti della zona, tra cui diverse famiglie, hanno continuato ad urlare: “Da qui non ce ne andiamo fino al loro trasferimento”. E ancora: “Dovevamo farlo saltare in aria prima questo centro. È meglio fare i delinquenti con questi”, hanno gridato altri. A fare le spese della rabbia dei manifestanti è stata, per qualche minuto, una donna rom con in braccio il suo figlioletto, la quale è stata accerchiata da alcuni residenti di Torre Maura: “Vai via ladra, ti sei portata tuo figlio per proteggerti”, le hanno urlato. Poi in serata è arrivato il pulmino per portare via i primi nomadi: “Abbiamo vinto. Qui a Torre Maura i nomadi non devono più mettere piede“, è stato detto ai megafoni. Nel giro di una settimana, così come disposto dal Campidoglio, tutti i 77 rom che avevano appena raggiunto il centro saranno collocati a gruppi in altri centri.