Un’indagine interna per capire perché qualcuno al ministero ha ipotizzato nero su bianco la costruzione di due o più inceneritori per la Sicilia. “Mai e poi mai avrei proposto quanto letto nelle deduzioni nell’ambito della Vas del piano regionale rifiuti”, è costretto a chiarire il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa dopo l’attacco di Legambiente Sicilia e del governatore dell’isola. “Abbiamo letto più volte e ci sembrava di avere la vista annebbiata”, ha detto in diretta Facebook ieri sera, Nello Musumeci.

Una vero e proprio caso quello scatenato ieri dalle osservazioni del ministero dell’Ambiente sul piano regionale dei rifiuti siciliano. A pagina 17 del documento i due relatori, gli architetti Luciana Polizzy e Giuseppe Bonavita, hanno scritto: “Si rileva l’assoluta necessità di localizzare sul territorio dell’Isola almeno due o più impianti di incenerimento di capacità pari al relativo fabbisogno”. Un’indicazione precisa nonostante la direttiva interna del ministro Costa che aveva chiarito ai funzionari di escludere l’incenerimento dalle relazioni e che ha costretto adesso il ministro del M5s a ribadire: “Mai e poi mai da questo ministero ci sarà un via libera a nuovi inceneritori”. Il ministro ha dunque avviato un’indagine interna: “Ho dato mandato immediato al capo di gabinetto e al segretario generale – ha scritto Costa – di aprire un’istruttoria amministrativa interna per conoscere chi abbia violato la mia direttiva”.

Ma è già scontro politico: “Anche sui rifiuti in Sicilia rispunta la famosa ‘manina’ – attacca pure il segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone -. Dopo le auto blu acquistate a loro insaputa, dopo il condono fiscale, il ddl povertà, l’Anac e la sicurezza stradale, si scopre che anche al ministero dell’Ambiente, guidato dai cinque stelle e dal loro ministro Costa, c’è una manina che impone i termovalorizzatori in Sicilia. E per di più a loro insaputa. Ridicoli”. “La possibilità di prevedere gli ineneritori fu fatta dal governo Renzi”, ricorda invece Giampiero Trizzino, consigliere regionale del M5s ed esperto di ambiente. Che rimarca: “Musumeci così sfugge alle critiche impietose del ministero”.

Le osservazioni dei tecnici del Ministero sul piano dei rifiuti siciliano erano state, infatti, durissime, non solo sui contenuti ma perfino sull’esposizione. Espressioni come “mercato sviluppistico”, nozione che i relatori definiscono “ignota in letteratura”, o sgrammaticate come “occhiutamente”, “coevamente”, “satisfattivi”. Tanto da annotare: “Si auspica, pertanto, nell’ottica di una profonda revisione ed integrazione del documento di Piano, che sia rivolta la dovuta attenzione alla qualità dell’esposizione ed alla chiarezza degli argomenti trattati utilizzando definizioni tratte dalla letteratura di settore e dai riferimenti normativi… in modo da essere comprensibili ai soggetti consultati”. Un piano bocciato dai relatori anche nei contenuti, redatto con “dati discordanti” o assenti. Un piano in definitiva “incongruente”.

Osservazioni che il governatore siciliano liquida come “lana caprina”: “Il piano che mancava da 15 anni è stato approvato a dicembre, lo abbiamo subito inviato a Roma, dopo tre mesi, invece di apprezzare lo sforzo che finalmente dopo tanti anni consente alla Sicilia di uscire dall’emergenza e di evitare di inviare i rifiuti all’estero, il Ministero ci manda un papello di 35 pagine molte delle quali sono lana caprina”. “Cavilli” che secondo il governatore siciliano dicono con chiarezza: “Ve lo blocchiamo, non ve lo facciamo passare, allontaniamo la soluzione e quindi avviciniamo di nuovo l’emergenza rifiuti”.

E l’occasione dei “due e più inceneritori” è ghiotta per il contrattacco di Musumeci: “Un atteggiamento schizofrenico: il Ministero dice una cosa e il ministro un’altra”. Occasione subito colta da Legambiente Sicilia: “Una vergogna. Blocchiamo subito questa scellerata ipotesi, che vuole solo farci tornare indietro nel tempo”,  l’aveva definita ieri Gianfranco Zanna, presidente degli ambientalisti dell’isola.

Ma il problema secondo Trizzino è “un altro”: “Perché il piano è fatto così male che i funzionari, non avendo la possibilità di capire che fine fa la frazione indifferenziata, hanno fatto ricorso a quelle che sono le possibilità che prevede la legge al momento. Cioè gli inceneritori. Musumeci ripresenti un piano nel quale vengono indicati gli impianti e le osservazioni diventeranno coerenti con la linea politica del Movimento”. “Risponderemo nel merito ad alcune osservazioni, in maniera serena nel rispetto dei ruoli istituzionali”, dice l’assessore siciliano all’Ambiente, Salvatore Cordaro. Ma il governo siciliano va avanti: “Poi è chiaro  – ha continuato Cordaro – che la commissione Via – Vas, di supporto all’assessorato all’ambiente, che deve emettere il decreto, esprimerà una valutazione sulle eventuali modifiche nel caso di messa in atto del piano rifiuti fatto: andiamo avanti consapevoli della bontà del lavoro svolto finora”.

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